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Anthony, via da New York solo per Boston

La stella dei Knicks sarebbe pronto a rinunciare alla no-trade clause solo per i Celtics che però sono divisi: Stevens approva, Ainge tentenna

La querelle Carmelo Anthony non è per nulla chiusa: tramontata l’ipotesi Cleveland Cavaliers e mai decollata quella Los Angeles Clippers, la sua permanenza nella Grande Mela sembrava pressoché scontata sebbene i rapporti con la franchigia siano ormai deteriorati in maniera considerevole. Invece la saga riguardante il prodotto di Syracuse è ben lontana dalla stesura del capitolo finale.

Secondo quanto riportato da Gary Washburn del Boston Globe, Anthony infatti sarebbe disposto a rinunciare alla no-trade clause presente nel suo contratto soltanto per i Boston Celtics, destinazione molto gradita al numero 7 dei New York Knicks. Particolare non da poco quest’ultimo, visto che tale clausola lascia l’ultima parola su qualsiasi scambio comprendente Melo proprio all’ex giocatore dei Denver Nuggets.

Il fatto che Anthony apra a una soluzione in particolare, sebbene non in maniera esplicita, può essere un segnale alla dirigenza newyorkese per iniziare a sondare il terreno e provare a imbastire una trade che possa portare qualcosa di vantaggioso in cambio al Madison Square Garden. E Boston sarebbe un’ottima interlocutrice visto che non mancano gli elementi su cui scommettere, il vero punto è capire le intenzioni dei Celtics.

Sempre secondo l’indiscrezione di Washburn, ci sarebbero due fazioni all’interno della franchigia: coach Brad Stevens sarebbe entusiasta di allenare Anthony e non ha mai nascosto la sua stima per il nativo di Brooklyn, mentre Danny Ainge sarebbe molto più dubbioso riguardo a un’eventuale affare. Il general manager dei Celtics non vorrebbe intaccare a questo punto della stagione il nucleo della squadra che tanto bene sta facendo e che reciterà un ruolo da protagonista anche nei prossimi Playoffs.

Inoltre Ainge non parrebbe proprio al settimo cielo all’idea di accollarsi il contratto di Anthony, con 27 milioni di dollari mal contati previsti nei prossimi due anni. Insomma il gioco non sembra valere la candela per Boston ma l’NBA è un business e fino all’ultimo minuto della trade deadline può succedere di tutto.

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