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Mychal Thompson come Klay: “Warriors meglio del nostro Showtime”

Il padre fa eco al figlio che aveva affermato la superiorità di questa Golden State rispetto a quei Lakers degli anni Ottanta, per buona pace di Magic e Kareem

I Golden State Warriors sono in assoluto i dominatori della NBA da ormai un paio di stagioni, campioni in carica e a due vittorie dalla riconferma nella rivincita della Finals contro i Cleveland Cavaliers. I ragazzi di coach Steve Kerr giocano un basket a tratti celestiale, fatto di alto ritmo e tanti tiri da tre punti, un basket esaltato dalla maggior parte degli addetti ai lavori e anche dai giocatori stessi.

Non più tardi di qualche giorno fa Klay Thompson ha affermato che gli attuali Warriors sono meglio dei famigerati Lakers dello Showtime. Una dichiarazione forte, che fa discutere ed è sempre difficile da commentare quando si vanno a paragonare due grandissime squadre di due ere del tutto diverse tra loro. Tanti big del passato, tra cui i diretti interessati Kareem Abdul-Jabbar e Magic Johnson, hanno scosso la testa ma proprio tra quei gialloviola che hanno scritto la storia ce n’è uno che dà ragione al numero 11 di Golden State, ovvero Mychal Thompson.

Il papà di Klay va controcorrente e sottoscrive le parole del figlio, nonostante lui fosse uno dei protagonisti di quei Lakers che hanno incantato e vinto tanto nel corso degli anni Ottanta. Ecco le dichiarazioni di Mychal Thompson raccolte da Diamond Leung del Mercury News.

So che Magic e Kareem non saranno d’accordo, ma per me i Warriors batterebbero i nostri Lakers dello Showtime. Non vado a paragonare le ere o a cercare di capire quale è meglio dell’altra, non m’interessa: ne faccio soltanto un’analisi tecnica. Noi prendevamo 8 triple a partita, loro ne prendo 8 solo in un quarto: ci annienterebbero soltanto con questo. Hanno un modo di giocare, un ritmo così alto, una capacità di attaccare nei primi secondi dell’azione che sarebbero difficili da arginare per la squadra che eravamo noi. Per questo sono d’accordo con Klay, lo dico non perché è mio figlio ma perché penso di essere una persona obiettiva.

Tale figlio, tale padre…

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