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Editoriali NBA

Top & Flop: Indiana-Washington, pagelle di Gara 1

WASHINGTON WIZARDS

TREVOR ARIZA: 8. Leggeremo il suo nome negli almanacchi quando da anziani racconteremo pillole di basket ai nostri nipotini. E’ l’unico, infatti, ad aver completato il percorso netto al tiro da 3 punti in una gara di Playoffs con almeno sei tentativi. A fargli compagnia nell’olimpo soltanto Robert Horry e Peja Stojakovic, non esattamente due pivelli. A partire da lunedì notte è entrato di diritto nella lista nera degli Indiana Pacers. INCUBO

BRADLEY BEAL: 8. Fa appello ai suoi quattro polmoni e resta sul parquet 43 minuti tondi tondi. Mai un calo, mai un segnale di stanchezza, sempre con le antenne dritte e i polpastrelli roventi. Mister Beal, nonostante l’assonanza, di comico ha ben poco. La sua specialità è regalare lacrime. E a piangere, per ora, è stato Vogel. MARATONETA

MARCIN GORTAT: 7. La doppia doppia da 12 punti e 15 rimbalzi umilia un già barcollante Roy Hibbert. Tra i due non c’è confronto: il polacco devasta il giamaicano senza versare una goccia di sudore. Il divario, abissale, potrebbe indirizzare la serie verso la Casa Bianca. A meno che dalle parti di Indianapolis non si decidano a dar vita ad un colpo di stato. EFFICACE

DREW GOODEN: 7,5. Dopo mesi passati a fare yoga nei centri fitness di Orlando come un normale disoccupato di lusso, il buon vecchio Drew ha trovato la sua dimensione a Washington. E sul treno ci è salito in corsa, riversando la sua energia sul parquet della Bankers Life. Risultato? doppia doppia in 18 minuti. SECONDA GIOVINEZZA

JOHN WALL: 7,5. Due stoppate e un recupero. Fa fede al suo cognome e in difesa si dimostra un muro invalicabile. Buca la guardia di Hill imbottigliandosi nel traffico e scaricando per i facili appoggi di Gortat. Arma la mano degli specialisti, ma quando è lui a dover concludere si incarta. La misera percentuale al tiro è il piccolo neo di una prestazione autoritaria. FURIA

INDIANA PACERS

DAVID WEST: 6. Chiedetegli tutto, ma non di abbandonare la nave. Il patriottismo del 21 va oltre ogni immaginazione. Getta il cuore oltre l’ostacolo contenendo la potenza di Nenè, anche se al tiro mette a nudo qualche esitazione. Alla fine saranno 15 con 12 rimbalzi, ma è un uomo solo. Lo sciagurato Hibbert, di certo, non lo aiuta. MEDAGLIA AL VALORE

GEORGE HILL: 6,5. Meno a sprazzi del solito, non si lascia ipnotizzare dall’ombra di John Wall. Difende a spada tratta, è concentratissimo e decide di non rischiare nulla, prendendosi addirittura qualche responsabilità nelle fasi calde. Il tabellino gli darà ragione: 18 punti con un dignitoso 6-11 al tiro. DISCIPLINATO

LUIS SCOLA: 6. Nel secondo quarto fa la respirazione bocca a bocca e riesce a rianimare i moribondi Pacers. Il dottore argentino, finchè può, tiene aperta la baracca infilando parzialini illusori per i 18 mila di Indianapolis. Non sente la pressione e si fa trovare pronto all’appuntamento nonostante il mancato preavviso. HOMBRE VERTICAL

LANCE STEPHENSON: 5. Le parole sono importanti, diceva Nanni Moretti in un suo film. I numeri pure, aggiungiamo noi. Quattro palloni persi e una pessima mira gli provocano una crisi d’identità dalla quale non riuscirà a fuggire nel corso di Gara 1. A condizionarlo psicologicamente (forse) contribuisce la stoppata monumentale di Wall su un tentativo di lay up. Non bocciato, ma rimandato. POLVERI BAGNATE

PAUL GEORGE: 5. Ariza lo sovrasta, ribaltando le gerarchie che erano state tracciate alla vigilia. Vede il canestro con il binocolo, fa una fatica allucinante a rimbalzo e non entra mai totalmente in partita. Resta uno dei petali che compongono la margherita dalla quale uscirà fuori il nome dell’mvp di questi Playoffs. Ma sarebbe meglio evitare altre nottatacce così. SOSIA

ROY HIBBERT: 0. Non ho sbagliato a digitare il carattere sulla tastiera. Niente “o”, è uno zero. Una bocciatura totale che fa rima con i punti e i rimbalzi del giamaicano, diventato improvvisamente giullare e zimbello dell’intera Nba. Non una reputazione di quelle che sogni da bambino, ma a costruirsela è stato solo e soltanto lui. Sappiamo tutti come va la vita: si fa presto a cambiare idea. Roy, se ci sei batti un colpo. WALKING DEAD

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