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SALARY CAP NBA

3.1: INTROTI NBA E SUCCESSIVA RIPARTIZIONE DEL BASKETBALL RELATED INCOME (BRI)

Nel corso della storia del CBA, si è arrivati in diverse occasioni a scioperi generale indetto da giocatori o dalla lega stessa per incomprensioni riguardo la ripartizione degli introiti. Il primo in ordine cronologico è quello del 1995, fortunatamente rientrato entro l’inizio di stagione e quindi senza aver cancellato partite in calendario. Il 10 luglio 1996 fu annunciato un nuovo lockout: la lega e l’associazione giocatori non erano riusciti a trovare un accordo riguardo la distribuzione di 50 milioni di dollari derivanti da diritti TV. Il sindacato giocatori pretendeva una maggior fetta di introiti rispetto a quelli che la lega offriva, ossia esattamente la metà. Fortunatamente questo lockout durò solamente un paio di ore, proprio perché la lega accettò di destinare ai giocatori ulteriori 14 milioni di dollari aggiungendoli al Salary Cap delle prossime stagioni. Nel 1998 si arrivò all’ennesimo lockout, il terzo. Questo durò ben 204 giorni, dal 1 luglio 1998 fino al 20 gennaio 1999, e comportò l’accorciamento della stagione con una regular season da appena 50 partite, invece delle canoniche 82. Le cause che portarono a  tale serrata sono riconducibili al fatto che la NBA voleva modificare alcune regole del Salary Cap per limitare ulteriori aumenti degli stipendi dei giocatori che aveva raggiunto il 58% delle entrate totali della lega stessa, tutto questo contro la volontà del sindacato giocatori che a sua volta richiedeva l’inserimento di incrementi annuali ai contratti al minimo salariale.In quel periodo infatti, il 22% dei giocatori NBA era titolare di un accordo al minimo salariale.

La situazione si risolse con un accordo: il 57% degli introiti della lega erano destinati ai giocatori, mentre il restante 43% ai proprietari NBA. L’ultimo lockout  in ordine di tempo è stato quello del 2011, promosso dal sindacato giocatori ed istituito contro la volontà dei proprietari della franchigie NBA che volevano (e ce la fecero) tornare ad una distribuzione equilibrata della “torta” del BRI, ossia ristabilendo la divisione delle entrate intorno al 50% ai giocatori e 50% agli owners. Prima di addentrarci nel reale calcolo di questa ripartizione è bene specificare quali siano le voci che compongono il BRI:

  • incassi derivanti dal botteghino delle arene per le partite di regular season, al netto delle relative imposte, sovrattasse ed altri oneri
  • tutti i proventi derivanti dalla trasmissione delle partite o dalla vendita di diritti e licenze televisive di partite riguardanti la preseason, regulars season, playoffs Nba, summer league, altre partite collegate con la NBA che includono giocatori NBA, highlights e spezzoni di partite ed in linea generale tutto ciò collegato a trasmissione radio, televisiva, internet e/o ogni altro mezzo di comunicazione atto a trasmettere gli eventi sopra citati. Sono esclusi dal da tale calcolo, tutte quelle trasmissioni radio o televisive utilizzate per promuovere o pubblicizzare la NBA, le sue squadre, la Lega di sviluppo NBA (NBADL), eventi non profit, eventi governativi o per annunci pubblici
  • incassi di partite amichevole che includono almeno una squadra NBA, al netto delle di tasse e di tutto ciò collegato alla preparazione della partita
  • incassi di partite playoff al netto delle imposte, dei costi per l’affitto dell’Arena e tutte le altre spese per la preparazione dell’evento
  • merchandising (es: vendita di magliette preso negozi NBA all’interno delle varie arene)
  •  incassi derivanti dai parcheggi vicino alle arene
  • proventi da sponsorizzazioni di una squadra
  • proventi da promozioni di squadra
  • ricavi generali delle arene
  • proventi dei camp-estivi organizzati dalla NBA
  • proventi da tornei
  • proventi da esibizioni delle mascot e/o cheerleaders
  • proventi da vendita dei diritti di bevande
  • 40% dei proventi, al netto delle tasse, delle insegne pubblicitarie all’interno o all’esterno delle arene nelle quali le squadre NBA giocano più di metà partite di regular season in casa.
  • 40% dei proventi, al netto delle tasse, derivanti da vendita, locazione o concessione delle suites di lusso presenti nelle arene. Tutte quelle somme aggiuntive, come l’acquisto di biglietti per l’accesso alle partite, non fanno parte del contratto di compravendita, affitto delle suites e debbono essere scalate dal calcolo del BRI.
  • 50% dei proventi dei diritti di denominazione di una arena (es: i diritti del nome dell’arena dei Chicago Bulls son detenuti dalla United, ragion per cui quell’arena viene denominata “United Center”)
  • 50% dei proventi dei diritti di denominazione dei campi di allenamento delle squadra
  • proventi derivanti dagli “NBA Properties”, ossia diritti tv internazionali, altre sponsorhip, ricavi dagli eventi dell’All-Star Weekend e altri tipi di eventi.
  • Proventi derivanti dalla vendita di posti premium all’interno delle Arene per eventi collegati con la NBA, al netto delle tasse.

Altre voci non sono comprese nel BRI e sono:

  • proventi derivanti da espansione della lega con nuove squadre e spese di riallocazione di una franchigia in un’altra città.
  • Proventi derivanti dalla cessione di contratti di giocatori
  • Proventi derivanti da vendita di assets o di quote di partecipazione in una determinata franchigia.
  • Proventi da prestiti e/o altre operazioni finanziarie
  • Multe
  • Margini di interesse
  • Proventi derivanti dalla vendita o locazione di beni immobili
  • In linea generale, tutte le forme del revenue sharing
  • Proventi derivanti da attività connesse
  • Pagamenti effettuati a team NBA o alla lega stessa nei casi stabiliti dal CBA
  • Distribuzione di dividendi derivanti da parti correlate legate ad una franchigia NBA (legate alla proprietà, agli shareolder, membri e/o partner finanziari)
  • Qualsiasi cosa ricevuta da un concessionario, rivenditore di ristorazione o altro equipaggiamento. Esempio: macchine, cibo, bevande energetiche, scarpe, ecc. ecc.
  • Proventi derivanti da affitto o prestito di asset della società. Esempio: l’aereo della squadra

La ripartizione esatta viene effettuata attraverso un calcolo complesso: dalla stagione 2012-2013, ai giocatori è garantita come detto la distribuzione del 50% degli introiti previsti (BRI stimato, calcolato ad inizio stagione), più (o meno) il 60,5% dell’importo con cui gli introiti reali (BRI effettivo, calcolato a fine stagione) superano (o diminuiscono) le previsioni (BRI stimato), con un limite minimo del 49% del BRI ed un massimo del 51% del BRI. Il BRI stimato viene determinato dalla lega e dall’associazione giocatori. In assenza di un accordo tra le parti il BRI stimato sarà pari alla somma degli importi determinati come segue:

  • Per quanto riguarda fonti di BRI diverse dai diritti TV, il BRI stimato comprende il BRI del precedente Salary Cap, aumentato del 4.5%
  • Per quanto riguarda invece quelle fonti di BRI derivanti dai diritti TV, il BRI stimato include: le tariffe di tali diritti o altri pagamenti indicati dai contratti con le televisioni, importi delle entrare derivanti dal revenue sharing, se del caso, che possono essere incluse nel BRI, ed altri ammontari inclusi nel BRI dell’anno precedente.

Se per esempio il BRI previsto per la stagione 2014-2015 fosse pari a 4.500.000.000 dollari, la fetta destinata ai  giocatori sarebbe pari a 2.250.000.000 dollari, pari al 50% del BRI previsto stesso. Ma una volta terminata la stagione e determinato l’ammontare esatto del BRI, per esempio 4.600.000.000 $, i giocatori non dovrebbero spartirsi 2.250.000.000 $, ma 2.300.000.000 $, così composti: 2.250.000.000 $, ossia il 50% del BRI previsto, più 60.500.000 $ che rappresentano il 60.5% dell’ammontare del BRI reale (4,6 miliardi ) che eccede quello previsionale (4,5 mld). Nel caso in cui invece fossimo di fronte ad un BRI reale minore a quello stimato allora la situazione sarebbe un po’ più complicata. Prendendo ancora in ipotesi di avere un BRI previsionale di 4.500.000.000 dollari ed un BRI reale invece di 4.300.000.000 $, allora ai giocatori toccherebbe spartirsi  una cifra minore di quella prevista, ossia 2.129.000.000 dollari, calcolata come segue: 2.250.000.000 dollari, ossia il 50% del BRI stimato, meno 121.000.000 dollari, cui rappresentano il 60.5% della differenza tra il BRI reale (4,3 mld) ed il BRI previsionale (4,5 mld).

In via definitiva la ripartizione del BRI tra giocatori e lega sarà quasi sempre differente dal rapporto previsto dal CBA (50% e 50%) e questo fa si che il salario dei giocatori a fine stagione possa subire variazioni in aumento o una diminuzione in base alla fetta di ‘torta’ prevista. Va da sé quindi che i contratti che i giocatori firmano ad inizio stagione possano subire variazioni di questo tipo a fine stagione, proprio perché devono essere regolati in base al procedimento appena illustrato. Da ricordare infine che ogni anno un 1% di BRI viene prelevato dalla parte spettante ai giocatori per costituire un fondo destinato a benefit vari. Quali siano questi benefit viene deciso di volta in volta: si va dal sussidio per gli ex-giocatori in difficoltà economiche, al finanziamento/promozione di associazioni ed enti che si occupino di qualcosa che ha a che fare con il sociale a sfondo cestistico.

Nella stagione 2011-2012, secondo un’analisi avanzata da analisti esterni, la NBA o una squadra NBA (o la parte correlata) ha volontariamente omesso di fornire informazioni contabili relative a ricavi e spese ai revisori contabili incaricati di redigere il consueto report per il calcolo del BRI. Tale mancanza di informazioni ha comportato una sottovalutazione del BRI stesso di $3.250.000 rispetto a quanto previsto. Detto ciò, se una franchigia o la NBA stessa, omette le informazioni di cui sopra, verrà multata di $3.000.000 per la prima violazione e di un ulteriore $1.500.000 per le successive. Il 50% del ricavato della multa, secondo quanto disposto dal CBA, sarà destinato dalla NBA ad un’organizzazione di beneficienza selezionata dalla lega nazionale dei giocatori, il restante 50% invece sarà destinato ad un’organizzazione decisa dalla lega stessa.

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