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Road To Draft

Road to Draft 2014: Nik Stauskas

Canadese di retaggio lituano Nik Stauskas due anni fa non era considerato nemmeno uno dei primi 60-70 giocatori in arrivo nel college basketball e Michigan non fece poi molta fatica a strapparlo a Georgetown e Kansas, ma a quanto pare Beilein e il suo staff ci videro più lungo di quanto non fecero esperti e giornalisti dato che, dopo sole due stagioni, Nik si è già rivelato pronto per palcoscenici più importanti, dichiarandosi per un Draft NBA in cui, nonostante l’enorme mole di talento presente, verrà scelto verosimilmente tra le prime 15 chiamate, il tutto dopo una sessantina di partite. D’altra parte Stauskas sa come mettersi in mostra velocemente ed è un ragazzo dal valore innegabile, cosa che si è potuta osservare nel suo periodo ai Wolverines dove, da inesperto freshman, riuscì a divenire punto fermo del quintetto nel corso di sole 7 gare, risultando già al suo primo anno una delle colonne portanti di una squadra giunta fino alla finale NCAA. Nik però non si è accontentato ed è rimasto un altro anno, nel quale si è migliorato ulteriormente e ha guidato una Michigan molto meno talentuosa (niente Burke, Hardaway Jr. e McGary) ad una stagione sorprendente, conclusasi a pochi secondi da un’altra Final Four solo per l’ennesimo incredibile canestro di Aaron Harrison. Come al college, ma a due anni di distanza e in un contesto differente, Nik Stauskas potrebbe rivelarsi ancora una volta uno dei giocatori più pronti tra i nuovi arrivati. Perchè? Andiamo a vederlo.

Più passano gli anni e più la vecchia cara National Basketball Association diviene una lega di tiratori, dove il tiro da tre è venerato più degli One Direction da un’adolescente di 15 anni con gusto musicale dubbio e se sai tirare hai un posto assicurato, un po’ come per Adriano all’Hollywood quando torna a Milano. In questo contesto si inserisce perfettamente e ci si accomoda anche in pigiama e pantofole Nik Stauskas che, per quanto cercheremo di parlarvi di vari aspetti del suo gioco, rimane principalmente un tiratore di prima categoria: tiratore da 44% al tiro dalla lunga distanza in entrambe le sue stagioni al college e con percentuali ai liberi ben sopra l’80%, Stauskas è il miglior interprete di questo fondamentale tra tutti i prospetti del prossimo Draft. Qui ce lo dimostra in un video casalingo che però già parla piuttosto chiaramente delle sue capacità:

Come sottolineato nel titolo del video sta piovendo, ma più che acqua piovono triple.

Tiratore non vuol dire però realizzatore mono-corde, difatti il suo perfetto jumper lo rende pericoloso in una miriade di opzioni: perfettamente a suo agio in situazioni di catch-and-shoot in uscita dai blocchi, può concludere sostanzialmente con la medesima efficacia con i piedi a terra, in situazioni di pick’n’roll e dal palleggio, dove è specializzato nei pull-up jumper, anche in isolamento.

Il gioco offensivo di Michigan si sposa poi bene col gioco NBA e Stauskas ha mostrato di essere perfettamente a suo agio in situazioni di dribble handoff così come in pick’n’roll dove gli basta pochissimo spazio per rilasciare il suo rapido tiro e qualora il suo difensore non glielo lasciasse è capace anche di crearselo grazie ad un ottimo e collaudato step back. Qui lo vediamo in azione nelle sue due partite contro l’arci-rivale Michigan State nelle quali ha combinato per 44 punti col 64% al tiro:

Pick’n’roll, pull up, dal palleggio, con step back, in transizione..la varietà di conclusioni di Stauskas è già degna di un All-Star.

Nik prima e dopo la cura..decisi passi in avanti nell’anno da sophomore, ma basterà in NBA?

Nel video sono presenti però anche alcune giocate interessanti per altri aspetti del gioco in cui Stauskas mostra eccellenti doti, in primis il passaggio: pur non essendo un “illuminato” dell’arte del passaggio è migliorato molto nel corso del suo secondo anno ed è passato da 1.3 a 3.3 assist per gara, con un assist/turnover ratio di 2.6 che è un numero ottimo per quella che è a tutti gli effetti una shooting guard. Dal pick’n’roll come in situazioni di penetra e scarica Nik mostra una buona intelligenza cestistica e capacità di trovare i compagni, intelligenza che poi conferma nelle scelte di tiro e nei movimenti senza palla, che lo rendono uno dei giocatori più interessanti di questo Draft a livello di QI cestistico. Passato dal ruolo di role player a leader carismatico della squadra, Nik ha dimostrato di essere forte mentalmente e di avere le doti del leader, capace di non farsi intimorire nemmeno nelle situazioni più ostiche, come ad esempio proprio nei “derby” contro MSU. Altro aspetto interessante visto in parte nel video è quello delle sue migliorate doti nell’attaccare l’area, anche grazie ad un fisico più solido rispetto all’anno da freshman, ottenendo anche molti più viaggi in lunetta: migliorato nel palleggio ed atleta sottovalutato Stauskas conclude con un buon 60% al ferro.

Qui lo vediamo nella ottima partita contro Iowa:

notare le buone doti di passatore, la capacità di crearsi il tiro dal palleggio e gli interessanti movimenti in penetrazione (in particolare a 1:35 e 2:15)

Ci sono però dei passi in avanti da fare, naturalmente. Innanzitutto a livello difensivo, dove però non sembra avere grande potenziale: con braccia di 2 metri scarsi non è aiutato da Madre Natura, il suo fisico per quanto migliorato fatica a tenere i giocatori avversari, la sua posizione difensiva non è spesso delle migliori e non riesce a negare la via dell’area al giocatore che gli è affidato in marcatura. Spesso perde il proprio uomo a rimbalzo regalando extra possessi agli avversari e non mostra un atteggiamento convincente. La sua intelligenza cestistica lo rende un accettabile difensore di squadra a livello di posizione e nella lettura delle linee di passaggio, ma risulta troppo spesso passivo e in una lega dove bisogna saper tenere il proprio uomo le sue lacune nella difesa individuale potrebbero costargli del minutaggio.

Passi in avanti sono poi ancora da fare nel suo gioco dal palleggio, nella sua capacità di creare attacco e infine dal punto di vista fisico: difensivamente abbiamo già parlato delle sue difficoltà a contenere gli avversari e la cosa rischia di peggiorare in una NBA di super-atleti, ma il problema si trasla anche in attacco dove rimane comunque un’atleta nella media per gli standard NBA e e ci sono dei dubbi sulle sue possibilità di essere efficace nelle aree della Lega. Non sempre riesce a superare gli avversari e soffre i difensori particolarmente atletici, fatica a penetrare in situazioni di pick’n’roll dove spesso viene fermato e si deve accontentare del tiro dalla lunga distanza che finchè entra con certe percentuali non è un problema, ma su 82 partite le gare con cattive percentuali (che ci sono, vedasi il match contro Duke o quello contro Indiana, dove soffrì moltissimo contro il più piccolo, ma rapido, Yogi Ferrell) rischiano di diventare più numerose e non è sempre detto che ci si ritrovi in un ambiente pronto ad aspettare il nuovo arrivato e a dargli numerose chance. In area poi fatica a concludere contro frontline fisiche e lunghe ed è sicuramente un aspetto su cui lavorare per avere percentuali accettabili in ottica professionistica.

Come detto Nik Stauskas dovrebbe essere chiamato tra le prime 15 scelte, tendenzialmente nel range tra la 10 e la 15 e potrebbe subito rivelarsi un ottimo aiuto dalla panchina per la squadra che lo sceglierà, capace di dare punti di qualità in poco tempo grazie alla varietà e precisione delle sue conclusioni col jumper, dove non dovrebbe avere particolari difficoltà ad adattarsi anche in NBA, dato anche che non sarà l’uomo su cui si concentreranno le difese avversarie, come invece accadeva al college. Certo è difficile vederlo come una futura superstar , non possiede l’upside di molti dei prospetti più quotati, sebbene abbia dimostrato di sapersi migliorare molto nei due anni al college. Quello che lo rende un prospetto da top 20 è il suo essere uno dei giocatori più “solidi” di questo Draft, uno di quei giocatori in possesso di doti certificate che dovrebbero essere confermate anche al piano di sopra, offrendo alla squadra che lo sceglierà tutto ciò che era “promesso” dai suoi anni al college, a differenza di molti giocatori più talentuosi che potrebbero invece deludere le aspettative forse esagerate degli adetti ai lavori. Chissà che, con qualche ulteriore passo in avanti nella creazione del proprio attacco, non si possa parlare nel corso di qualche anno di Nik Stauskas come di uno dei realizzatori più prolifici della NBA.

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