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Quando il gioco si fa duro

Stanotte (ieri in realtà) iniziano le semifinali di conference, con quattro partite che promettono spettacolo e equilibrio.

Il secondo round di playoff è sempre il più complicato, il più intrigante; sospeso nel mezzo tra un primo turno dove c’è ancora chi ha visto nel raggiungimento della post-season il punto massimo della loro stagione e le finali di conference, altissime, dove solo le aquile possono arrivare. Ci sono le migliori otto squadre e, arrivati a questo punto, tutti vogliono di più.

Saranno quattro serie molto interessanti, equilibrate; dove minimi dettagli, momenti di forma, infortuni o aggiustamenti indovinati potrebbero fare la differenza tra vincere o perdere. Saranno anche le quattro serie migliori che si potessero avere, quelle che aspettavamo con ansia, e siccome nella NBA il tempo scorre veloce (quando uscirà questo articolo Boston e Washington avranno già giocato la prima partita della loro serie) iniziamo subito a capire cosa dobbiamo aspettarci.

Boston-Washington

Entrambe arrivano a questa sfida dopo aver battuto 4-2 le loro avversarie (Chicago e Atlanta), anche se in modo diverso. Se i Wizards sono riusciti a chiudere la più noiosa serie del primo turno contro gli Hawks grazie ad un roboante Wall, i Celtics si sono dovuti rimescolare in corsa dopo lo 0-2 delle prime due sere al Garden. Con successo, viste le quattro vittorie di fila.

Quella tra Celtics e Wizards era una serie molto attesa, visti i trascorsi in stagione, e si preannuncia molto equilibrata. Entrambe hanno pregi e difetti molto evidenti e soprattutto colpibili dagli avversari, e l’impressione è che riuscirà a sopravvivere chi saprà come far pesare di più le mancanze dell’altro. Boston parte leggermente favorita: oltre al fattore campo (per quanto possa contare, vedi la serie con Chicago) ha anche una rotazione più lunga, con Stevens che potrà trovare altri jolly come quello di Gerald Green, spartiacque della sfida contro Chicago. Green che, almeno inizialmente, dovrebbe riaccomodarsi in panchina restituendo il posto nello starting-five a Amir Johnson.

Una grande chiave di volta della serie saranno gli accoppiamenti difensivi, perché se contro i Bulls Stevens poteva cercare di nascondere Thomas ― che ricordiamolo sempre sta giocando dei playoff straordinari, soprattutto in relazione con le vicende extra-campo ― contro la squadra di Scott Brooks questo sembra un compito più difficile. Chiunque del back-court di Washington può prendersi un vantaggio enorme nei suoi confronti: è probabile che ne corso della serie i Celtics provino a dirottarlo su Porter, ma almeno inizialmente dovrà vedersela con Wall. Un po’ perché è quello che Stevens ha fatto nei precedenti in stagione, un po’ perché nella serie contro Chicago Isaiah ha fatto un bel lavoro contro Butler, un po’ soprattutto perché così facendo Boston accetta sì il rischio di vedersi 4/7 partite di John Wall da 35-7-15 ma permette a Bradley e Crowder di concentrarsi sul duo Beal-Porter, che quest’anno ha fatto le fortune dei Wizards giocando lontano dalla palla.

Bradley e Crowder che sono stati i veri fattori (assieme a Horford) della rimonta contro Chicago. Nelle quattro vittorie il loro Net Rating è stato rispettivamente di +20.5 e +21.5, entrambi con un efficienza difensiva al di sotto dei cento punti concessi e cecchini micidiali da fuori. Se è vero che i Celtics sono la squadra che ha tentato più conclusioni da tre finora nei playoff (ben 224) il merito è anche delle 6.5 di media di Bradley che, oltre ad essere una delle guardie difensive più forti della lega, tira anche il 41% da l’arco.

La miglior prestazione di Bradley nei playoff, finora.

Tirare da tre sarà un’altra chiave importante visto che alla squadra che più ricerca questa conclusione ci sarà anche quella invece meno preparata nel difenderla. La difesa perimetrale di Washington è stata molto traballante tutto l’anno, addirittura la peggiore della regular season per triple non contestate. Atlanta non è stata in grado di mostrare questa debolezza, ma i Celtics sono un animale diverso e se dovessero incocciare serate da 14-15 triple sarebbe davvero dura per la banda di Brooks pensare di sopravvivere.

Washington deve cercare di far valere le proprie armi, sfruttando la superiorità fisica a rimbalzo (che è una costante contro Boston) con Gortat e cercando di sfruttare le fantastiche doti di quella palla di fuoco incandescente che fende il campo che risponde al nome di John Wall ― primo turno da 29.5 punti 10.3 assist e un ingestibile 47.4% da tre ―, ora come ora, la point guard più in forma ad Est (e non solo, forse). I Wizards non hanno molte alternative, giocheranno bene o male sempre gli stessi perché Brooks non può permettersi di far sedere più di tanto i suoi gioielli. Quando Beal va a sedersi per esempio la sua squadra subisce oltre 120 punti e non ne segna neanche 89, su cento possessi. Stesso discorso per Otto Porter (-13.5 di Net Rating quando è in panchina), il vero equilibratore della squadra visto che è il migliore sia per efficienza offensiva che difensiva, oltre ad essere uno dei migliori quattro giocatori della regular season per triple segnate. La sua crescita ― iniziata già nella passata stagione ― lo ha portato ad essere oggi forse il 3&D migliore in circolazione.

Di pari passo con le tendenze di questi playoff anche questa sembra una serie che, nel momento decisivo, vedrà le due squadre sotto-dimensionarsi con quintetti piccoli. Stevens ha già dimostrato la pericolosità del suo Horford da “5” con quattro esterni, complice la presenza di un altro difensore come Smart in grado di cambiare su tutti (e che compone con Bradley e Crowder un trio difensivo di lusso) e soprattutto il pick-and-roll alto giocato da Thomas e Horford appunto che finora ha creato sfracelli. A differenza dei Bulls però, Brooks potrebbe avere una medicina interessante. Sfruttando i miglioramenti (soprattutto difensivi) nel corso della stagione di Oubre anche gli Wizards possono andare piccoli, diventando pericolosi. Un quintetto come Wall-Beal-Oubre-Porter-Morris per esempio sarebbe in grado di cambiare su tutto in difesa e poter aprire il campo in attacco. In stagione regolare sono stati in campo assieme solo 52 minuti ma con risultati molto buoni visto il 128 di Offensive Rating con il 28.9% di rimbalzi offensivi catturati, un bel +22.4 di Net Rating e correndo tantissimo (109.25 di PACE).

Chi sopravvive vince una finale di conference che sarebbe la consacrazione di una stagione davvero buona, dando ai due allenatori il riconoscimento finale per il buonissimo lavoro svolto durante l’anno. Ancora una volta, Boston parte leggermente favorita, ma se si andasse a Gara-7 nessuno ne sarebbe sorpreso.

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