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NBA 2022-23 Season Preview: Pacific Division, nel cuore della competizione

Sacramento Kings

A differenza di molte altre squadre della Pacific Division, i Sacramento Kings sono stati molto attivi sul mercato nel corso della off-season appena trascorsa.

A partire dalla notte del Draft, dove la franchigia californiana ha selezionato Keegan Murray con la quarta chiamata assoluta, che ha poi vinto il premio di MVP della Summer League. Per poi assicurarsi le prestazioni di Malik Monk e di Kent Bazemore dal mercato dei free agent, e dall’arrivo di Kevin Huerter in cambio di Justin Holiday e Maurice Harkless.

Con questo nuovo roster profondamente rimaneggiato rispetto alla scorsa stagione, i Kings proveranno a centrare i Playoff per la prima volta in 16 anni, traguardo che non viene tagliato dal 2006. Per capire come, vediamo le principali chiavi di lettura per i Kings e il loro 2022-23.

Dopo aver acquisito Domantas Sabonis prima della trade deadline dello scorso anno, Sacramento continuerà a far girare la squadra intorno a lui. Sabonis offre una serie di abilità rare per un giocatore della sua taglia. È un giocatore da doppia-doppia, con una media di almeno 18,5 punti e 12,0 rimbalzi in ognuna delle ultime tre stagioni e nella stagione 2020-21 ha raggiunto una media di 6,7 assist, massimo in carriera consolidandosi ulteriormente come uno dei giocatori offensivi più versatili della lega. Ora giocherà al fianco di Keegan Murray, che si prevede possa contribuire immediatamente in modo significativo da dietro l’arco durante la sua stagione da rookie.

In quattro partite di Summer League, Murray ha realizzato quattro prestazioni da 20 punti, con una media di 23,3 punti, 7,3 rimbalzi, 2,0 assist, 1,3 rubate e 3,5 tiri da tre per gara. Come nella scorsa stagione a Iowa, proprio il tiro dalla lunga distanza sarà per Murray la principale arma offensiva (oltre il 40% di realizzazione), e i Kings sfrutteranno appieno questa sua capacità. Nelle prime partite soffrirà forse il passaggio dal college alla NBA, soprattutto in attacco, ma se i suoi numeri difensivi rimarranno gli stessi di quelli del college (1,9 stoppate e 1,3 rubate di media nel suo ultimo anno) non avrà problemi a mantenere la titolarità per tutta la stagione e lottare per il titolo di Rookie of the Year.

 

Proprio Fox avrà maggiore spazio in attacco e potrebbe vivere la migliore stagione della sua carriera. Lo scorso anno, dopo un inizio da 20 punti di media tra ottobre e novembre, ha subito l’ascesa di Tyrese Haliburton. I Kings hanno però optato per la sua cessione in cambio di Domantas Sabonis lo scorso febbraio, e quest’anno Fox non dovrà condividere il campo con lui. In effetti, questa trade ha beneficiato molto l’ex Kentucky, tanto che nelle ultime 16 partite dell’ultima regular season ha tenuto una media di 28,9 punti, 6,8 assist e 4,3 rimbalzi. Per fare il salto di qualità definitivo, Fox dovrà confermare questi numeri, idealmente migliorando le percentuali al tiro: nelle ultime tre stagioni ha tirato con una media di solamente il 31,6% dalla lunga distanza (e il 29,7% lo scorso anno) e con il 72,2% ai tiri liberi.

Altre mosse di mercato hanno riguardato il già citato Kevin Huerter, Malik Monk, Matthew Dellavedova e Kent Bazemore. Huerter è un giocatore che nasce come guardia, ma che all’occorrenza può giocare anche da ala piccola date la sua versatilità e fisicità. Aiuterà la squadra californiana nel tiro da fuori (circa il 38% di realizzazione in carriera) e le sue spaziature e si giocherà il posto di guardia titolare con Malik Monk. Proprio l’ex Hornets e Lakers deve ancora dimostrare appieno il suo potenziale, e solamente nell’ultima stagione è riuscito a mantenere percentuali di realizzazioni accettabili (47,3% dal campo e 39,1% da tre punti). Infine, Dellavedova e Bazemore offriranno man forte nel ruolo di guardia, con l’ultimo che all’occorrenza potrà giocare anche da ala piccola come effettivamente avvenuto nelle stagioni più recenti.

Insomma, tirando le somme, i Sacramento Kings si apprestano alla stagione 2022-23 rinforzati rispetto allo scorso anno. Resta però il problema della continuità: il roster rinnovato sembra dare l’impressione di vivere di fiammate, piuttosto che di costanza nei risultati. Per questo ci aspettiamo ancora un periodo di transizione e adattamento, con la franchigia californiana a lottare per un posto ai Play-In ed emergere così dai bassifondi della Pacific Division.

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Pubblicato da
Andrea Capiluppi

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