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Editoriali NBA

Lebron James a “scuola di tiri liberi” da Ray Allen!

Da poco votato MVP della Lega per la quarta volta negli ultimi 5 anni, finalmente vincente lo scorso anno, reduce da una stagione regolare di sostanziale onnipotenza cestistica nella quale ha inanellato 7 partite consecutive con almeno 30 punti e almeno il 60% dal campo, all’interno di una striscia di 27 vittorie, la seconda più lunga della storia NBA.

Come se questo non bastasse, le cifre stagionali recitano: 26,8 punti a partita col 56,5% dal campo e il 40,6% da tre (e il 72% da sotto, in prossimità del ferro), 8 rimbalzi, 7,3 assist e un plus/minus medio di +9,5. Semplicemente inumano. L’unica vera pecca in mezzo a cotanta perfezione, la macchia che non gli permette di entrare a far parte dell’elitario club del 40/50/90 sono i tiri liberi, sulla carta l’incombenza più semplice alla quale adempire su un campo da basket. Lebron James (perché è di lui che stiamo parlando, qualora qualcuno non l’avesse capito) li tira con una percentuale prossima al 75%, buona ma non di certo eccezionale come tutto quello che mette in mostra sul parquet.

Come già successo per il suo jumper dalla media distanza (“inconsistente” dicevano i più) o per il tiro da 3 punti (sotto media per ampi tratti della carriera del Prescelto), il giocatore n. 6 degli Heat sa che lavorando con particolare dedizione si può porre rimedio a tutte quelle sbavature che chi vuole primeggiare in una Lega così competitiva deve cercare di limare.

L’insegnante ideale gliel’ha fornito il mercato estivo condotto dalla franchigia della Florida che ha portato alla corte di coach Spoestra un tiratore da 89,4% in carriera a cronometro fermo, uno dei primi cinque tiratori di liberi nella storia NBA nonché uno degli 8 che in quel club del 50/40/90 (percentuali rispettivamente dal campo, da dietro l’arco e dalla linea della carità) ci è entrato di diritto già da un po’, quel Ray Allen ingaggiato per poco più di 3 milioni di dollari annui, così utile sia in uscita dalla panchina durante le partite che in palestra come “coach” di Lebron. Lui è il primo a non tirarsi indietro dinanzi a questa incombenza:

Sono con merito nella top 5 dei tiratori di liberi della storia NBA. Chi può essere meglio di me nell’insegnare come fare?

E riguardo la questione delle percentuali e della pratica fatta insieme:

Noi abbiamo parlato tutto il tempo del 50/40/90 e i tiri liberi ora come ora sono la sua nemesi. Lui è fantastico in tutti gli altri aspetti. Quest’anno abbiamo tirato migliaia di tiri liberi insieme. Stiamo provando a trovare il modo che gli permetta di tirarli nel modo più comodo possibile

Secondo quanto riportato da più fonti di ESPN.com “The King” non perde mai la possibilità di avvicinare Allen durante i lunghi trasferimenti aerei effettuati dalle squadre NBA, cercando di carpire il maggior numero di segreti riguardo l’arte del tiro, di cui Allen è indiscussamente maestro.

Ma l’aneddoto più intrigante secondo quanto riportato da Tom Haberstroh, editorialista per ESPN, riguarda quello che succede al termine degli allenamenti degli Heat. James, come tutti i più grandi, impara attraverso la competizione. Ed è per questo che i 2 futuri Hall of Famers si sfidano in quello che loro stessi hanno chiamato “the swish game”, gioco dalle regole molto semplici: 2 punti per il tiro libero mandato a bersaglio senza toccare il ferro, 1 per una normale conversione, -1 qualora il tiro non vada a bersaglio. Vince chi arriva prima a 21. Secondo quanto raccontato dai fortunati testimoni oculari, Lebron ogni tanto vince. Ma ogni tanto. E questa è la molla che lo spinge a migliorare, puntando a quel 80%, prossimo obiettivo da raggiungere, come dichiara il diretto interessato:

Il mio più grande problema sono i tiri liberi. Io voglio, anzi, ho bisogno di tirarli almeno con l’80%. Questo è il mio prossimo obiettivo. E poi, solo continuare a fare quello che sto facendo nell’ultimo paio di anni. Ma i miei tiri liberi sono davvero quello su cui voglio lavorare.

E dalla gara di 4 giorni fa, la prima della serie contro i Bulls, la meccanica dalla lunetta di James è totalmente cambiata, assumendo le sembianze di quella che così tante volte abbiamo visto eseguire negli anni da Allen. Il movimento è semplice e soprattutto sempre lo stesso.

Palleggio. Palleggio. Palleggio. Giro la palla tra le mani. Raccolgo il corpo. Porto in alto la palla, alzandomi sulle punte dei piedi. Rilascio.

I risultati in gara 1 sono stati tutt’altro che spregevoli: 7/9, prossimo a quell’80% al cui conseguimento Lebron si sta così tanto impegnando. A tal proposito coach Allen si era già espresso sulla meccanica di tiro precedentemente utilizzata dal suo compagno:

L’altro giorno, noi stavamo riguardando e commentando i suoi errori. Gli ho detto “Blocchi il tuo movimento in maniera troppo profonda quando ti pieghi. Rendilo più armonico e tieni la sfera il più possibile di fronte a te

So che molti di voi, oltre ad essere dei grandi appassionati NBA, sono dei giocatori più o meno capaci dello sport con i due cesti. I consigli del sommo Ray stanno qua. Con Lebron sembrano funzionare, magari provate ad applicarli anche voi.

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