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Editoriali NBA

Analisi del Draft 2014 (Picks 11-20)

Proseguiamo nell’analisi delle scelte del primo giro del Draft 2014 con le scelte dalla 11 alla 20 che hanno visto diversi scambi, un ottimo livello qualitativo e semplicemente la più grande sorpresa nella storia del Draft.

11. DENVER NUGGETS (ceduta a CHICAGO per le scelte n. 16 e 19)

With the 11th pick in the 2014 NBA Draft the Denver Nuggets select…Doug McDermott, from Creighton University!

In uno scambio di scelte col quale Chicago ha ottenuto l’undicesima chiamata e Denver la sedicesima e la diciassettesima che vedremo più avanti, i Bulls hanno portato a casa un giocatore che effettivamente pare avere parecchio senso nel loro contesto, ovvero Doug McDermott: giocatore solido e che difficilmente deluderà le aspettative della franchigia che ha bisogno di qualcuno che sappia sostanzialmente fare canestro, possibilmente senza dover dominare la palla, dato anche (si spera) il ritorno di Derrick Rose, entrambe cose che McDermott ha dimostrato per 4 anni di saper fare alla perfezione, nonostante difese totalmente concentrate su di lui, cosa che non accadrà ai Bulls. Si poteva rischiare per giocatori potenzialmente più talentuosi? Forse. Si poteva scegliere un giocatore migliore per la squadra? La ragione al momento dice di no. L’unico dubbio è legato alla difesa del ragazzo, pensando anche all’importanza che questa ha a Chicago, ma se il giocatore è stato chiamato è perché evidentemente coach Thiboadeau ha già in mente come coprire le lacune di McDermott, che comunque anche al college dimostrava impegno anche in questa parte del campo, fattore che non potrà sopperire ad alcuni limiti fisici, ma sicuramente è già una buona base di partenza.

https://www.youtube.com/watch?v=HoygLAVaYQ0

12. ORLANDO MAGIC (ceduta a PHILADELPHIA per la scelta n.10)

With the 12th pick in the 2014 NBA Draft the Orlando Magic select…Dario Saric, from Sibenik, Croatia!

Lo stile croato 2014/2015 secondo Dario Saric

Scelta chiamata dai Magic, ma di fatto dei Sixers che in uno scambio di favori hanno scelto Payton alla 10 per la franchigia della Florida. Una cosa, anzi due, sono certe con i Philadelphia 76ers: sanno riconoscere il talento, ma al contempo sembrano voler rimanere in modalità “ricostruzione” il più a lungo possibile. Come Embiid alla 3 e Noel l’anno scorso Saric è un giocatore che potrà dare il suo contributo solo tra qualche stagione: se Noel debutterà in NBA dopo un anno ai box per infortunio e Embiid pare destinato a seguire il suo stesso percorso, per Saric si parla addirittura di almeno due anni fuori dai campi della NBA, ma non per infortunio, ma per aver firmato prima del Draft un contratto che lo legherà minimo per le prossime due stagione all’Anadolu Efes, squadra turca vista in Eurolega. Il trio delle meraviglie Saric-Embiid-Noel, dotato di talento abbacinante e indiscutibile, potrà quindi nella migliore delle ipotesi giocare insieme solo nella stagione 2016-2017, posto che tre giocatori sopra i 2,10 per quanto talentuosi e differenti difficilmente calcheranno il parquet in compagnia. Questo affidarsi ad un futuro sempre più lontano lascia qualche perplessità, ma parlando della scelta in sé sembra più che motivabile: Saric non sarà in NBA per due anni, ma crescerà verosimilmente molto giocando tanti minuti in una squadra di valore che parteciperà anche a competizioni importanti come l’Eurolega, potendo così limare alcuni aspetti del suo gioco e giungere nel 2016/2017 o nella stagione seguente da giocatore fatto e finito, pronto da subito a dare un contributo molto importante. Il classico esempio di Ginobili ci insegna che a volte vale la pena di attendere e alla 12 ( di fatto la dieci, ma ci siamo capiti) era oggettivamente difficile trovare un talento al pari di Saric. I Philadelphia 76ers si confermano come una franchigia passivo/agressiva, in bilico tra il coraggio di aspettare e la paura di vincere subito.

13. MINNESOTA TIMBERWOLVES

With the 13th pick in the 2014 NBA Draft the Minnesota Timberwolves select…Zach Lavine, from UCLA!

Scelta che aveva incominciato a circolare in maniera decisa già qualche giorno prima del Draft, Zach Lavine è indubbiamente una chiamata basata sul potenziale del ragazzo: atleta straordinario e tiratore molto migliorato, Lavine difficilmente sarà un giocatore da quintetto alla sua prima stagione, ma ha le potenzialità di un All-Star (anche se la strada è molto lunga) e non ci sembra che possa pestarsi i piedi con Rubio, data la sua capacità di giocare senza palla e il buon tiro, che potrebbe sopperire a quello piuttosto osceno del talento spagnolo. Probabile che all’inizio possa fare anche alcuni minuti da ricambio proprio di Rubio, anche se è da testare nelle sue doti di playmaking. In generale il ruolo da comprimario in una modesta UCLA lo rende un prospetto ancora molto da scoprire, forse Minnie avrebbe potuto puntare su qualche lungo di valore in prospettiva della cessione di Love, ma una guardia dotata di tiro era uno dei bisogni del team che forse non ha puntato sul giocatore più solido al momento (sarebbe potuto essere Harris o Hood), ma sicuramente su quello dalle prospettive più rosee. Nel complesso una buona scelta, con un pizzico di azzardo.

14. PHOENIX SUNS

With the 14th pick in the 2014 NBA Draft the Phoenix Suns select…T.J. Warren, from North Carolina State University!

Sobrietà time con la camicia di T.J.

Giocatore le cui quotazioni erano in continua ascesa nei giorni precedenti al Draft, T.J. Warren è in assoluto uno dei migliori realizzatori dell’intero gruppo di talenti di quest’anno, una scelta che a livello di talento non deve stupire anche all’interno della zona lottery. I Phoenix Suns hanno avuto ben 3 scelte nel primo round (una la vedremo sempre qui alla 18) e si ritrovano forse al momento col problema di aver fin troppi giovani talenti, a cui Warren di certo si unisce con un posto di rilevanza. La sensazione era che Phoenix scambiasse una o più scelte per qualche giocatore d’esperienza, ma questo non è avvenuto la notte del Draft, ma la sensazione è che qualcuna delle scelte o uno dei giocatori già a roster debbano e saranno scambiati per giocatori più esperti e in ruoli meno coperti. Warren va ad inserirsi in un gruppo di 3-4 in cui sono già presenti i gemelli Morris, ma rispetto a loro offre una produzione offensiva in area maggiore di cui i Suns necessitano e probabilmente continueranno a necessitare fino a che non agiranno in free agency, se questo verrà fatto a discapito di Warren o di altri rimane da vedere. Migliorabile il tiro da tre, ma il giocatore in sé pare comunque sposarsi bene col gioco della squadra e non è detto che sia lui un eventuale pedina di scambio. Per il momento comunque Phoenix rimane una franchigia affascinante, ma enigmatica.

15. ATLANTA HAWKS

With the 15th pick in the 2014 NBA Draft the Atlanta Hawks select…Adreian Payne, from Michigan State University!

Scelta decisamente sensata per gli Atlanta Hawks che vanno piuttosto sul sicuro, senza rischiare ad esempio il progetto Nurkic, e si buttano su un giocatore già di esperienza e maturo fisicamente quanto mentalmente. Adreian Payne dovrebbe entrare subito a far parte della rotazione di lunghi di Atlanta che è pressoché nulla dietro a Horford e Millsap, col secondo che è il giocatore più simile a Payne, essendo entrambi 4 mobili che allargano il campo col loro tiro da tre costruito negli anni (di più per Millsap, mentre Payne sembra essere già discretamente pronto dopo il lavoro al college). Con l’ultima scelta della lottery e quelle a venire diventa sempre più importante ragionare anche sui giocatori che possano dare un contributo immediato, verosimilmente dalla panchina, sposandosi bene col gioco che la squadra già possiede, in questo senso questa è una chiamata sostanzialmente perfetta e che crediamo il front office degli Hawks non rimpiangerà negli anni a venire.

https://www.youtube.com/watch?v=vQy6Stbx5_g

Da segnalare dopo questa scelta, il bellissimo gesto da parte di Adam Silver che, dopo averlo invitato comunque al Draft, ha “selezionato” Isiah Austin a nome dell’NBA, giocatore che sarebbe dovuto andare ad inizio secondo giro ed invece non potrà più giocare a basket in quanto affetto dalla sindrome di Marfan

https://www.youtube.com/watch?v=tuKKhMls0bs

16. CHICAGO BULLS (ceduta a DENVER per la scelta n.11)

With the 16th pick in the 2014 NBA Draft the Chicago Bulls select…Jusuf Nurkic, Tuzla, Bosnia and Erzegovina!

A-YO THA MOTHERFUCKIN JUSUF NURKIC’S IN THA HOUSE

Denver dopo aver consegnato l’undicesima scelta ai Bulls sceglie alla sedicesima e a differenza degli Hawks visti in precedenza accetta la scommessa (ma non è un azzardo totale) Jusuf Nurkic, centrone bosniaco dotato di buone mani e grande fisico. Parliamo di un giocatore che deve ancora compiere 20 anni ed è molto acerbo specialmente a livello difensivo, la cosa più sensata e che verosimilmente accadrà è che Nurkic rimanga in Europa a crescere e migliorarsi per poi magari divenire un giocatore dei Denver Nuggets tra due-tre anni, possibilmente con la partenza di qualcuno degli abbondanti uomini d’area attuali (McGee, Mozgov, JJ Hickson etc). Difficile giudicare la scelta ora, ma considerando le due scelte molto vicine in possesso della squadra e il realistico programma di agire in free agency per quel che riguarda l’immediato futuro, potendo aspettare per qualche stagione i talenti più giovani, la scelta risulta piuttosto condivisibile anche se non priva di rischi.

17. BOSTON CELTICS

With the 17th pick in the 2014 NBA Draft the Boston Celtics select…James Young, from Kentucky University!

Dopo essersi aggiudicati i servigi di Marcus Smart alla numero 6 i Boston Celtics decidono di puntare con la loro seconda scelta su un giocatore giovanissimo anche per gli standard del Draft, nonché progetto alquanto interessante: molto versatile offensivamente, James Young, è il tipo di giocatore che potrà aiutare Boston a migliorare a livello offensivo, dando alla squadra anche una dimensione fuori dall’arco che è spesso venuta a mancare la scorsa stagione. Probabilmente non lo si vedrà gestire molti possessi palla in mano e questo potrebbe anche essere un bene almeno fin quando non farà vedere dei progressi dal palleggio, ma può essere da subito un’arma preziosa in uscita dai blocchi e in situazioni di catch and shoot dove la sua efficacia al tiro, talvolta altalenante, è più continua. Nel giro di 3-4 anni qualora dovesse far vedere i miglioramenti di cui può essere capace, magari sfruttando il suo fisico e la sua lunghezza anche in difesa, potrebbe diventare un giocatore importante, dato che di certo non manca di completezza e upside. Considerando anche i probabili movimenti di mercato una scelta intelligente con una percentuale di rischio accettabile considerando situazione della franchigia e numero della scelta.

18. PHOENIX SUNS

With the 18th pick in the 2014 NBA Draft the Phoenix Suns select…Tyler Ennis, from Syracuse University!

Altro giro, altro regalo. Tyler Ennis è la seconda scelta dei Phoenix Suns che ancora una volta prendono sicuramente un ragazzo di valora, ma al contempo lasciano un po’ dubbiosi per i movimenti in ottica di squadra: Ennis è un play, ruolo in cui i Suns hanno già il loro giocatore migliore, Dragic, ed Eric Bledsoe, esploso con quasi 18 punti di media la scorsa stagione. Ennis è un ottimo play, freddo, calcolatore ed efficace, sicuramente una buona presa con la diciottesima scelta, ma non stupisce che, dati i giocatori già a roster, in molti si aspettassero che questa fosse una scelta fatta a nome dei Toronto Raptors, realtà però non concretizzatasi. Ennis può dare certamente un buon contributo ed allungare le rotazioni, ma l’impressione è che i Suns a questo punto potrebbero decidere di mettere sulla piazza il restricted free agent Bledsoe per qualche giocatore mancante (un uomo d’area?) così da rendere più sensata la mossa Ennis. In ogni caso se rimarrà a Phoenix e avrà spazio in qualità di cambio dalla panchina Ennis è un giocatore che sicuramente saprà sfruttare al meglio i minuti a sua disposizione senza fare troppi errori, data la sua grande concretezza. A livello di valore una buona/ottima scelta, a livello di squadra, come per Warren, ne sapremo di più con i movimenti di mercato.

19. CHICAGO BULLS (ceduta a DENVER per la scelta n.11)

With the 19th pick in the 2014 NBA Draft the Chicago Bulls select…Gary Harris, from Michigan State University!

Dopo la tensione accumulata negli ultimi 30 minuti Gary Harris fatica persino a sorridere

Finalmente il suo turno. Proiettato da molti alla 11 proprio ai Denver Nuggets, il giovane leader di Michigan State è sceso un po’ appunto per il cambio di programma di Denver, un po’ perché alcune altre squadre che avrebbero potuto sceglierlo gli hanno preferito giocatori magari al momento meno concreti, ma sicuramente con potenziali più interessanti. Alla fine Denver non ha deluso le aspettative e lo ha preso anche se 8 posizioni più in basso del previsto, aggiudicandosi probabilmente uno dei 4-5 migliori giocatori rimasti, il migliore se contiamo le previsioni pre-Draft. Considerata anche la fresca acquisizione di Afflalo, Gary Harris sembra inserisi perfettamente come ricambio proprio del neo-acquisto di Denver, potendo dare minuti importanti, specialmente come realizzatore in uscita dai blocchi e difensore di elevato livello, considerata anche l’età. Insieme a Nurkic va a formare una coppia di scelte che di certo non si possono dire “sbagliate”, e Harris lascia anche meno possibili dubbi rispetto al centro bosniaco, ma che tuttavia danno l’impressione che Denver non pensando di poter trovare alla 11 il giocatore della svolta, abbia preferito scendere e muoversi nel mercato per portare i miglioramenti maggiori al roster, puntando nel Draft al progetto Nurkic e nella speranza che Harris possa diventare un importante pezzo della rotazione.

20. TORONTO RAPTORS

With the 20th pick in the 2014 NBA Draft the Toronto Raptors select…Bruno..Caballo!! Chii? Caballo? No, Bruno Caboclo! Aaaaaaaah Bruno Caboclo! Chiiiii???

Questa è stata esattamente la reazione di chi scrive e all’incirca di ogni essere vivente che stesse guardando il Draft, specialmente se lo stava facendo alle 4 del mattino, ora italiana. Forse avrei dovuto mettere qualche punto di sospensione dopo il nome “Bruno Caballo” dato che solo a sentirlo le sinapsi del mio cervello sono andate a farsi benedire, mandandomi per circa venti secondi in coma cerebrale, non so se per lo stupore o se per la meraviglia suscitatami dal soave nome Bruno Caballo. Purtroppo il nome non era quello pronunciato da Adam Silver, ma Bruno Caboclo, che comunque sa il fatto suo. Oltre al fantastico nome però lo shock è stato causato dal fatto che questa è stata LA PIU’ GRANDE SORPRESA NELLA STORIA DEL DRAFT, sì, mi sbilancio, dato che stiamo parlando di un giocatore che non era dato nemmeno al secondo giro (tanto che forse Toronto avrebbe potuto prenderlo ancora alla 59) ed è stato invece scelto alla numero 20 di uno dei Draft più ricchi di sempre, portandoci a vivere un momento CULT storico.

Legend.

Ora, non voglio allungare inutilmentente il brodo, sto parlando in prima persona esprimendo le sensazioni che abbiamo vissuto credo tutti in quel momento (se invece Caboclo vi è suonato familiare come Wiggins allora avete un posto assicurato in redazione) perché è l’unica cosa di cui si possa sostanzialmente parlare: del prospetto è quasi impossibile trovare video e purtroppo non viviamo in Brasile, posto che se fossimo lì forse faremmo qualcosa di meglio di andare a vedere giocare l’amico Bruno, e per un analisi dello stesso vi rimandiamo al video di DraftExpress. Parliamo ovviamente di un giocatore da costruire, di una scommessa basata sul potenziale di un ragazzo che viene venduto come il nuovo Oscar Schmidt o il Durant brasiliano..ovviamente paragoni insensati indipendentemente da quello che diverrà con gli anni questo ’95. Siamo nel classico caso in cui Ujiri potrebbe essere il Nostradamus della situazione o invece il Maurizio Mosca (R.I.P.) della stessa. Oggettivamente solo il tempo ce lo dirà, sicuramente alla 20 si poteva puntare ancora su ottimi giocatori più pronti e solidi di Cabocloma Ujiri è solitamente uomo che sa il fatto suo e magari tra 6-7 anni questo verrà considerato il più grande colpo di genio della storia del DraftPer ora di certo rimane il più grande shock di sempre. D’altra parte il bello del Draft è anche questo

 

 

 

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