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Editoriali NBA

La difesa di Miami sul pick and roll: come comportarsi contro gli Spurs?

Ci siamo. Le Finals sono ormai alle porte, si inizia domani in nottata a Miami, ore 3 italiane, American Airlines Arena. Da una parte gli Heat, più giovani e atletici degli avversari texani, ma logorati dalla lunga serie contro i Pacers che non ha lasciato che 2 miseri giorni di riposo a Lebron James e compagni. Dall’altra gli Spurs, usurati da anni di militanza nella Lega, ma in ragione di questo più affiatati ed abituati a certi palcoscenici. Due squadre diverse, con due filosofie di gioco diverse.

Per questo volevo focalizzare l’attenzione non tanto sugli attacchi, ma su come le due franchigie dovranno provare a difendere. In particolar modo rispetto a quello che è diventato ormai il fulcro e il cardine su cui poggiano tutti i playbook NBA, ossia il pick and roll.

A proposito di questo, sfruttando le chiare ed utili immagini fornite da SBNation.com, partirei dall’analizzare come si sia evoluta durante la serie appena conclusasi la difesa di Miami sul pick and roll, punto di forza nello scarno panorama offensivo di Indiana. Il primo esempio riguarda un’azione di gara 4, che vede coinvolti i soliti (per chi ha guardato la serie) George e Hibbert in un pick and roll centrale, il primo marcato da James e il secondo da Haslem.

La buona difesa su questo tipo d’azione nasce dal posizionamento e dalla capacità di chiusura del terzo uomo. In questo caso nè Bosh né Allen occupano una posizione ideale per impedire il movimento verso il canestro di Hibbert, preoccupati di restare il più possibile vicino al proprio uomo, lasciando però troppo spazio al centro dei Pacers per completare il gioco. Infatti, in questa situazione Hibbert è libero di ricevere e di girarsi fronte a canestro.

A questo punto il tardivo movimento di Bosh serve solo ad aprire lo spazio di scarico da parte del lungo di Indiana verso un West che, apertosi nel mezzo angolo, è così libero di prendere un tiro con metri di spazio, su cui neanche un atleta come Ray Allen riesce a chiudere. Scrivere due.

Questo nasce dal fatto che la difesa degli Heat è basata su un sistema che non prevede di cambiare sistematicamente sul blocco, ma che cerca di “rallentare” il vantaggio che da quella situazione ne trae l’attacco, sfruttando le capacità atletiche di recupero dei propri difensori. Che è in sostanza quello che sono riusciti a fare splendidamente in gara 7. Vediamo a tal proposito un paio d’esempi.

In questo caso stessa situazione di prima, con James e Haslem molto profondi a mettere pressione (quasi a centrocampo) sul portatore di palla, ma la differenza rispetto a prima è la posizione di Bosh, molto più vicino a Hibbert in maniera tale da prevenirne il movimento di “roll” verso il canestro. Questo fa sì che un non marcato David West sia libero di andare incontro a George per evitare la palla persa, ma la ricezione statica di West a 8 metri da canestro è proprio quello che la difesa di Miami vuole concedere.

Infatti il giocatore dei Pacers, vedendo Bosh scalare di nuovo in marcatura su di lui, pensa subito al lob verso Hibbert, momentaneamente da solo, ma sul quale in realtà ha il tempo di recuperare Haslem. Questo è possibile proprio perché gli Heat hanno costretto i Pacers ad un passaggio aggiuntivo di sponda su West per arrivare ad Hibbert, il quale si ritroverà a ricevere marcato dal numero 40 degli Heat, bravo poi nel proseguimento dell’azione a forzarne la palla persa.

Questo è in sostanza ciò che si intende per difesa aggressiva. Raddoppio sul portatore di palla, coperto da un sistema di aiuti difensivo che rallenta lo svolgimento dell’azione offensiva avversaria e che permette agli altri di recuperare la posizione.

Un aiuto di questo tipo, soprattutto se fatto da Bosh o da chiunque giochi da 4, è applicabile anche contro gli Spurs, essendo a mio avviso necessario per gli Heat raddoppiare Tony Parker, cercando di togliergli il più possibile la palla dalle mani. Inoltre, tale situazione porterà a godere di discreta libertà un giocatore come Splitter, tecnicamente dotato, ma certamente uno sul cui tiro da fuori si può scommettere in una finale in cui difensivamente la coperta sarà sempre corta e si sarà costretti a concedere qualcosa. Per questo secondo me si potrebbero vedere da parte degli Spurs lunghi tratti di partita con Bonner in campo (molto più pericoloso come tiratore), oppure si potrebbe passare ai quattro piccoli più Duncan, adattandosi in parte a quello che è lo schema degli Heat.

Una situazione che invece non è ripetibile è quella mostrata di seguito.

In questo caso sul movimento di Hibbert la chiusura è di Chalmers il quale, abbandonando sostanzialmente Hill, occupa con i tempi giusti la linea di penetrazione del centro dei Pacers. Questo contro gli Spurs non è praticabile, visto che uno dei punti di forza di questa difesa è la cattiva spaziatura offensiva di Indiana. La squadra di coach Popovich in queste circostanze è diabolica nello scaricare sull’uomo libero (possibilmente nell’angolo) sia direttamente con Parker dal raddoppio o di tocco da parte di Duncan. Quelle che contro Paul George e compagni sono risultate essere difese vincenti, dovranno essere accantonate da coach Spoestra, il quale dovrà chiedere ai suoi di provare in tutti i modi a reggere gli uno contro uno e ridurre il più possibile l’utilizzo dell’aiuto difensivo.

Gli Spurs occupano come nessuno il campo, corrergli dietro per 48 minuti è una fatica per tutti. Anche per super atleti come Lebron James.

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