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L.A. Lakers

Bryant innervosito lascia il campo contro i Jazz. Ennesimo fiasco per i Lakers

 

 

A 5 secondi dalla fine, Kobe prende e se ne va, lasciando l’ energysolutions Arena di Salt Lake City disgustato per l’ennesima sconfitta dei Lakers, voltandosi solo per vedere Metta World Peace sbagliare il tiro allo scadere. Si è diretto verso lo spogliatoio, mordendo la canotta con il paradenti. E così i Lakers collezionano un’ altra disfatta, 95-86, stavolta per mano dei Jazz. Bryant si è seduto infuriato davanti al suo armadietto, sapendo di aver giocato con gli occhi della tigre e una rabbia che non mostrava da tempo.

Solo un po’ ha detto il Black Mamba in merito al livello di nervosismo espresso in campo. Perchè? “Non ho voglio di parlarne” ha bofonchiato il numero 24.

 

Brutto segno per I Lakers, Bryant è davvero incazzato. O forse è un segno positivo? Tanto ormai il danno è fatto, magari una scossa in casa Lakers( purchè non sia il Big One) non farebbe poi così male.

Se Bryant ce l’ avesse con Gasol, avrebbe già più senso. Il quattro volte all-star ha segnato 5 punti in 36 minuti, con un misero 2/9 dal campo. Allo sbaraglio i Lakers, contro una compagine più piccola ma non per questo meno tosta come Utah.

Se Kobe fosse arrabbiato con Mike Brown, non sarebbe l’unico. I tifosi gialloviola recriminano il sistema di gioco basato sulla Princeton offense, che per ora ha regalato una sola vittoria in 5 partite. Se invece Kobe, fosse incavolato semplicemente con se stesso, beh, non ne avrebbe alcun motivo. Ha realizzato 29 punti, di cui 15 dalla lunetta( su 17 tentativi), se non fosse per le 6 palle perse. accumulate anche a causa di una pessima spaziatura dei compagni, sarebbe stata una partita senza macchie.

Alla fine che Bryant sia arrabbiato o meno, conta fino a un certo punto. Il più è che mercoledì sera i tifosi non siano venuti in tribuna muniti di uova.

I Lakers non hanno mai guidato il vantaggio, se aggiungiamo che senza Nash il numero di assist complessivo è sceso a 11 e che hanno una panchina della profondità di una pozzanghera , il risultato finale tutto sommato non è poi una gran sorpresa. Polemiche con gli arbitri, polemiche interne, ma sul finale, quando conta, chi la mette dentro è sempre il ragazzo con il numero 24. Dopo il lay up di Howard a 6 minuti e 21 secondi dalla fine, Bryant si prende 7 tiri e ne mette a segno 4, guadagnando 4 viaggi in lunetta. Abbastanza prevedibile.

La frustrazione ha cominciato a crescere alla fine del secondo quarto. Palese l’espressione risentita di Bryant per il fatto che Howard non riuscisse da una parte del campo a trascinare l’offensiva dei Lakers e dall’altra ad arginare in qualche modo i lunghi dei Jazz( vedi Jefferson 18 punti e 10 rimbalzi)

La mancanza di coesione è un altro tasto dolente per i nuovi Lakers, che deriva da come Bryant e Howard si aspettavano di giocatore insieme: Howard pensava di recapitare caterve di alley-oop gentilmente alzati da Bryant, Kobe credeva invece, che Howard fosse già pronto per mostrare del “fegato” e diventare a tutti gli effetti un centro dominante.

Alla domanda: “c’è da spaventarsi per questo inizio?” Bryant risponde sarcastico: “ Sono terrorizzato, non vedi che sto tremando?

 

E mentre i Lakers completano il riscaldamento pre-partita, una voce fuori campo ricorda loro che questo è il peggior inizio di regular season degli ultimi 34 anni.

 

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