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Editoriali NBA

Chi sono i possibili Hall Of Famer in attività al momento? E chi può ambire a diventarlo?

Questa riflessione nasce dalla domanda che un appassionato di NBA  ha posto a Ian Thomsen, opinionista per SportIllustrated.com, a cui è stato sottoposto questo quesito:

Ho visto che Chris Bosh non ha dubbi nel definirsi un giocatore destinato ad entrare nella Hall Of Fame una volta terminata la sua carriera NBA. Perché non dai a noi una panoramica della situazione attuale riguardo le ambizioni dei giocatori in attività di raggiungere questo traguardo?

Spiegando rapidamente, il giocatore dei Miami Heat ha dichiarato ai giornalisti di Fox Sports di sentirsi in realtà un giocatore da Hall of Fame già da quattro anni e di averlo pensato seriamente già prima di diventare campione la scorsa stagione. Effettivamente le cifre della sua carriera (19,7 punti e 9 rimbalzi a partita) sono di tutto rispetto e, anche se quattro anni fa non era ancora “pronto” ad aver diritto ad un posto nell’Olimpo del basket mondiale, adesso rientra sicuramente tra i primi 20 giocatori in attività a poter ambire ad una tale onorificenza.

Ovviamente, stimolati dall’interrogativo posto dal lettore americano, ho deciso di proporre anche la mia personale classifica dei giocatori in attività pronti, una volta appese le scarpette al chiodo, a diventare Hall of Famer.

La prima categoria è composta dai giocatori che definirei “SICURI”, cioè quelli che hanno già fatto il necessario per averne diritto, vincitori in carriera sia di un titolo NBA sia del titolo di MVP.

Kobe Bryant (1 MVP, 5 titoli NBA)

Lebron James (3 MVP, 1 titolo NBA)

Tim Duncan (2 MVP, 4 titoli NBA)

Dirk Nowitzki (1 MVP, 1 titolo NBA)

Kevin Garnett (1 MVP, 1 titolo NBA)

Riguardo questi cinque, rispetto ai quali non aggiungo altre decine e decine di record e traguardi statistici raggiunti, senza timore di smentita credo di poter affermare che il loro posto d’onore se lo siano già ampiamente meritato.

A questi vanno aggiunti quei giocatori che sono riusciti a vincere almeno un titolo, avendo un ruolo da comprimari e rendendosi spesso decisivi per il conseguimento delle vittorie. Classifica di tutto rispetto anche questa, che vede al suo interno:

Paul Pierce (4 volte inserito nell’All NBA teams, 10 volte selezionato all’All Star Game), vincitore del titolo con i suoi Celtics nel 2008, nonchè secondo miglior realizzatore di sempre nella storia della franchigia più vincente dell’NBA;

Ray Allen (2 All.NBA, 10 All-Star), vincitore del titolo con Boston e miglior tiratore da tre della storia NBA (di sicuro per numero di triple mandate a bersaglio, ma a mio avviso anche come tecnica di tiro);

Dwayne Wade  (7 All-NBA, 9 All-Star), vincitore di ben 2 titoli con Miami a distanza di 6 anni e risultando essere l’unico assieme ad Haslem presente in entrambi i roster;

Jason Kidd (6 All-NBA, 10 All-Star), titolo vinto nel 2011 con Dallas, una delle migliori point guard della storia del gioco;

Pau Gasol (3 All-NBA, 4 All-Star), vincitore di 2 titoli con i Lakers. Tra i giocatori di area FIBA della storia del gioco, raramente se ne sono visti bravi quanto lui;

Tony Parker (2 All-NBA, 5 All-Star), 3 titoli vinti con gli Spurs, MVP delle Finals del 2007, enormemente sottovalutato a livello NBA è in assoluto uno dei migliori playmaker degli ultimi decenni;

Manu Ginobili (2 All-NBA, 2 All-Star), anche per lui 3 titoli vinti alla corte di coach Popovich. Per un cuore nero argento come il mio il migliore sesto uomo della storia del gioco. Oro olimpico con la sua Argentina alle Olimpiadi del 2004;

Rasheed Wallace , che merita una menzione a parte, perchè il solo titolo del 2004 a Detroit spiega soltanto in minima parte la grandezza di un interprete superiore del gioco del basket (rispetto a questa “candidatura” virtuale non si accettano obiezioni!)

A tutti questi aggiungerei altri cinque giocatori, tra i quali anche Chris Bosh (fosse stato per lui si sarebbe ovviamente collocato nella categoria dei “sicuri”), che se le cose dovessero seguire il trend intrapreso hanno ottime possibilità di entrare a far parte dell’élite del basket mondiale:

Kevin Durant (3 All-NBA, 4 All-Star), al momento in valore assoluto il secondo miglior giocatore della lega dopo James, vincitore già dell’oro olimpico e del mondiale FIBA, da tre anni consecutivamente il miglior realizzatore della Lega. Presto potrebbe prendersi un posto tra Kobe e Lebron nella lista dei “sicuri”;

Derrick Rose (1 All-NBA, 3 All-Star), vincitore a soli 22 anni del titolo di MVP, le uniche perplessità sono legate alle condizioni al momento del suo ritorno in campo. Qualora, come speriamo tutti, dovesse confermarsi il campione che è stato nelle sue prime stagioni NBA, anche per lui le porte per diventare un Hall Of Famer sono spalancate;

Chris Bosh (1 All-NBA, 8 All-Star), un eventuale secondo titolo questa primavera renderebbe molto più solida la sua situazione altrimenti al limite. Il titolo della scorsa stagione è onestamente di James e Wade prima che suo, assente a lungo per infortunio e tornato in campo per giocare dalle Finali di COnference in poi. Se però gli anelli alle dita fossero due il discorso cambierebbe;

Dwight Howard (6 All-NBA, 7 All-Star), il miglior centro in circolazione a prescindere dal suo attuale stato di forma, 3 volte miglior difensore della Lega (anche se le stoppate non sono tutto, vedi la sua difesa quest’anno ai Lakers), sembra comunque destinato a vincere un titolo nella sua carriera. Dovesse arrivare quello, la sua consacrazione sarebbe definitiva;

Carmelo Anthony (5 All-NBA, 6 All-Star) i numeri da Hall of Famer ci sono, il talento anche, mancano “soltanto” le vittorie, che a differenza degli altri presenti in questa lista, non sono sicuro che arriveranno. Potrebbe ritrovarsi paradossalmente, nonostante le sconfinate qualità individuali, fuori dal top di questa Lega. Se però i Knicks di questa stagione trovassero il definitivo equilibrio…

Chiudo questa lista piena zeppa di talenti con le citazioni a mio avviso doverose per due artisti del gioco che meriterebbero monumenti equestri all’interno della Hall of Fame, non soltanto una menzione. Concludo l’articolo con loro, con i simboli di quanto possa diventare geniale questo meraviglioso sport:

Chris Paul (4 All-NBA, 6 All-Star), il leader più carismatico dell’intera NBA. Il suo impatto su un’intera franchigia è imbarazzante, riuscisse nella clamorosa impresa di vincere un titolo con i Clippers (cosa che gli varrebbe tutti i titoli di MVP al mondo credo, anche quello del torneo estivo di calcetto del mio paese) diventerebbe il mio idolo di fianco ai più grandi di sempre;

Steve Nash, per lui non cito i numeri delle partecipazioni all’ASG, non cito la media assist (mostruosa), quella dei punti messi a referto oppure il fatto che in ben 4 stagioni abbia tirato almeno con il 90% i liberi, il 50% da 2 e il 40% da 3. No, dico soltanto tre numeri: 187, 80 e 2. Sono rispettivamente i centimetri d’altezza, il peso e i titoli da MVP vinti dal giocatore canadese. Fate voi.

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