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Editoriali NBA

Top & Flop: le pagelle di Indiana-Atlanta (Gara 1 + Gara 2)

Per fortuna il basket non vive di soli schemi. Esiste una lavagna tattica, dove si preparano i movimenti, ed esiste una lavagna con i voti, dove si esprimono giudizi premiando i migliori e bacchettando i peggiori. Archiviati i primi due capitoli della telenovela Pacers-Hawks è tempo di scrutini, tra secchioni stranamente sotto la media e alunni capaci di emergere perchè si applicano. Proviamo a valutarli: tono rigorosamente ironico, sia chiaro. Non prendiamoci troppo sul serio.

CATEGORIA TOP

Paul George: 7,5. Predicatore nel deserto. Doppia doppia sia in Gara 1 che in Gara 2, a testimonianza di una continuità propria solo ai fuoriclasse. Non scompare nei momenti decisivi. Anzi, si esalta. La sua leadership contagia la ciurma, che arrivata a due passi dal baratro decide di affondare il pedale e abbandonare le sabbie mobili. Un attacco intermittente lo costringe a brevettare soluzioni estemporanee. Lui, pronto a tutto, fruga nel repertorio e trova sempre qualcosa. MARY POPPINS

Luis Scola: 6,5. E’ la media tra il 4 della prima puntata e il 9 meritato in Gara 2. I 20 punti di ieri sgattaiolando dalla panchina sono la riprova di un talento cristallino. Quando riceve palla e lascia andare il piazzato dalla sua mattonella, ti viene da ridere. Troppo facile. A 34 anni sembra imbalsamato. Il cognome non mente: sul parquet è ancora in grado di dare una lezione agli avversari. PROFESSORE

Jeff Teague: 7,5. Uno e trino. Muove i piedi come Speedy Gonzalez, spezza decine di caviglie con il suo crossover e non ha paura di nessuno. E’ dappertutto. Non esita nemmeno quando viene accerchiato, porta a casa la pagnotta anche se tutti lo danno per spacciato. Sta maturando e nonostante il metro e ottantotto di statura continua a fare passi da gigante. Ha la pecca di sparire, come tutta Atlanta, nel secondo tempo di Gara 2. SCHEGGIA

Paul Millsap: 7. Ringhia peggio di Gattuso a Germania 2006. Sotto i tabelloni sgomita da far paura, contende qualsiasi rimbalzo e rende la vita impossibile al povero Hibbert. Già, perchè non si accontenta di marcare il veterano West. Si scopre micidiale cecchino da 3 punti. All’inizio verrebbe da gridare al miracolo, poi ci prende gusto e replica in sequenza. Troppo falloso in Gara 2. PITBULL

CATEGORIA FLOP

Lance Stephenson: 5,5. E’ lui o non è lui? Ma per carità. Ci ha viziati per l’intera Regular Season, collezionando triple doppie e mantenendo standard da assatanato. Assicura punti, assist e rimbalzi, ma in questo avvio di Playoffs sta centellinando le cartucce. Perde troppi palloni e la modalità pilota automatico gli si ritorce contro quando stecca la prima scelta. IMPREVEDIBILE

Roy Hibbert: 4. Alzi la mano chi ha pensato, almeno una volta, “ma questo qui cosa c’entra?”. Sembra un alieno catapultato sulla terra, non connette, il canestro lo snobba. E’ impacciato e va puntualmente a sbattere contro la muraglia eretta da Budenholzer. In Gara 2 Vogel lo fa sedere, irritato da una metamorfosi inaccettabile. Fa ancora in tempo a recuperare. Per ora, non pervenuto. METEORA

Pero Antic: 5. Nomination forse ingenerosa, ma dopo le buone premesse finisce per deragliare. Percentuale raccapricciante in Gara 2 (2-9 dal campo, 1-5 dall’arco). Dopo essersi scambiato il numero di telefono con West nel primo match, diventa un agnellino. Il suo contributo a rimbalzo non soddisfa il palato fino di Budenholzer. Per ripetere altre imprese, non basta. SCIALBO

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