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Playoffs NBA 2015

Top & Flop. Le pagelle di Memphis – Golden State (Gara 3)

Memphis fa valere la legge del FedEx Forum e si porta sul 2-1 con una partita quasi perfetta. Golden State non è mai riuscita a imporre agli avversari il proprio ritmo, trovandosi al contrario in costante difficoltà contro l’accoppiata Randolph-Gasol. Nei Warriors si salva il solo Klay Thompson.

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MEMPHIS

Zach Randolph 8,5: Che dire ancora di Zach? L’ex ciccione individualista di New York si mangia in un sol boccone i lunghi di Golden State. Randolph è semplicemente onnipresente: canestri dalla media come se piovesse, gioco in post degno dei migliori interpreti degli anni ’80, difesa impenetrabile e leadership fisica e vocale che fa impazzire il Forum. Per gli amanti delle statistiche: 22 punti (con 9-15 al tiro e Draymond Green che non ci ha capito nulla), 8 rimbalzi e 3 assist. INFUOCATO

Marc Gasol 7: Continua a tirare male (è sotto il 45% dal campo nei playoff), ma il suo contributo alla causa dei Grizzlies, per fortuna di coach Joerger, va ben al di là dei punti segnati. Marc è onnipresente: gli assist sono solo due, ma il 95% degli attacchi dei Grizzlies passano per le sue mani. A rimbalzo, poi, è una piovra (15 le carambole messe in saccoccia). Mezzo voto in meno per l’uscita per falli a due minuti dalla fine. MULTIFORME INGEGNO

Mike Conley 7: Non è eroico come in gara 2, ma domina nuovamente Curry dal punto di vista emotivo. È accecato, azzoppato e prende pure una botta al polso, ma nulla sembra riuscire a fermarlo. Ha una forza di volontà superumana: ogni volta che si butta dentro si rialza dolorante, eppure non smette di farlo fino al termine della partita. Il suo match non va giudicato dalle statistiche. TEMERARIO

Tony Allen 8: Dimostrazione umana di come le partite si vincano in difesa. Si butta su ogni pallone, corre, raddoppia, marca Klay Thompson come quasi nessuno è riuscito a fare in stagione. Ruba 4 palloni (e ne perde 5, ma nel contesto della sua partita, fatta di puri lampi d’intensità, questa è una statistica meno negativa di quanto si possa pensare) ed è il vero uomo ovunque di Memphis. Fa il suo anche in attacco. DINAMO

Courtney Lee 6,5: Più tranquillo rispetto ad alcune recenti uscite, fa comunque il suo per aiutare la squadra a portare a casa la vittoria. Continua a giocare in maniera estremamente matura, evitando forzature e momenti di futile individualismo. IMPRESCINDIBILE

Kosta Koufos 7: Un lungo così in uscita dalla panchina non ce l’hanno proprio tutti. Chiude con 4-4 al tiro, con una grande partecipazione emotiva al match (in un paio di frangenti quasi eccessiva) e con la consapevolezza di essere un giocatore decisamente maturato dai tempi non troppo eroici di Denver. SOLIDO

Jeff Green 6: Ha un plus-minus pazzesco (+23), tuttavia mostra i consueti limiti a livello di scelte individuali. Parte malissimo, ma si riprende gradualmente. Dovesse trovare continuità, potrebbe diventare la vera arma in più di Memphis in uscita dalla panchina. Al momento resta un incompiuto. GENIO E SREGOLATEZZA 

GOLDEN STATE

Klay Thompson 7: Curry litiga col ferro e tocca a lui prendersi la squadra sulle spalle. Gioca sostanzialmente da solo, si sbatte dall’inizio alla fine della partita e si scontra con una difesa di Memphis praticamente impenetrabile. Riesce comunque a tirare sopra il 50% dal campo (con 3-6 da tre) ed è l’unico Warrior ad avere un plus-minus positivo. Cercasi squadra per gara 4. PREDICATORE NEL DESERTO

Stephen Curry 4,5: L’MVP ha perso la via. Mandato fuori giri da una difesa di Memphis praticamente perfetta, Curry tira tanto e male. A preoccupare, più dell’inconsistenza in fase offensiva, è il suo modo di porsi in campo, poco convinto e a tratti addirittura svogliato. Dovrebbe prendere esempio da Conley. Chiude con 23, bugiardissimi, punti. FUORI FASE

Harrison Barnes 6: Ha talento da vendere, ma l’impressione è che soffra il suo ruolo di quarta opzione offensiva della squadra. I suoi dieci tiri sono frutto di una partita giocata con buona intensità, ma in cui ha anche dimostrato una certa mancanza di carattere. È giovane, ma Golden State non ha tempo di aspettarlo. TIMIDO 

Draymond Green 4: Randolph aveva già dimostrato di poterlo mettere in grande difficoltà, ma in questa gara 3 Draymond viene semplicemente annichilito. L’ala dei Grizzlies lo porta a scuola sia in attacco che in difesa e gli entra sottopelle a forza di ancate, gomitate e movimenti di fino in post. Questo accoppiamento è probabilmente il più decisivo dell’intera serie: se Green non riuscirà a prendere le misure a Randolph i Warriors dovranno continuare ad adeguarsi al gioco dei Grizzlies e non c’è in assoluto cosa che la squadra di coach Kerr debba evitare di più. Cercasi quasi-difensore dell’anno e quasi-giocatore più migliorato del 2015. UMILIATO

Andrew Bogut 4: Qualcuno l’ha visto? Gioca 22, orridi, minuti, che costringono coach Kerr a provarle un po’ tutte, da Iguodala da 4 a Ezeli. Che non potesse limitare più di tanto Gasol lo si sapeva, che faticasse a stare in campo no. Un altro giocatore da recuperare immediatamente. IMPALPABILE

Marreese Speights 6: Gioca pochissimo, ma è uno dei migliori di Golden State. Offensivamente è sempre caldissimo, in difesa si arrangia come può. Senza dubbio un errore per coach Kerr la decisione di farlo giocare così poco. VOLENTEROSO

Andre Iguodala 5,5: Fisicamente è in declino, tecnicamente, al contrario, è migliorato. Si affida troppo al tiro dalla lunga, che non è la sua arma migliore. Però s’impegna ed è uno dei pochi in grado di sfidare i Grizzlies sul loro stesso piano fisico. Può dire la sua. LUCI E OMBRE

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