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Seattle dovrà pazientare, la NBA non pensa ancora ai Supersonics

La speranza, piano piano, è andata ad affievolirsi fino a diventare un piccolo lumicino faticosamente acceso. A Seattle i tifosi NBA credono ancora nel significato della parola “speranza”, ma in molti vocabolari del luogo la definizione sta divenendo illeggibile. Lunedì scorso il sindaco della “città dello smeraldo”, Ed Murray, è volato a New York per incontrare il commissioner NBA Adam Silver, tema della serata: quante possibilità ci sono per riavere i Supersonics nel breve periodo?

Poche, pochissime, così come ha dichiarato lo stesso Murray dopo l’incontro:

“La loro linea ufficiale, e penso che siano stati molto diretti con me, è che un trasferimento di franchigia o una espansione della lega con l’aggiunta di una squadra nba non è nelle loro intenzioni, e non le vedono come qualcosa che possa accadere nel breve periodo.”

Per dovere di cronaca bisogna ricordare che a Seattle sussiste un fondo finanziato da un gruppo di investitori (guidato da Chris Hansen) e la città che assicurerebbe economicamente il progetto “Bring Back Supersonics“, ma esso scade nel 2017, e senza una concreta possibilità di trasferimento bisognerebbe ri-cercare investitori e ri-proporre i progetti, approvati con vincolo di ottenimento della franchigia, per la nuova arena. Il tempo sta scadendo.

“Sono preoccupato perchè il trasferimento o la nascita di una nuova franchigia potrebbe non arrivare entro il 2017, e se così fosse dovremmo rifare tutto da capo con le complicanze che comporterebbe.”

Parole che fanno male a Seattle.

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