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Dalle Langhe a Tallinn: Amedeo Della Valle

Amedeo Della Valle, la sua storia

Chissà se coach Thad Matta ha visto la finale dell’Europeo under 20 disputata dall’altra parte del mondo. Chissà cosa può aver pensato vedendo il suo freshman prendere in mano la partita e decidere di vincerla quasi da solo. Sicuramente non avrà potuto trattenere un sorriso di soddisfazione, sperando che la prossima stagione cominci il prima possibile.

Chissà invece cos’avrà pensato questo freshman quando ha alzato la coppa e quando ha ottenuto il titolo di MVP del torneo. Mille pensieri che si confondono, che spaziano da Ohio State a Casale, dall’Europeo under 18 di due anni prima alle sue Langhe, cui di certo tornerà per un po’ prima di ripartire per gli States per la nuova stagione NCAA, che dovrebbe vederlo maggiormente al centro della scena.

Perché il legame tra gli abitanti delle Langhe, storica regione piemontese, e le loro terre è qualcosa di non comune. Disertando dopo il caos successivo all’armistizio dell’8 settembre 1943, lo scrittore Beppe Fenoglio tornò subito qui, a casa, per unirsi alla Resistenza, e raccontò fedelmente questi paesaggi nei suoi libri. Allo stesso modo, quando Carlo Della Valle si ritirò dal basket giocato nel 1989, nonostante l’ultimo anno l’avesse fatto a Roma decise di tornarsene nella natia Alba, esattamente come fece a suo tempo lo scrittore. Alba, centro pulsante di queste terre, anche più dei capoluoghi di provincia Asti e Cuneo. Città natale di Fenoglio. Città natale di Carlo Della Valle. Città natale anche del figlio di Carlo, Amedeo, mezzo secolo dopo quell’armistizio.

Erede di un ex giocatore, Amedeo non può che tirare precocemente una palla verso un canestro. Ma oltre alla passione mostra presto un talento non indifferente: nasce playmaker, come papà Carlo, ma cresce molto per il ruolo, assestandosi sul metro e 95; e così viene sempre di più spostato a guardia, anche per sfruttarne le doti balistiche e realizzative. A 14 anni è già nelle giovanili di Casale Monferrato, principale squadra professionistica della zona, e porta subito i suoi Under 15 alle finali nazionali. Il talento è tutto lì da vedere, e il coach della prima squadra, Marco Crespi, oggi fresco di assunzione al timone della Mens Sana campione d’Italia, uno che qualche buon giocatore in carriera l’ha visto, si rende presto conto che quel ragazzo stecco con un casco di riccioli neri non è uno qualsiasi: lo vuole in prima squadra, e a 17 anni lo fa esordire in Legadue. Un paio d’anni, poche presenze, tanta panchina, ma anche tanta esperienza a contatto coi professionisti.

E’ nelle nazionali giovanili che questi ragazzi talentuosi ma ancora acerbi possono giocare minuti di qualità contro coetanei di pari livello. E spesso possono anche mostrare al mondo le proprie doti: come accade ad Amedeo, che dopo tanta panchina a Casale in Legadue esplode fragorosamente in occasione degli Europei under 18 del 2011. Top scorer del torneo, guida la nazionalina alle semifinali, ma deve dare forfait proprio sul più bello per un problema al polso. Risultato, due sconfitte e quarto posto, nessuna medaglia.

E’ una delusione enorme per la riccioluta guardia da Alba. Difficile digerire una sconfitta quando non puoi dare il tuo (importante) apporto, ma ci sarà tempo per rifarsi. Anche perché i suoi numeri hanno destato l’attenzione di molti, non solo in Italia.

Complicato per Casale trattenere il suo gioiellino dopo questo exploit. Soprattutto se la telefonata arriva dall’America: alla Findley Prep High School, liceo del Nevada di grande tradizione cestistica, sono rimasti piuttosto impressionati dalle giocate del ragazzo, e gli offrono una borsa di studio per finire il liceo nel deserto intorno a Las Vegas. Lasciare le Langhe è dura, ma queste non sono certo occasioni da farsi sfuggire, e un mese dopo gli Europei Amedeo è già sull’aereo. Perché la Mecca del basket è oltreoceano, e facendo anche solo l’ultimo anno in una high school così prestigiosa avrà buone possibilità di ottenere una borsa di studio per un college americano.

Non ha sbagliato i conti: agli ordini di coach Michael Peck gioca appunto una sola stagione, quasi sempre da guardia tiratrice, chiudendo con la miglior percentuale di squadra dall’arco. Fioccano offerte importanti per l’NCAA, atenei storici della Division I come Arizona, Gonzaga, Texas A&M, anche la finalista di quest’anno, Michigan. Ma vuoi per l’ultima stagione in cui hanno disputato le Final Four, vuoi per il carisma di coach Matta, che alle indubbie doti di reclutatore associa una certa bravura nell’allenare, Amedeo opta per i Buckeyes di Ohio State University. Da buon freshman, il primo anno lo guarda spesso dalla panchina, eppure diventa subito l’idolo dei tifosi, che imitano con delle parrucche la sua tipica chioma riccioluta.

Ha giocato poco in questa stagione a Ohio State, come due anni prima a Casale. E come due anni prima ha la possibilità di rifarsi con la maglia della nazionale agli Europei di categoria, stavolta under 20; con l’aggiunta che ora c’è anche una vecchia delusione da riscattare. Coach Pino Sacripanti punta molto su di lui, e Amedeo va di nuovo oltre ogni aspettativa, bruciando le tappe come ha sempre fatto nella sua giovane carriera. Non sarebbe giusto non dare merito alla squadra e al lavoro di ogni singolo componente di questa magnifica under 20, perché è solo col lavoro di squadra che si raggiungono questi risultati; ma il talento delle Langhe ci mette sempre la sua firma quando conta, dal jumper vincente sulla sirena contro la corazzata spagnola ai quarti all’incredibile ultimo quarto della finale con la Lettonia, in cui segna 17 punti indirizzando partita e titolo continentale verso i nostri colori. Vedendo la crescita esponenziale di questo ragazzo partito dalle Langhe piemontesi, già approdato negli States e definitivamente consacrato nella notte di Tallinn, coach Thad Matta può veramente sorridere soddisfatto. E con lui possono farlo anche tutti gli appassionati del Belpaese.

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