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Cleveland Cavaliers

“Cleveland, I’m out.”

In un futuro relativamente vicino, in cui Cleveland continua a perdere e Golden State a vincere, LeBron James chiede ai Cavs di essere ceduto

Rich Paul è stato contattato da Lakers, Knicks e Clippers, che si sono fatte sentire contemporaneamente con l’agente di The King e con Koby Altman, successore di Griffin come GM della squadra. Tutte e tre le offerte sono interessanti, Altman si è preso del tempo per pensarci e ha deciso di ascoltare l’opinione di LeBron, che su due piedi decide di prendersi qualche giorno.

I Lakers, la squadra in assoluto più accostata a James dopo il suo ritorno a Cleveland, hanno deciso di andare all-in sul giocatore, e hanno messo sul piatto asset su cui basavano, più o meno, il proprio futuro: Brandon Ingram, Jordan Clarkson e Julius Randle. James è al penultimo anno del proprio contratto con i Cavs, e dopo i 32 milioni di dollari di questa stagione e i 35 della prossima, diventerebbe UFA nel 2019, a 34 anni. I tre contratti dei giocatori dei Lakers, messi assieme, si muovono di 3 milioni totali nei prossimi 18 mesi e andrebbero a stasare un cap, quello di Cleveland, ingolfato come pochi altri nella lega.

James non ha mai negato di essere attratto dalla prospettiva di vivere a Los Angeles (dove già possiede una casa niente male), e l’idea di vestire la maglia giallo-viola di Magic e Kobe, e riuscire a riportare a LA il titolo come coronamento finale di una carriera che comincerebbe davvero a scomodare i titani, smuovono anche le certezze di un tre volte campione NBA tornato nemmeno quattro anni fa nella sua squadra di casa.

I Cavs, dalla loro, si allontanerebbero automaticamente dall’universo delle contender, e un ridimensionamento del genere per un mercato estremamente piccolo come quello di Cleveland e dell’Ohio può risultare fatale in vari modi, ma allo stesso tempo andrebbero a prendersi 3 giovani di alto livello come Clarkson, Ingram e Randle, avrebbero ancora Kevin Love e Tristan Thompson sotto canestro e potrebbero guardare con assoluta calma a quella scelta dei Brooklyn Nets ereditata ad agosto nello scambio Thomas-Irving.

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(TheHuffingtonPost.com)

Poi ci sono i vicini di casa dei giallo-viola, quei Clippers che nonostante tanti anni a prendersi gioco dei cugini e accarezzare i piani altissimi della lega sono sempre e comunque considerati la seconda di LA. Il punto è che pur sempre di LA si parla, e il favore di LeBron verso un trasferimento in California e in una franchigia in cui, oltre  a Doc Rivers come coach, troverebbe anche gloria eterna in caso di primo titolo della storia (ve lo ricordate “CLEEEVELAAND, THIS IS FO’ YOUU!”?) non suona proprio malissimo.

La franchigia di Steve Ballmer però punterebbe all’arrivo di LeBron solo per un titolo più veloce possibile, e visti gli Warriors di questi tempi non si possono sacrificare nè Griffin Jordan per il re. Ecco allora che a Paul e Altman viene recapitata un’offerta con dentro Danilo Gallinari, Sam Dekker, Austin Rivers e un paio di scelte; i contratti dei tre non sono dei più leggeri in assoluto, Cleveland per accettare dovrebbe prendere decisioni più o meno importanti per quello che riguarda il futuro di alcuni suoi giocatori di rotazione e il cap non migliorerebbe certo. L’offerta dei Clippers è nettamente la meno interessante per i Cavs, ma è anche l’opzione che permetterebbe a LeBron di puntare al titolo più velocemente.

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(ClutchPoints)

Si arriva dunque a quella che può risultare tanto l’opposto delle altre due, quanto il logico rovesciamento della medaglia: “NEW YORK CITY BABY, COME TO THE EMPIRE STATE!

Se non siete degli smemorati cronici (o magari anche se non lo siete nel 2010 ve ne siete fregati perchè giustamente eravate al mare), ricorderete che quando LeBron ha detto che avrebbe annunciato la sua nuova squadra in diretta televisiva, oltre ai poi ‘prescelti’ Miami Heat figuravano anche i New York Knicks come destinazione realistica. La Grande Mela è uno degli altri chiodi fissi di James, che ormai alla ricerca quasi solo di gloria potrebbe essere facilmente affascinato da un palco scenico del livello del Madison Square Garden.

Phil Jackson ha abbandonato la nave (o meglio, è stato invitato a farlo), Melo è stato impacchettato e mandato a giocare 30 possessi in isolamento altrove e in più, oltre a qualche vittoria inaspettata che non fa mai male, Kristaps Porzingis si sta rivelando uno dei giocatori più potenzialmente devastanti del panorama mondiale. Cosa potrebbero offrire però i blu-arancio a una squadra come Cleveland, che per quanto in crisi tecnica pur sempre una contender rimane? Assolutamente niente, ed è per questo che le uniche due vere offerte sono state quelle di Lakers e Clippers, mi perdonerete ma non ho saputo resistere all’idea di farvi chiedere, dentro di voi: “Ora voglio vedere cosa s’inventa quest’idiota per far andare LeBron ai Knicks“.

Tutte le strade, dunque, portano a LA; resta da scegliere la squadra – perchè alla fine, l’unico GM a cui LeBron da ascolto è LeBron.

“I’ve decided to take my talents to…”

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