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Gli Heat chiudono sul 4-1, Wade segna i canestri decisivi

I Miami Heat hanno centrato la terza Finale di Conference consecutiva sconfiggendo i Bulls per la quarta partita di fila, chiudendo i conti sul 4 a 1. E’ stata una gara strana, con i padroni di casa che sembravano averla già vinta, quindi con Chicago in apparente controllo, sino ad arrivare ad un epilogo punto a punto che ha visto la risurrezione di D-Wade. In definitiva questa partita è stata di gran lunga la più equilibrata ed emozionante della serie.

Nessuna novità dall’infermeria dei Bulls, mentre la presenza del numero 3 di Miami smentisce ogni voce riguardo ad un forfait causa ginocchio. L’avvio della partita non sembra presagire quanto avverrà in seguito. Gli Heat stritolano gli avversari e partono con un 10-0, complice anche l’1/6 degli ospiti. Miami segna i suoi primi sette tiri, allungando addirittura sino al 18-2 a 6:51. Dopo una schiacciata in alley-oop di James coach Thibodeau chiama un timeout con la squadra sotto 24-10. Sembrerebbe finita. Ma il condizionale è d’obbligo, specialmente con questa squadra. Con un Boozer finalmente positivo nelle gare in Florida Chicago riduce lo strappo e dà segni di vita, chiudendo il primo quarto sotto solo di nove, 30-21. Percentuali alte da ambo le parti, 61 vs 55%, con LBJ ed il predetto Carlos a farla da padroni, rispettivamente a quota 10 e 12 punti.

Il cuore dei Bulls si dispiega ad inizio secondo quarto, quando la squadra si avvicina inesorabilmente agli avversari. Bene Hamilton, con fiducia Robinson dopo l”uovo” della scorsa partita. Per Nate the Great meno p&r, per evitare i raddoppi costanti della difesa degli Heat. Jimmy Butler con una tripla firma addirittura il sorpasso, 38-36, un fatto assolutamente impensabile sino a pochi minuti prima. Miami è totalmente fuori ritmo, con Lebron che non attacca (0 punti nel quarto) ed un Wade aggressivo ma lontano parente del vero Dwyane. I padroni di casa si fermano di colpo, segnando la miseria di 6 punti in 7 minuti di gioco. Nel finale di periodo ad evitare un tracollo vertiginoso ci pensano 2 triple di Bosh, ma la partita è stata ribaltata di 360 gradi. Chicago è in vantaggio 53-47 all’intervallo, dopo una tripla insensata di Robinson. Per lui 14, Boozer a quota 19 ed in generale gli ospiti sempre reattivi e primi sulle palle vaganti. Tutte le categorie statistiche di squadra sono appannaggio dei Bulls, che hanno letteralmente shockato gli Heat ed i loro tifosi.

Ad inizio secondo tempo le squadre si scambiano canestri. Gli ospiti vanno sul +9, grazie ai secondi possessi in attacco e ad una accentuata aggressività che li porta presto nel bonus, complice anche il quarto fallo di Bosh. Boozer si prende un tecnico, ma fa soffrire Haslem in difesa. Miami resta in vita grazie a Lebron, che attacca maggiormente il canestro, ed a Robinson, autore di varie nefandezze che portano a palle perse. I Bulls sono in pieno controllo della gara, si portano anche in doppia cifra di vantaggio dopo una tripla di Rip Hamilton. Il terzo quarto, trascorso sul filo dell’equilibrio, si chiude con Chicago avanti 77-69, grazie anche alla doppia doppia da 23+11 di Boozer. Per gli Heat solo 3 rimbalzi nel quarto, una panchina inesistente e la sensazione che c’è bisogno di un mezzo miracolo per evitare gara-6 in trasferta.

Il supporting cast dei padroni di casa, dopo aver latitato per tre quarti, si fa trovare presente al momento giusto. Si sblocca Shane Battier, assolutamente deleterio fino al momento. L’ex-Duke segna 2 triple importanti che rintuzzano la fuga dei Bulls, ulteriormente riavvicinati dalla schiacciata in alley-oop di Andersen, che costringe Thibodeau al timeout. Per diversi possessi Miami resta sul -1 o -2, senza riuscire a dare il colpo definitivo grazie alla tenacia degli avversari. Lo svantaggio viene annullato dal solito Norris Cole con quattro punti importanti. Prima col jumper dell’ 82-81, quindi con una schiacciata di sinistro nel traffico. I possessi seguenti sono quelli decisivi. E’ in questo frangente che si rivedono sprazzi del vero Wade. Flash realizza le giocate più importanti della gara, con 3 canestri fondamentali, tra cui una schiacciata in tap-in, ed una stoppata su tripla di Butler. Chicago non smette di lottare, grazie alla propria difesa ed al controllo dei rimbalzi. Una tripla senza senso di Robinson riporta gli ospiti sotto solo di tre lunghezze, con un minuto ancora da giocare. Il finale è decisamente convulso. Wade, ancora lui, conquista un rimbalzo offensivo prezioso a 45 secondi dal termine, facendo carambolare il pallone su Boozer. Nel possesso seguente James sbaglia l’entrata e lo stesso Dwyane spende il fallo a rimbalzo. I Bulls hanno la possibilità di pareggiare ma nella stessa azione sbagliano la tripla, prima con Robinson e poi con Butler. Suona la sirena e Miami festeggia lo scampato pericolo, il punteggio finale è 94-91 per i campioni in carica.

Lebron chiude con 23+7+8 ma 5/14 dal campo. Per il numero 6 si tratta dell’ undicesima gara Playoffs consecutiva con almeno 18, 5 e 5. Come lui Jordan, meglio solo Bird e Robertson. Wade fa registrare 18+5+6, anche se il ginocchio gli dà chiaramente molto fastidio. Per gli ospiti 26+14 di Boozer, 21+5+6 di Robinson e 19 di Butler. Male Belinelli, solo 3 punti e poco spazio in campo dopo l’inizio pessimo della sua squadra.

I Bulls hanno vinto quasi tutte le categorie statistiche. A rimbalzo 40-32, con ben 15 conquistati sotto le plance avversarie. Miami sopraffatta anche nei punti in area, 34-30, e che ha tirato sotto gli standard usuali, 45,7% comprensivo anche del 28,6 da tre. Solo 6-4 i punti in contropiede, differenza abissale rispetto alla partita precedente.

A serie finita si possono trarre alcune conclusioni. Gli Heat non sono sembrati con le marce alte, anche dopo la sconfitta di gara-1. Se questo da un lato può intimorire i prossimi avversari, d’altro canto dovrebbe far squillare qualche campanello d’allarme tra i campioni in carica, perché ulteriori rilassamenti, come nella prima partita o in questa, potrebbero costare parecchio. Anche James, nonostante i soliti numeri, non è parso in modalità 2012, con poche ricezioni in post e sprazzi di vecchie versioni poco aggressive. Per Miami ora un mini-riposo in attesa di conoscere i propri avversari, sperando al contempo di recuperare un minimo Wade, apparso in difficoltà nonostante gli eroismi di gara-5.

Solo applausi per Chicago. Non dovevano manco esserci e invece sono stati presenti, rendendo pan per focaccia agli Heat. Hanno vinto gara-1 ed in altre due partite hanno tenuto testa, in formazione largamente rimaneggiata. Avessero anche solo forzato la settima partita si sarebbe parlato di una mezza impresa, stante la perdurante assenza dei tre migliori giocatori della squadra. L’estate ci dirà come sta Rose e le future scelte di mercato, con alcuni contratti in scadenza, tra cui Robinson e Belinelli. Nel frattempo, tutti in piedi per gli IncrediBulls!

Alessandro Scuto

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