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Editoriali NBA

Top & Flop: le pagelle di Indiana-Atlanta (Gara 5)

Lo sconforto di Larry Bird, i musi lunghi dei tifosi e i fischi di un popolo innamorato che si sente tradito. Con queste premesse gli Indiana Pacers si preparano a Gara 6, quella del dentro o fuori. Per fortuna si giocherà in Georgia, a riparo dalle contestazioni e lontano da un clima pesante. Giovedì notte tredici uomini, compreso coach Vogel, si assumeranno le loro responsabilità. Nessuna richiesta particolare, soltanto indossare canotta e pantaloncini per evitare pessime figure. Da una squadra così umorale è lecito non attendersi più nulla. La pressione è diventata de-pressione, paura di non farcela. I campioni della Eastern Conference lotteranno per la dignità, mentre Atlanta vivrà 48 minuti ad un passo dalla storia. Pregustando un duello all’ultimo sangue, accontentiamoci delle pagelle di Gara 5.

CATEGORIA TOP

Mike Scott: 10. Di fronte ad uno così, il minimo è svenarsi. La partita la ammazza lui, affittando una vasca con retina e tuffandocisi dentro con tutte le scarpe. Nel secondo quarto sconfigge la noia cavalcando la leggenda, inanellando triple benedette persino dal tabellone. Se le chances degli Hawks si sono moltiplicate a dispetto degli allibratori, il merito è anche suo. MARZIANO

Shelvin Mack: 9. E’ il bastone di Mike Scott. Offre il cambio al suo compagno di panchina quando si tratta di mettere in ghiaccio la pratica. Segna 20 punti e sforna 5 assist, ma stupisce la semplicità con la quale raggiunge certe cifre. Fa meglio di Teague, rimbambisce George Hill e strappa un angolo di copertina per stamparci il suo faccione. JOLLY

Paul George: 7. C’è chi lo dipinge come l’unico “fesso” (in senso buono) in mezzo a un branco di polentoni. Sarà pure un’immagine ingenerosa, ma rende benissimo l’idea. A pochi istanti dalla palla a due stacca la spina, chiude gli occhi e prega. Il suo basket, sacro, si mischia però alle bestemmie dei compagni, pigri in difesa e frettolosi in attacco. Nella torre di Babele di Indianapolis, nessuno decifra il suo linguaggio. FORESTIERO

CATEGORIA FLOP

Pero Antic: s.v. Vince lo straziante derby dei centri segnando 1 punto. Hibbert e Mahinmi restano inchiodati a zero, forse mossi dalla compassione nei confronti del barbuto macedone. Il tiro pesante è fermo in soffitta, in attesa di essere rispolverato per qualche finale mozzafiato. Potrebbe fare di più: fino a questo momento non è stato né carne né pesce. APPANNATO

Roy Hibbert: 3. Al diavolo la diplomazia. Le sue performances sfiorano il ridicolo. Si carica di falli privi di una logica, fa finta di spremersi e poi si abbandona a patetiche espressioni quando lo inquadrano in panchina. Vogel lo scomoda per soli 12 minuti, facendo un favore a tutti e in primis a se stesso. E’ andato a cena con Bird per dissipare le ombre sul futuro. Passi avanti? Zero. IRRITANTE

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