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Brooklyn asfalta i Bulls e si regala la prima vittoria in postseason al Barclays Center

Gara-1 della serie di  playoff tra Brooklyn Nets e Chicago Bulls si apre con la vittoria dei primi al Barclays Center con il punteggio di 106-89. Ma anche se il punteggio parla di un margine di “soli” 17 punti, il solco scavato dai padroni di casa ha proporzioni molto più ampie, se guardiamo alla dura lezione di pallacanestro che questi hanno impartito ai Bulls. Infatti Brooklyn ha iniziato la partita con grande carica, vogliosa di fare bene davanti al proprio pubblico e di inaugurare degnamente la postseason nel nuovo “palazzetto”, che da questa estate accoglie la franchigia di Mikhail Prokhorov. Con questo alto livello di concentrazione i Nets sono riusciti a dominare la partita dall’inizio alla fine, riuscendo anche per larghi tratti del match ad annullare i propri avversari.

Sin dalle prime battute della gara, la strada per i Bulls si fa in salita: il “rookie” dei playoff Brook Lopez, stravince il confronto iniziale con Noah, in un (visibile) precario stato fisico, e comincia distribuendo due stoppate, una a Boozer, l’altra allo stesso Noah, che insieme a una serie di schiacciate e lay-up, maturati da movimenti perfetti del no.11 dei Nets sia in post basso che fronte a canestro, danno un’idea del leitmotiv della partita. I Nets infatti dominano il pitturato da entrambe le parti del campo, e mentre in difesa non consentono ai Bulls di arrivare al tiro, o costringono gli avversari a forzare, in attacco dominano l’area avversaria, non incontrando resistenza nella difesa dei tori, con Noah, tenuto in piedi solo dalla sua grinta, e Boozer , quasi assente in difesa, al punto da consentire facili punti a quasi ogni giocatore dei Nets. I Bulls cercano di reagire inizialmente cavalcando proprio in attacco  Carlos Boozer, che sembra almeno essere in grado di tenere in qualche modo in piedi la propria squadra, ma già alla fine del primo quarto il risultato è di 25-16, in favore dei Nets, che sentendo di avere l’avversario alla propria mercè mettono insieme un secondo quarto spettacolare, conclusosi con il parziale di 35-19, arrivando così all’intervallo in vantaggio di 25 punti sul 60-35. Già il parziale ci da un’idea del chiaro indirizzo della partita: Brooklyn tiene saldamente in mano il match, e i Bulls non hanno assolutamente contromosse da giocarsi. A metà partita Deng, migliore marcatore dei Bulls in regular season con 16,5 di media, e Jimmy Butler, starter ieri nel ruolo di guardia, fanno registrare in due un solo canestro su 10 tentativi; Noah e Hinrich invece, sommando i loro 5 tentativi, neanche una volta trovano il fondo della retina. Offensivamente è Boozer che cerca di fare qualcosa in più terminando la prima frazione con 7/12, cifra che, a lume di naso, può dare un’idea sbagliata della partita del no.5 dei tori, che in difesa sta concedendo praticamente qualsiasi cosa agli avversari. I Nets sono diretti come un’orchestra da uno splendido direttore, quel Deron Williams, che molti (incluso il sottoscritto) davano per giocatore declinante, ma che invece dalla pausa dell’All-Star Game ha cominciato gradatamente ad aumentare in intensità e prestazioni, confermando ieri notte, quanto di buono fatto vedere nell’ultimo spezzone di regular season: nel secondo quarto infatti il palcoscenico è proprio della stella dei Nets, che si premura a fornire a Nate Robinson qualche lezione di 1vs1 ed esalta i tifosi dei Nets con giocate funamboliche. Brooklyn alla pausa lunga sembra essere di gran lunga una squadra superiore, sia per qualità di gioco corale, che per l’intensità dei singoli: Brook Lopez conclude infatti con 19 punti e 4 rimbalzi, Gerald Wallace sembra essere tornato lo spietato difensore di una volta, recuperando palloni importanti, forzando in più di un’occasione qualche palla persa di troppo agli avversari e accostando a questa intensità difensiva anche un’efficacia offensiva, che raramente in questa stagione ha mostrato: questo utilizzando molto i movimenti in post e le penetrazioni, ma riuscendo anche in qualche tentativo fronte a canestro, senza mai forzare praticamente nulla, come del resto tutta la squadra bianconera, la quale gioca su ritmi alti, aiutata dagli errori avversari e dalle ottime giocate difensive. Traducendo il tutto in cifre, i Nets tirano nel secondo quarto con l’80% dal campo, 16/20, segnando 14 degli ultimi 15 tiri prima dell’intervallo. L’attenzione dedicata al primo tempo, come è intuibile, risulta essere maggiore, perchè da questo punto in poi la partita può riassumersi nel tentativo dei Bulls di limitare i danni, cercando in qualche modo di affievolire il gap manifestatosi con violenza nella prima parte del match, cercando di dare qualcosa in più nella metà campo offensiva: cosa alquanto difficile quando si è il 27º attacco della lega, e soprattutto se la percentuale dal campo alla fine del secondo tempo è inferiore al 40%. E anche se l’inizio del quarto vede i Bulls essere, quantomeno, tornati a essere presenti sul campo, è troppo tardi per pensare anche solo di recuperare una partita che i Nets tengono saldamente in mano, continuando a tirare dal campo con più del 60% di squadra anche con il secondo quintetto, al quale il coach dei Nets P.J. Carlesimo, visto il punteggio, concede più spazio. Thibodeau capisce l’andazzo e decide di togliere l’infortunato Noah dalla partita definitivamente: il francese chiude una prestazione fortemente condizionata dai propri problemi fisici, con 4 punti, 5 rimbalzi e 1 stoppata, e la prima battaglia con Brook Lopez ampiamente persa. Proprio Noah, che sull’ennesimo canestro dei Nets scuote la testa è l’immagine della serata storta dei Bulls, che in quel del Barclays Center hanno fatto tutto il possibile per rendere la vita facile ai Nets. Per Brooklyn, la fotografia della partita è tutta nella reverse dunk alla fine del terzo quarto di Deron Williams su una palla rubata a Deng, nel quale il no.8 dei Nets mostra la sua onnipotenza cestistica agli inermi Bulls mettendo il punto esclamativo finale sulla partita perfetta dei suoi.

Il quarto periodo della partita si riassume in 12 minuti di garbage time, dove Nate Robinson e compagni tengono testa, con difficoltà anche in questo caso, al secondo quintetto di Brooklyn quando ormai il pubblico è sazio dello spettacolo e ampiamente pago del risultato.

La gara termina con un 89-106 e un margine di 17 punti che poteva, e meritava di essere, molto maggiore per la squadra di casa, il cui alto livello di gioco dovrà servire ai Bulls come una sveglia per la prossima gara, dove i tori non potranno mettere in campo una prestazione così scialba, a rischio di compromettere definitivamente la serie.

I Nets chiudono con un 55,8% dal campo e ben 6 uomini in doppia cifra per punti segnati: l’immenso Deron Williams, MVP della partita, con 22 punti cui si aggiungono 7 assist; Brook Lopez, 21 punti, dominante nel pitturato a dispetto dei soli 5 rimbalzi catturati,
determinante per i suoi nella prima partita di playoff in carriera; Gerald Wallace, che segna 14 punti, bottino più alto dal 23 Marzo, e con una prestazione difensiva da manuale del basket su Deng, tenuto da Wallace a soli 6 punti con 3-11 nei 38 minuti giocati; ai primi 3, autori di una partita di raro pregio, vanno aggiunti Joe Johnson, che mette a referto 16 punti, e dalla panchina C.J. Watson e Andray Blatche, rispettivamente con 14 e 12 punti. A questi si aggiunge l’ottimo contributo di Reggie Evans, sempre attivissimo sotto le plance, che porta a casa ben 13 carambole.

Per i Bulls, a dispetto di alcune buone cifre, falsate dal garbage time, non c’è quasi nulla da salvare: il 47,4% di squadra dal campo è bugiardo, perché falsa un’orrida prestazione offensiva, caratterizzata dalla solita abulia di punti, quando più sono necessari, e da un attacco ristagnante come al solito, con nessun giocatore in grado di portare degnamente sulle proprie spalle il peso della propria squadra nella metà campo avversaria. A questo si aggiunga le prestazioni non esaltanti dai singoli e delle rotazioni che forse sarebbero potute essere gestite meglio, nonostante lo scarso numero di effettivi a disposizione di coach Thibodeau, che per gara-2 dovrà forse fare a meno di Kirk Hinrich, uscito claudicante dalla partita verso la fine del terzo quarto. Dunque tori rimandati alla prossima contesa, con la necessità di tornare a mettere sul campo una prestazione, quantomeno difensiva, di livello e di ritrovare una concentrazione che in gara-1 è stata totalmente assente.

Quanto a Brooklyn, aldilà del fatto che la serie sia ancora lunga, e che si tratti della sola prima gara, i tifosi dei Nets non potranno essere che soddisfatti del livello di gioco e attenzione, in entrambe le metà campo, mostrate dalla propria squadra, cui si aggiunge l’ulteriore soddisfazione di avere una compagine che già alla prima partita ha lanciato il chiaro messaggio di voler lasciare un segno in questi playoff, tramite una dimostrazione di forza a cui non è stata ammessa replica dall’inizio alla fine della gara. E se il buongiorno si vede dal mattino…

Appuntamento a gara-2, dunque, con un grande interrogativo: sarà il punto esclamativo dei Nets sulla serie, o la replica dei Bulls? Stay Tuned for seeing next episode!

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