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I Chicago Bulls firmano l’impresa e trionfano in gara-7 contro i Brooklyn Nets

I Chicago Bulls conquistano il passaggio alle semifinali della Eastern Conference, battendo a domicilio in gara-7, in un Barclays Center gremito in ogni ordine di posti, i Brooklyn Nets, con il punteggio di 99-93, e vincendo dunque la serie 4-3. 

In una serata in cui i Bulls hanno nuovamente dovuto fare i conti con le assenze di Kirk Hinrich, ancora alle prese con un problema al polpaccio sinistro, e Luol Deng, rimasto in ospedale per effettuare dei test sul virus che lo ha colpito prima di gara-6, Chicago mette in campo una prestazione tutto-cuore il cui simbolo è il centro francese Joakim Noah.

È proprio Noah il condottiero di una squadra stanca ed esasperata dalla molteplici e frequenti defezioni, ma che ha ancora il fiato e la grinta per dare battaglia a dei Nets, scesi in campo con la sicurezza che gara-7, in un modo o nell’altro, sarebbe stata la loro partita. Come il punteggio finale testimonia, non è andata così; probabilmente, però, non si tratta solo di una questione di risultato, ma soprattutto di atteggiamento, di approccio alla partita, che ha pesato tantissimo per i Brooklyn Nets che, in termini pratici,
hanno dato via praticamente tutto il primo tempo, andando al riposo sotto di 17 punti e in una situazione di inferiorità palese nei confronti dei propri avversari. Infatti i Bulls, oltre ad iniziare la partita benissimo in difesa, assicurandosi il dominio di un pitturato, che in questa serie a Brooklyn ha sempre fatto la differenza, parte arrembante anche nella metà campo avversaria, conquistando anche in questo caso il dominio sotto i tabelloni, e riuscendo alla fine del primo periodo di gioco a portare a casa 6 rimbalzi offensivi. Nella partita più importante della serie, e probabilmente anche della stagione dei Bulls, Noah mette la museruola a Brook Lopez che, grazie al lavoro su entrambi i lati del campo del francese, viene totalmente annichilito e chiude il primo tempo con solamente 2 rimbalzi e 7 punti, con 3/7 dal campo; Noah riesce dunque a fermare il giocatore che, più di tutti gli altri giocatori dei Nets, ha sempre creato grattacapi ai Bulls negli inizi di partita, quando grazie alla sua stazza, e aiutato dalla forma non perfetta proprio del centro francese, ha dato un netto contributo alla costruzione di parziali favorevoli ai suoi, grazie alle ottime capacità balistiche (merce rara per un centro NBA oggigiorno) e agli assist del compagno di merende Deron Williams; proprio quest’ultimo tiene in linea di galleggiamento i Nets contro dei Bulls straripanti, più almeno di quanto il parziale del primo periodo riporti, sul 29-25 per Chicago. Gara-7 che quindi, per certi versi, ricalca l’andazzo della precedente, perché anche in questo caso il ritmo d’inizio della partita è piuttosto alto: ma in questo caso sono i Bulls a imporlo, a differenza della gara precedente. Questo è dovuto ad un’orribile prestazione difensiva di Brooklyn, che concede praticamente qualsiasi cosa, agli uomini di Thibodeau, e alla maggiore precisione con la quale gli uomini di Chicago portano i propri attacchi, con un Belinelli ispiratissimo, sempre al centro della manovra, a volte come terminale, altre volte aiutando a costruire il tiro, sfruttando soprattutto l’ottima combinazione con Noah, che è uno dei leitmotiv intorno al quale i Bulls costruiscono il proprio attacco quando entrambi sono in campo. I Nets, che non si aspettavano di Bulls così arrembanti non riescono ad incassare il primo parziale, e vengono letteralmente travolti nel secondo periodo: negli ultimi 6 minuti della seconda frazione di gioco subiscono un parziale di 19-6, realizzato dai tori con una solida esecuzione offensiva, ma che  Brooklyn stessa aiuta a costruire con una difesa ai limiti dell’imbarazzante. Sul 15-2 di parziale Gerald Wallace prova a riscuotere i suoi, andando a concludere con un bella schiacciata dalla linea di fondo. Il massimo vantaggio alla fine del primo tempo lo assicura Boozer, che ricevendo la palla dalla rimessa di Robinson conclude con uno schiacciata il dominante primo tempo dei suoi. Note a margine: Thibodeau decide di dare maggiore spazio alla propria panchina, e almeno nel primo tempo la sua scelta (obbligata) viene ripagata dall’aiuto che giocatori Daequan Cook (che mette la tripla per il 9-0 di parziale sul 51-38) e soprattutto un ottimo Marquis Teague (8 minuti nel primo tempo con 4 punti e 3 assist, e un’eccellente difesa su C.J. Watson) danno ai loro compagni in una fase delicata della frazione quando bisogna amministrare il vantaggio costruito; 20 dei 44 punti dei Nets, sono segnati da una panchina in grado di supplire a prestazioni non all’altezza di alcuni dei starter, in particolare di Joe Johnson, che a fine primo tempo ha tirato con 0/5 dal campo; i Bulls, oltre ad una evidente superiorità a rimbalzo (21-13 il parziale delle carambole con 9 rimbalzi offensivi per i tori) hanno sfruttato nel modo migliore le 6 palle perse dei Nets, segnando 11 punti.

I Nets,nel secondo tempo, entrano finalmente in partita, quasi rendendosi conto solo allora dell’importanza fondamentale della gara, e riescono a rosicchiare a Chicago 10 punti, per un parziale totale del quarto di 31-21 e un Gerald Wallace che segna 8 dei suoi 19 punti finali proprio nella terza frazione, dando una consistente mano ai suoi, a costruire un parziale per recuperare la partita. Deron Williams, l’unico di Brooklyn nel primo tempo a tentare in qualche modo di reagire allo strapotere di Chicago, confeziona gli assist per le due triple di Wallace che porta la gara a -7; a 5minuti dalla fine del terzo quarto i Nets hanno confezionato un parziale di 11-2 che li riporta ufficialmente in partita. Ma trascinati da un ispiratissimo Belinelli, i Bulls tengono botta e riescono ad arrivare all’ultima frazione sull’82-75. L’ultimo quarto vede i tentativi di risalita dei Nets scontrarsi contro il muro rappresentato dalla difesa di Chicago: a 6 minuti dalla fine Deron Williams riesce a portare i suoi sotto di -5 con una bella tripla arrivata dalla transizione offensiva; ma Robinson con il jumper sul possesso successivo dei Nets e Belinelli dall’arco su assist di Nate, dopo il fondamentale rimbalzo offensivo di Noah, riportano il vantaggio dei Bulls a +10 a 4 minuti dalla fine della partita della serie. Lopez e Williams non ci stanno e riescono con 5 punti nei due possessi successivi (2 per il centro, 2+ tiro libero per D-Will), a riportare in carreggiata Brooklyn, che annaspa cercando di tenersi attaccata alla partita. Subito dopo le due azioni probabilmente simbolo della vittoria dei tori: Belinelli, sfruttando il solito pick n’roll con Noah riesce ad arrivare al ferro e a concludere, portando i suoi a +7 sul 95-88; nell’azione successiva, Noah in versione Muro di Berlino nega un facile layup a Gerald Wallace che avrebbe portato ancora una volta i Nets in linea di galleggiamento. A segnare il -5 ci pensa poco più tardi Brook Lopez raccogliendo un rimbalzo offensivo a 1 minuto dalla fine, ma  mentre i secondi scorrono con Chicago che tenta di consumarne il più possibile, Brooklyn continua a mancare l’occasione per portarsi davvero vicina ai Bulls, ed è costretta ai falli intenzionali per cercare di estendere il gioco. Belinelli però è glaciale dalla lunetta e segna entrambi i suoi tiri liberi. I Nets chiamano timeout e dalla rimessa successiva Deron Williams segna una magnifica tripla in fade away che regala il -4 ai suoi; i Nets fanno ancora fallo su Belinelli, ma evidentemente scelgono quello da mandare in lunetta perchè ancora una volta Marco, con una freddezza da veterano, mette altri due tiri liberi, arrivando al suo massimo personale nei playoff, 24 punti. L’ultima speranza dei Nets è una tripla di Joe Johnson che arriva a malapena al ferro, e mette fine definitivamente alla ambizioni dei Nets.

Aldilà di schemi e tatticismi, questa partita è la dimostrazione più limpida di come il cuore e la grinta riescano a fare la differenza al pari, se non più, del talento quando in gioco c’è qualcosa di importante. I Bulls,senza parecchi dei propri effettivi, hanno messo in campo il 100% di loro stessi dal primo all’ultimo minuto di gioco e hanno fatto capire a dei Nets, troppo sicuri di se stessi (anche grazie al fatto di essere riusciti a rimontare dal 3-1 nella serie), che e vere chiavi di una vittoria quando la posta è alta sono il gioco di squadra e l’approccio con cui vengono affrontate le partite (oltre che una buona dose di gioco difensivo che ai Nets è totalmente mancato nel primo tempo, e ha indubbiamente compromesso la partita delle retine). I Nets tuttavia hanno giocato dal secondo tempo in poi un’ottima partita e hanno creato dei seri grattacapi ai Bulls nel tentativo di riprendere le redini del match. Ma questo purtroppo per loro non è bastato.

Brooklyn, guidata da uno strepitoso Deron Williams (24 punti per lui, con 7 assist e 6 rimbalzi) e un sorprendente Gerald Wallace (19 punti e 5 assist), con il contributo del solito Brook Lopez (questa volta un pò troppo molle in difesa, ma costantemente pericoloso in attacco, e chiude con 21 punti ma solo 3 rimbalzi in 36 minuti di impiego), ha tenuto finché le é stato possibile ma è anche stata tradita nel momento del bisogno da un Joe Johnson che definire orrendo in questa partita sarebbe riduttivo, e che conclude con 6 punti, con 2/16 dal campo e 1/9 da 3 punti.

Per Chicago dare encomi ai singoli sarebbe riduttivo: si tratta di una prestazione di squadra di alto livello, e in altre condizioni probabilmente non credo che sarebbe possibile; ma la prestazione di un Joakim Noah da 24 punti (12/17 dal campo), 14 rimbalzi e 6 preziosissime stoppate (career high nei playoff, diventando anche il quinto giocatore a fare registrare in una gara-7 almeno 20 punti, 10 rimbalzi e 5 stoppate da quando le stoppate hanno inziano ad essere registrate com statistica) non può passare inosservata, così la sua enorme grinta che trova sfogo nell’urlo liberatorio di fine partita; così come non può non essere menzionata la prestazione di uno “storico” Marco Belinelli, primo italiano a passare il primo turno di playoff, e in più da protagonista, dando con i suoi 24 punti un contributo fondamentale per l’impresa dei Bulls (anche se come nella precedente partita la prestazione di Belinelli, può essere rappresentata dai numeri solo fino ad un certo punto).

Con la partita di ieri i Nets perdono così anche la seconda gara-7 della propria storia (la prima è stata persa con Detroit nel 2004); d’altro canto i Bulls riescono nell’impresa di vincere in trasferta per la prima volta una gara-7 (0-6 il record fino alla partita di ieri) e la storicità del dato va ulteriormente ad allietare la gioia per un’impresa ritenuta particolarmente difficile per gli uomini di Thibodeau.

Ora sono chiamati ad una difficilissima serie di semifinale contro i Miami Heat campioni in carica, nel rematch nei playoff della finale di conference persa nel 2011. Indipendentemente da come finirà questa serie, i Bulls in questi playoff hanno già dato dimostrazione di qualcosa di più della mera vittoria e per esprimerla voglio riprendere le parole di Rudy Tomjanovich, l’allenatore dei Rockets campioni NBA nel biennio 1994-1995: “Mai sottovalutare il cuore di un campione”, o come meglio in questo caso quello di una grande squadra.

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