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Draft 2015: Analisi delle scelte (21-30)

Concludiamo il nostro viaggio all’interno del primo giro del Draft 2015 andando a vedere più da vicino le scelte dalla 21 alla 30, ricche di giocatori interessanti e anche molto talentuosi, con diversi candidati al ruolo di steal of the draft.

21) DALLAS MAVERICKS: Justin Anderson

Justin Anderson sembra essere un’ottima scelta per Dallas ed il suo coach Rick Carlisle: giocatore intelligente e di sistema -non potrebbe essere altrimenti avendo giocato sotto la guida di Tony Bennett-, l’ala ex Virginia è in assoluto uno dei migliori difensori dell’intero draft, un giocatore fisico, intelligente e con un tiro migliorato in maniera esponenziale lo scorso anno, passando dal 29% dalla lunga distanza della stagione precedente ad un eccellente 45%. Parlavamo di steal of the draft e Anderson è sicuramente un candidato per questo ruolo, specialmente per il buon impatto che potrebbe avere sin dal primo giorno in NBA, portando con sé una grande solidità sotto diversi punti di vista. Il potenziale forse non è da All-Star, ma con la ventunesima chiamata non era certo quello l’obiettivo dei Mavericks che in compenso potrebbero aver pescato un giocatore di rotazione di alto livello per i prossimi dieci anni.

Adam Silver se la prende con qualcuno che deve evidentemente aver sbattuto una porta al Barclays Center, mentre Portis pare aver avuto una visione à la Paolo Brosio. Il bello del Draft NBA.

22) CHICAGO BULLS: Bobby Portis

Ottima presa dei Bulls che, pur essendo piuttosto profondi a livello di frontcourt, trovano alla 22 un giocatore potenzialmente da lottery, in grado di vincere al college, con la maglia di Arkansas, il titolo di giocatore dell’anno nella stessa conference dei fenomeni di Kentucky, la squadra in grado di mandare quattro giocatori nelle prime tredici scelte di questo draft. Lavoratore indefesso, ottimo difensore e dotato di una furia agonistica mirabile, Bobby Portis è un Kevin Garnett super-light (bisogna sempre andar piano con certi paragoni) privo dell’esplosività del primo Big Ticket, ma che dovrebbe sposarsi bene in questi Bulls, nonostante la partenza del maestro della difesa Thibodeau e l’arrivo di Fred Hoiberg. Realizzatore di buon livello anche grazie ad un jumper sempre più affidabile e rimbalzista offensivo di prima categoria, Portis era a questo punto il giocatore decisamente più solido da scegliere e quindi l’uomo giusto per una squadra con obiettivi importanti, in cerca di qualcuno capace di dare subito un buon contributo senza rischiare di essere in alcun modo deleterio per il gruppo e per il gioco di squadra, ma anzi in grado di sposarne appieno la filosofia.

23) BROOKLYN NETS (via Portland Trail Blazers): Rondae Hollis-Jefferson

Giocatore giunto ai Nets insieme a Steve Blake in seguito allo scambio più importante della notte che ha visto approdare l’ex Duke Mason Plumlee ai Blazers, Rondae Hollis-Jefferson è un altro giocatore visto circumnavigare la zona lottery in diversi mock nel corso della stagione, salvo vedere scendere un po’ le proprie quotazioni con l’avvicinarsi del draft. Sesto uomo di lusso per Arizona nell’ultima stagione collegiale, Hollis-Jefferson è un altro ottimo difensore nonché uno dei migliori atleti del gruppo, in grado di marcare senza problemi ogni ruolo dall’1 al 4 e di attaccare l’area con conclusioni pirotecniche. A lasciare dubbi è il suo gioco offensivo pressoché nullo fatta eccezione per le esplosioni atletiche che lo contraddistinguono e la buona capacità di andare in lunetta, dove col 70% è anche piuttosto affidabile, tuttavia ci troviamo di fronte ad un giocatore che porta in dote alcuni pregi insindacabili e facilmente proiettabili anche tra i professionisti, che lo rendono una scelta almeno sulla carta “sicura” a questo punto del draft.

24) MINNESOTA TIMBERWOLVES: Tyus Jones

Seconda scelta di serata per i T-Wolves che, dopo lo scontato Towns, puntano su Jones, ignorato dalla squadre immediatamente precedenti, ma di fatto il miglior playmaker puro del draft. I limiti fisici e atletici potrebbero naturalmente essere un problema a livello di potenziale NBA, tuttavia è il classico giocatore la cui difficoltà a commettere errori in quanto a scelte sul campo dovrebbe, unita ad un tiro affidabile e grande intensità, assicurargli buoni minuti in una squadra che peraltro non ha grandi velleità nell’immediato futuro (nonostante il talento si riparte da un 16-66 non propriamente da corazzata) e in cui sarà circondato da molti altri giovani, permettendogli di crescere con costanza e divenire, perché no, uno dei leader di questo gruppo, come ha già dimostrato di saper fare a Duke con compagni talentuosi come Okafor e Winslow.

25) MEMPHIS GRIZZLIES: Jarrell Martin

Piccola scommessa dei Grizzlies che, di certo non alla ricerca dell’uomo del destino, decidono di puntare sull’ala da LSU, forse il giocatore del primo giro più orientato verso una carriera da boom-or-bust: fisicamente pronto per fare l’ala grande in NBA, ottimo atleta e realizzatore versatile, Martin ha il potenziale per diventare il degno sostituto di Zach Randolph, ma allo stesso tempo potrebbe anche finire con l’ essere un aficionado della D-League, dato che al talento si accompagnano scarse doti di passatore, una consistenza altalenante, un gioco perimetrale ancora molto ondivago e un impegno a rimbalzo, specialmente difensivo, ancora insufficiente al netto delle sue possibilità. Alla 25 però è giusto azzardare un minimo e di certo quella dei Grizzlies è una scelta più che accettabile.

26) SAN ANTONIO SPURS: Nikola Milutinov

Scelta che si sarebbe potuta considerare sorprendente, ma che non lo è dato che a scegliere sono stati gli Spurs, al nono giocatore internazionale scelto negli ultimi dieci anni. Milutinov è un sette piedi serbo che si è messo in mostra col Partizan nell’ultima stagione della Lega Adriatica e dell’Eurocup, un lungo ottimo in situazioni di pick’n’roll, in grado di essere efficace nei pressi del ferro (66%), ma anche con il jumper dalla media (37%), presentandosi quindi come un classico prospetto Spurs, verosimilmente atteso ancora a qualche anno in Europa prima di effettuare il grande salto alla corte della squadra texana.

27) LOS ANGELES LAKERS: Larry Nance Jr.

La pacatezza di Nance che dopo questa uscita, diplomatica quanto un convegno di Borghezio, è destinato a conoscere il lato #rapist di Bryant. Buon divertimento, Larry.

Figlio d’arte, Larry Nance Jr. è stato un giocatore collegiale di ottimo livello a Wyoming e si presenta come un potenziale contributore dalla panchina per dei Lakers in ricostruzione. A differenza di molti dei giocatori visti fino ad ora in questa zona del draft, Nance ha visto le sue quotazioni alzarsi parecchio nelle ultime ore, tanto da farlo finire in un primo giro che pareva insperato. Ottimo atleta e migliorato anche a livello di tiro, il giovane Larry potrebbe anche divenire un giocatore NBA qualora dovesse sopravvivere ad un’estate con Bryant, a cui nel 2012 l’ex Wyoming dedicò un tweet caustico che diceva all’incirca “speriamo che questa volta a Denver Kobe tenga le mani a posto…#stupratore”, frase immediatamente cancellata al momento della scelta, ma sappiamo che il Mamba possiede una discreta memoria. Si prospetta una lunga estate. Per il resto lascia qualche dubbio la scelta di puntare su Nance con l’apparentemente più pronto Harrell ancora libero o un buon talento come Looney che forse sarebbe stato una scommessa più interessante, ma di certo in ogni caso la rinascita Lakers non parte da qui.

28) BOSTON CELTICS: R.J. Hunter

Scelta affascinante di Boston se ci si dimentica per un attimo dell’overdose di guardie a disposizione di coach Brad Stevens, R.J. Hunter è uno dei migliori realizzatori del gruppo, un ottimo tiratore che forse ha visto le sue quotazioni scendere anche in seguito al pessimo 29% al tiro da tre nell’ultima stagione, percentuale che però è frutto di attenzioni decisamente speciali dedicate al talento di Georgia State a livello collegiale, situazione che non si ripeterà in NBA e che gli dovrebbe permettere di essere una discreta sicurezza da fuori. Dotato anche di buona visione di gioco e abilità nel passaggio, Hunter non è un atleta eccezionale, ma è fluido nei movimenti e sa sfruttare la capacità di andare in lunetta per sopperire ad una certa difficoltà nel concludere in area con buone percentuali. Possibile che venga inserito in qualche pacchetto di scambi da parte dei Celtics, ma in ogni caso una buona presa a questo punto del draft.

29) BROOKLYN NETS: Chris McCullough

Scegliere alla 29 un giocatore, per di più di casa, che senza l’infortunio al ginocchio a febbraio sarebbe probabilmente finito tra le prime quindici scelte -tenuto conto della grande considerazione che aveva tra gli scout NBA il talento ex Syracuse-, non si può certo considerare altro che un’ottima presa: fisicamente perfetto per fare l’ala grande in NBA e con una buona struttura che dovrebbe essere piuttosto facile da rinforzare muscolarmente, McCullogh ha un potenziale enorme su ambo i lati del campo, con una buona varietà di conclusioni e un trattamento di palla ottimo per il ruolo, il che gli permette di essere efficace anche fronte a canestro. A vent’anni da poco compiuti, McCullogh, qualora non dovesse avere problemi fisici, potrebbe essere un altro candidato al ruolo di steal of the draft.

30) GOLDEN STATE WARRIORS: Kevon Looney

Si chiude il primo giro con la scelta dei campioni in carica, i Golden State Warriors, che riescono ad accaparrarsi un giocatore di ottimo livello come Looney con la trentesima scelta, frutto anche dei dubbi riguardanti l’infortunio all’anca del giovane che hanno fatto precipitare le sue quotazioni: ancora piuttosto grezzo e scostante, il talento da UCLA è però un aggressivo rimbalzista che potrebbe tornare utile ai Warriors anche in vista di una possibile trade riguardante David Lee. L’ex Bruins è più di un cattura rimbalzi: capace di allargare il campo con un buon tiro da fuori (43% da tre) specialmente in situazioni di catch and shoot, è anche un ottimo contributore a livello difensivo e qualora dovesse rinforzarsi e migliorare il proprio gioco in post potrebbe davvero rivelarsi una grande presa per gli uomini di Kerr.

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