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LeBron risponde a Irving: “Ho sempre voluto il suo bene. Sono rimasto spiazzato”

Una delle squadre più interessanti della prossima stagione sono sicuramente i Brooklyn Nets, pronti a sbalordire i tifosi e gli avversari dopo la scorsa stagione, conclusasi non nel migliore dei modi. Particolare attenzione su Kyrie Irving e Kevin Durant, per i quali la dirigenza ha investito di tutto al fine di ottenere importanti risultati fin da subito, in una Eastern Conference tutt’altro che definita.

Proprio i due giocatori, che per la prima volta condivideranno lo stesso lato del parquet, si sono detti pronti per regalare ai tifosi tante emozioni e importanti obbiettivi da raggiungere.

Salvo per Durant, fermo ai box da oltre un anno, Irving viene da una stagione molto altalenante, ostacolata da frequenti dolori alla spalla che lo hanno limitato per tutta la durata della regular season. Il playmaker era finito nel mirino dei media nelle ultime settimane per le dichiarazioni lasciate proprio in merito al compagno di squadra. Di seguito un estratto dell’intervista:

“Per la prima volta mi sento come se ci fosse un altro figlio di p*****a in squadra in grado di prendersi l’ultimo tiro. Mi sono sempre sentito a mio agio in queste situazioni, mi sono sempre sentito la miglior opzione possibile in ogni squadra per cui abbia giocato. Ma qui sarà più semplice. In passato ci sono state occasioni in cui la responsabilità dell’ultimo tiro non doveva ricadere su di me, per questo mi sono sentito un po’ colpevole. Vuoi essere tu a prenderti la responsabilità ma allo stesso tempo vuoi dare fiducia ai tuoi compagni. Io mi fido di loro, ma so che sono l’uomo migliore”.

Parole molto forti e, sotto certi punti di vista, anche provocatorie da parte del giocatore, che ha come ignorato gli anni passanti in quel di Cleveland.

E’ stato proprio ai Cleveland Cavaliers, infatti, che Irving ha messo a frutto il suo pieno potenziale grazie all’essenziale sostengo di LeBron James. Tra i due c’è sempre stato un rapporto di onesto rispetto, anche se da parte di Irving tendenzialmente viene a sentirsi meno. King James ha sempre riposto molta fiducia nell’ex compagno di squadra. Proprio l’anno in cui Irving ha chiesto di andarsene infatti, finendo poi ai Boston Celtics, il numero 23 non ha nascosto un pizzico di rammarico, sottolineando come i due insieme avrebbero fatto parecchia strada e, Irving specialmente, avrebbe imparato molto di più sul gioco.

Diffuse quindi le dichiarazioni del giocatore dei Nets, non si è fatta attendere la risposta di LeBron James, il quale si è detto dispiaciuto e spiazzato dalle parole del numero 11:

“Ho chiamato il mio entourage e ho chiesto loro di spedirmi la trascrizione completa delle dichiarazioni di Kyrie. Quando le ho avute in mano non è che sia diventato matto o robe del genere, ma sono rimasto comunque sorpreso, spiazzato: dannazione…”.

Poi ha continuato:

“Ho giocato con Kyrie per tre anni e in tutto quel periodo volevo una sola cosa: che lui potesse diventare l’MVP di questa lega. L’unica cosa che mi interessava è che avesse successo. Le cose non sono andate per il verso giusto, non è stato nominato MVP, ma abbiamo comunque vinto un titolo NBA. Se ci penso ancora oggi, è stata una cosa pazzesca. Ho sempre voluto il suo bene, in campo e fuori: per questo le sue parole mi hanno fatto un po’ male”.

Con queste premesse, senz’altro la competizione tra le due parti quest’anno sarà molto più accesa. Considerando anche la pressione dei media, può anche darsi che la questione non sia finita qui ma, come sempre, la parola spetta al campo.

 

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Guarda i commenti

  • Bah. Irving non può esprimere le sua personali valutazioni, condivisibii o meno ? E' un fatto che Irving ha portato il titolo a Cleveland, ma i meriti sono andati tutti a James. Come quest'anno con Davis ai Lakers.
    james ci sa fare con i media, ma questo a qualcuno evidentemente dà fastidio.

  • Irving e Durant sono proprio irritanti. Vogliono essere protagonisti, vincere, essere pagati profumatamente, ma non vogliono responsabilità. Capisco i che i media spesso sbaglino con certi virgolettati o certe frasi decontestualizzate. Però non possono due rappresentanti di una franchigia: uno rispondere male ai giornalisti al "media day" e l'altro non presentarsi facendo un video facendo delle dichiarazioni senza nessun contraddittorio. E' davvero assurdo, se sono dei campioni devono dimostrarsi tali anche in altri contesti perché fa parte del loro lavoro, ed il paradosso è che incredibilmente è grazie ai media se loro sono quello che sono. Dovrebbero andare a lezione di Curry, Antetokounpo o James sulla gestione dei rapporti con i media.

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Pubblicato da
Pietro Carfì

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