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Houston sopravvive, scampato cappotto contro OKC

“sweep the beard”.  Così Recitava lo script della serie. Spazzare via il Barba e con esso i Rockets come soltanto Heat e Spurs hanno saputo fare in questo primo turno di playoff.  Un epilogo che dopo il secco 3-0 in favore dei Thunder,  sembrava dietro l’angolo. Eppure, quello che pareva essere l’ultimo atto ha invece spronato Houston a non mollare  e complice il fatto di giocare al Toyota Center, i Rockets hanno provato che l’orgoglio texano è più forte di un qualsiasi pronostico.

OKC entra in campo senza Westbrook( fuori causa infortunio al menisco), che  nella fattispecie viene  rimpiazzato da Reggie Jackson.  Dall’altra parte i Rockets  hannoa bordo campo Lin, fermo ai box per dolori al petto.  Houston parte a razzo e in meno di due minuti  macina 9 punti portandosi subito avanti di 7 lunghezze. Bene Asik a rimbalzo, molto bene Parsons in attacco, già a quota 8 punti a fine primo quarto. Nonostante il solito Durant in forma smagliante che oltre a segnare come un cecchino si diletta anche  a smistare palloni ( vedi Liggins da fuori e Ibaka sotto canestro), i Thunder faticano a prendere ritmo. 

Con l’ingresso in campo di Martin, qualcosa finalmente si sblocca nella macchina Thunder e dopo due minuti dall’inizio del secondo quarto OKC riacciuffa Houston. Sei punti per K-Mart, che servono alla causa per ricucire lo strappo.  A metà frazione, il punteggio dice 34 pari. Harden colleziona una serie impressionante di palle perse( all’intervallo lungo saranno 7!)  che dall’ altra parte producono punti facili in contropiede. Tanto che Houston, ad un minuto dalla fine del secondo quarto, è sotto di 10. Ennesima persa del Barba ed ennesima transizione che culmina con tripla di Martin e massimo vantaggio OKC. All’intervallo lungo il punteggio è  60-53 a favore dei Thunder.

A guidare la rimonta Rockets nella terza frazione è Chandler Parsons. Ala atipica che si sposa perfettamente nel sistema di Houston e che manda in tilt la difesa dei Thunder. E’ suo il lay up del sorpasso  a tre minuti dalla ripresa che porta i Rockets a +3. Okc perde lucidità in difesa e concede troppi tiri ai Beverly e Parsons di turno. Tuttavia resta a contatto in un moto continuo di parziali e contro-parziali. K.D.  tiene a galla i Thunder da tutte e due i lati del campo. Onnipresente.

L’ultimo periodo di gioco prosegue sulla falsariga del terzo e in generale di tutta la partita. Vale a dire a ritmo ondivago. Sale in cattedra il Venerabile Maestro( al secolo Derek Fisher), che compie un paio di magie come lo sfondamento subito su fallo inesistente di Harden a sei minuti dalla fine o l’assist a Reggie Jackson per la schiacciata  del   -6 Thunder.  A tre minuti dalla sirena arriva il lay up di Delfino, che porta i padroni di casa  sul +7. Nel finale di gara è  quasi esclusivamente Durant  Show, che cerca di mettere i titoli di coda a serie e partita. 10 secondi sul cronometro, OKC sotto di 2, il possesso è in mano al Barba che cerca l’entrata per chiudere la partita, ma sbaglia. Occasione d’oro per i Thunder di andare in parità e cercare di portarla a casa nei supplementari. Ma dopo l’errore di Durant dalla lunga distanza, Ibaka raccoglie un rimbalzo e sbaglia un rigore da sotto canestro. La partita finisce 105 a 103 per  Houston, che si salva e mercoledì tornerà ad Oklahoma City per cercare di riaprire la serie.

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