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Road to NBA Draft 2021: Jalen Suggs

Il leader emotivo degli Zags di coach Few si presenta al Draft dopo aver regalato istantanee preziose all’ultimo torneo NCAA

Squadra: Gonzaga Bulldogs (Freshman)

Ruolo: Guard

2020-21 Stats Per Game

Pts TotRebs DefRebs OffRebs Asts Stls Blks FG% 3pts FG% Ft%
14.4 5.3 4.7 0.6 4.5 1.9 0.3 50.3 33.7 75.4

2020-21 Advanced

Ast% Reb% OffReb% DefReb% TO% Usg% Blk% eFG% TS%
23.7 11.0 2.7 18.0 19.5 24.8 1.1 56.0 59.5

“Gonzaga has time to do something. Suggs for the win… Oh yes!”

Con una tripla pazzesca allo scadere del tempo supplementare Jalen Suggs ha deciso la semifinale del torneo NCAA contro UCLA. La finale  si è poi rivelata amara, con la sconfitta contro Baylor che ha impedito ai ragazzi di coach Few di firmare una perfect season da 32 vittorie e zero sconfitte.

Ma facciamo un passo indietro, e torniamo al protagonista della sfida con UCLA. Jalen Suggs nasce a Saint Paul, capitale del Minnesota, il 3 giugno 2001. All’high school si mette in luce come uno dei migliori prospetti dello stato sia nella pallacanestro sia nel football, da quarterback. Il suo talento è così luminoso in entrambi gli sport da consentirgli di diventare il primo giovane atleta del Minnesota a vincere nello stesso anno i premi di Mr. Football e Mr. Basketball. Di fronte a un bivio, nonostante le importanti offerte di college come Ohio State e Notre Dame, a prevalere è l’amore per la palla a spicchi. E Jalen, tra i migliori cestisti della nazione in uscita dall’high school, sceglie il programma di Gonzaga, diventando la recruit più importante nella storia del college di Spokane.

Con gli Zags è riuscito fin dalla prima partita a prendere le redini dell’attacco, il migliore della stagione NCAA secondo kenpom.com. Inoltre, grazie all’aiuto dei compagni più esperti come Timme e Kispert e di coach Mark Few è cresciuto tanto da diventare uno dei migliori prospetti per il prossimo Draft. Gli analisti conoscevano il suo talento e i suoi punti di forza, ma ben pochi pensavano che si sarebbe imposto come uno dei migliori cinque giocatori di questa classe.

 

Punti di forza

Il grande punto forte di Suggs, prima ancora della grandissima visione di gioco, della forza fisica e delle capacità difensive, è la sua mentalità vincente. All’interno di questa classe Draft, e più in generale guardando agli anni recenti, difficilmente troverete un prospetto più pronto mentalmente del nativo del Minnesota. La sua forza mentale, unita alla volontà di non arrendersi mai lo rende – fuor di retorica – quasi sempre il primo a tornare in difesa dopo una palla persa, il primo a buttarsi su una palla vagante, lo porta a prendersi il tiro decisivo – e segnarlo – per guidare la propria squadra in Finale NCAA. E, quando serve, è anche pronto a fare un passo indietro mettendo il successo collettivo sopra ogni statistica personale.

Anche fisicamente Suggs ha pochi eguali in questa Draft Class. La sua grande esplosività, unita a un’ottima visione di gioco che gli permette sempre – o quasi – di trovare il giusto scarico, lo rendono molto pericoloso nelle situazioni di transizione offensiva, dove risulta quasi infermabile.  Quest’anno è stato davvero letale in contropiede per le difese avversarie, che venivano punite da una sua penetrazione o da un passaggio per un compagno libero, spesso anche dall’altra parte del campo.

Due transizioni di Suggs, la prima conclusa con una penetrazione, la seconda con un bellissimo passaggio schiacciato a terra per Timme.

Anche a difesa schierata ha mostrato grandi doti di playmaking e gestione dell’attacco con la palla in mano.  Con facilità riesce a penetrare per poi trovare i compagni liberi leggendone i tagli.

Due assist, e che assist, di Suggs contro Northwestern State.

Se nella metà campo offensiva Suggs è un grande prospetto per il futuro, in difesa potrebbe essere perfino meglio. Nel suo anno al college si è dimostrato un difensore davvero élite, sia sulla palla sia in aiuto. I suoi 193 cm per 93 kg gli permettono di marcare le guardie e quasi ogni esterno avversario, e in questa stagione gli attaccanti da lui difesi hanno tirato con il 33% dal campo. Le sue letture difensive, gli anticipi forti e i raddoppi su palla gli hanno permesso di collezionare tante rubate – 1.9 di media a partita – grazie alle quali poteva poi produrre punti in transizione offensiva.

Due esempi di rubata – e successivo contropiede – di Suggs contro UCLA, prima in difesa sulla palla e poi in situazione di raddoppio.

 

Punti deboli

Uno dei pochi punti interrogativi di un giocatore altrimenti privo di grandi difetti è il tiro. Nel suo anno al college Suggs non è mai stato una certezza dai tre punti (35/104 i suoi numeri dall’arco), soprattutto in situazioni di catch & shoot. Se vorrà diventare una minaccia offensiva dovrà migliorare anche nella creazione di tiro con la palla in mano, aspetto del gioco nel quale comunque non ha mai deluso in NCAA, soprattutto dalla media distanza, zona in cui deve però trovare ancora maggiore costanza.

Difficile trovare un punto debole, ma dovrà migliorare nel tiro per diventare una star anche in NBA.

Per il resto, è davvero difficile trovare delle lacune nel gioco di Jaylen Suggs. Giocando molto con la palla in mano ha collezionato alcune palle perse di troppo che hanno sporcato le sue statistiche, e anche in difesa è stato protagonista di letture rivedibili. La sua voglia di rubare il pallone lo porta qualche volta a sbagliare l’anticipo, lasciando così l’attacco in condizione favorevole per punire la disattenzione o l’eccesso di foga.

Non solo gioie in contropiede: spesso perde il controllo del corpo, sbagliando così il tiro o andando a compiere sfondamento.

 

Upside

Come detto nella sezione dedicata ai punti deboli, Suggs sembra davvero il tipo di giocatore che risulta una certezza – o quasi, il Draft non è mai una scienza esatta – per la squadra che avrà fiducia in lui il prossimo 29 luglio. D’altra parte, è però difficile capire bene quale possa essere il suo upside. Probabilmente non ha il potenziale di superstar di Cunningham o Mobley, ma questo non vuol dire che non possa essere una vera gemma per la squadra che lo sceglierà.

Nella migliore delle ipotesi, Suggs potrebbe diventare una versione ancora migliore e più fisica di Jrue Holiday, una delle più talentuose – e sottovalutate – guardie della lega, due volte NBA All-Defensive First Team. Un giocatore tra i migliori della lega in entrambe le metà campo, e letale in contropiede, ma forse non un primo violino per una squadra da titolo. Se dovesse andare male, Suggs potrebbe comunque diventare una buona combo guard in grado di dare un grande apporto difensivo nel backcourt.

 

Draft Projection

Data quasi scontata la prima scelta dei Pistons, fortemente indirizzati su Cade Cunningham, Jalen Suggs potrebbe andare alla seconda oppure scendere alla quattro. Tutto dipenderà dal ruolo su cui vorranno concentrarsi le franchigie premiate dalla lotteria del Draft. Se i Rockets preferiranno saltare Evan Mobley, avendo già Christian Wood in un ruolo simile, ecco che Suggs potrebbe essere il giocatore giusto per Houston, per rifondare senza fretta e costruire il futuro backcourt. Anche Toronto alla quattro sembra molto interessata al prospetto di Gonzaga, e il front office potrebbe vedere in lui il sostituto di Kyle Lowry, da affiancare a VanVleet e intorno al quale assemblare i futuri Raptors.

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