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Budenholzer: solo una multa, l’associazione arbitri s’infuria

Non è piaciuta ai piani alti dei referees la mancata sospensione per il coach degli Atlanta Hawks dopo il contatto col direttore di gara, Ben Taylor, nella gara coi Cavs

Mike Budenholzer è stato multato dalla NBA con una sanzione di 25mila dollari per essere entrato in contatto in maniera “incidentale” – questo è l’aggettivo usato nel comunicato della Lega dal suo vice presidente, Kiki VanDeWeghe – con l’arbitro Ben Taylor che ha espulso il coach degli Hawks nel match di sabato scorso perso da Atlanta contro Cleveland per 109-97.

Il fatto risale al secondo quarto della gara quando Budenholzer è stato prima punito con un fallo tecnico a causa delle lamentele per un mancato fischio nell’azione precedente, poi espulso in rapida successione a causa delle reiterate proteste e per questo famigerato contatto avuto con l’arbitro Taylor. Contatto giudicato involontario dalla Lega ma in ogni caso meritevole di una multa pecuniaria, non abbastanza per l’associazione arbitri che avrebbe voluto una sospensione temporanea per l’ex collaboratore di San Antonio.

Ecco la nota emessa nella giornata odierna dal consigliere generale della NBRA (National Basketball Referees Association), Lee Seham, a proposito della vicenda.

Gli arbitri ormai lavorano in un ambiente in cui un proprietario molto influente di una squadra può permettersi di criticare in maniera deliberata l’operato di una terna (riferimento a Mark Cuban, proprietario dei Dallas Mavericks, ndr) e di infischiarsene delle sanzioni pecuniarie. Negli ultimi anni è successo che allenatori siano intervenuti sul terreno di gioco interrompendo la partita per protestare in maniera aggressiva con gli arbitri, pena l’automatica squalifica per le gare successive. Oggigiorno invece siamo alle prese con poca trasparenza, sicurezza degradata e mancanza di rispetto per il gioco. Gli allenatori dovrebbero pensare a rendere le proprie squadre migliori, non a lasciarsi andare a comportamenti intimidatori nei confronti degli arbitri.

 

Una presa di posizione molto dura nei confronti della NBA, che aveva sospeso Mike Brown nel 2012 ai tempi dei Lakers e Scott Skiles nel 2009 quand’era alla guida dei Milwaukee Bucks per episodi simili, ma che in questa circostanza non ha ritenuto la condotta di Budenholzer passibile di una sospensione come avvenuto nei precedenti chiamati in causa da Seham.

Budenholzer si è scusato per quanto accaduto sia in via pubblica sia in via privata col diretto interessato, Ben Taylor, e ha incassato nelle ultime ore anche l’appoggio del suo ex capo allenatore agli Spurs, Gregg Popovich, che si è schierato in maniera deliberata con l’amico Mike commentando con queste dichiarazioni le parole di Seham.

Credo che siamo in presenza del classico modo di uno sconosciuto per poter guadagnare quei quindici minuti di celebrità più di qualsiasi altro discorso. E’ davvero comica questa vicenda.

 

 

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