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Philadelphia 76ers

Evan Turner: da comparsa ad attore protagonista.

 

Nel percorso di crescita di Evan Turner, le prime due  stagioni NBA non sono state all’altezza del suo talento. L’anno da rookie in sordina e  all’ombra di Iguodala, il secondo giocato in maniera altalenante ma con qualche guizzo di genio mostrato nei playoff. Poi arriva il terzo( quello corrente)  in cui, complice la partenza di Iguodala per il Colorado e una maggiore fiducia da parte di coach Collins, la carriera di Turner decolla.

A prendere il volo sono anche le cifre che sta mettendo insieme sul campo: 14 punti, 7 rimbalzi e 4 assist di media. Niente male per un giocatore in ascesa, senza contare che ha messo il tiro della vittoria( roba che scotta) nel match di sabato contro i Celtics ed è , forse con Holiday, l’unica spiegazione per cui i Sixers sono 11-9 nonostante l’assenza( reiterata causa infortunio al ginocchio) di Andrew Bynum.

Turner è la tipica combo-guard che non daresti da marcare nemmeno al tuo peggior nemico. Non un fulmine alla Westbrook, ma un esterno versatile capace di leggere la difesa e di punirla. Se l’avversario è più piccolo e leggero, può tranquillamente giocare spalle a canestro e creare mismatch. Pericoloso  in uscita dai blocchi,  presente a rimbalzo, tira bene da fuori come dentro l’area. Un Incubo per il difensore e una gioia per i Sixers, che con lui in campo raggiungono una dimensione offensiva a tutto tondo. And last but not least… sta tirando con il 42% da tre,  indice che l’estate è servita a qualcosa. Forse per migliorare il penoso 22.4% della scorsa stagione, forse a schiarire le idee:

“Ho smesso di focalizzarmi sul tiro da fuori” ha detto Turner “ E’ cio che ho fatto: smettere di concentrarmi solo su quello. Ho lavorato di più sui tiri dalla media distanza, l’entrata e i miei tiri  liberi. Sinceramente, prima delle partite  non tiro più da 3. Ho smesso di allenarmi sul tiro dalla lunga distanza”

 

Come molti altri giocatori, Turner ha passato l’estate a migliorare sulle debolezze del suo gioco.
In primis, il tiro da 3.

ma…” ha dichiarato “ Non li stavo mettendo, Per cui dopo un po’ mi sono detto, ‘ poco male.  Continuerò ad allenarmi sul tiro dalla media’ . Penso che la cosa più importante sia trovare il ritmo giusto”

 

Ad ogni modo funziona. E fintanto che i tiri continuano ad entrare, i Sixers non saranno proprio con l’acqua fino alla gola. In attesa del ritorno di Bynum, è tutto ciò che possono chiedere dal potenziale candidato a most improved player of the year.

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