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Ancora discussioni sull’Hack-a-player

L’eterna discussione sull’Hack-a-player ha un nuovo capitolo. Ovviamente c’entra anche Mark Cuban.

Spesso si è discusso della strategia dell’Hack-a-player e di alcune modifiche al regolamento per contrastarlo. Strategia nata come “Hack-a-Shaq“, tale pratica ebbe successo nel costringere ad andare in lunetta, nei momenti caldi delle partite, un pessimo tiratore di liberi come Shaquille O’Neal. La frammentazione del gioco che ne deriva, soprattutto nelle fasi finali, diventa piuttosto sgradevole per lo spettatore. Soprattutto per i poveri europei come noi, che devono assistere a tali spettacoli alle 6 del mattino.

La NBA potrebbe sfruttare la pausa estiva per sviluppare qualche modifica al regolamento, ma secondo Zach Lowe di ESPN nella lega ci sono delle resistenze. Un gruppo di executive e proprietari, che includerebbe “molti giocatori-diventati-executive (più Dan Gilbert e Mark Cuban)” si sarebbe però opposto al cambiamento. Da notare la puntuale presenza di Mark Cuban: quando si tratta di questioni controverse, risponde sempre “presente”.

Un paio di settimane fa, il commissioner Adam Silver aveva aperto alla possibilità di apportare modifiche che impedissero lo spezzettamento forzato del gioco. Cuban aveva descritto la posizione di Silver come “completamente sbagliata” e che la soluzione al ritmo lento di alcune fasi delle partite non può essere rappresentata dal “premiare chi non sa tirare i tiri liberi come un bambino di 10 anni“.

I giocatori nel mirino sono DeAndre Jordan, Dwight Howard e Andre Drummond, che secondo i dati di ESPN sono stati l’obiettivo di 262 falli intenzionali lontano dalla palla su 380 in stagione. Gli oppositori protestano perché reputano scorretto cambiare delle regole per la comodità di soli tre giocatori. Gli interessi personali sembrano farla da padroni. Si potrebbe arrivare, secondo Lowe, a una sorta di compromesso. Ecco una lista di possibili soluzioni:

  • permettere alla squadra che subisce l’Hack-a-player di scegliere il proprio tiratore di liberi
  • permettere alla squadra che subisce l’Hack-a-player di scegliere fra mandare il giocatore in lunetta o avere una rimessa a favore con 24 secondi
  • applicare le attuali regole che già esistono per gli ultimi due minuti (su fallo intenzionale, 1 tiro libero più possesso) a tutta la partita
  • istituire zone diverse del campo in cui applicare tale regola
  • istituire un super bonus: dopo un certo numero di falli di squadra, chi subisce l’Hack-a-player ha tre opportunità per segnare 2 liberi

All’annuale incontro dei General Manager dello scorso anno, non si trovò l’accordo su una proposta per regolare diversamente la fattispecie in questione.

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