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NBA Season preview 2022-2023: ribaltoni e intrecci nella Northwest Division

 

Denver Nuggets

Una squadra che può schierare il due volte MVP  Nikola Jokic merita per principio i riflettori, specie se arriva da una stagione regolare chiusa con il terzo seed nella Western Conference  nonostante assenze a dir poco pesanti della scorsa annata. Jamal Murray è tornato in fase di preparazione 539 giorni dopo il grave infortunio al legamento crociato anteriore del ginocchio e già scalpita.

 

Stessa tabella di marcia per Michael Porter Jr., che ha rivisto il campo a 331 giorni di distanza dall’ultima volta – nove soltanto le gare disputate, causa cronici problemi alla schiena. Basterebbe il trio di giocatori citati a far schizzare l’hype alle stelle. Il potenziale offensivo (in)espresso colloca di fatto i Nuggets nell’élite della lega. Se allarghiamo il raffronto statistico alle ultime cinque stagioni, puntualizza John Schumann di nba.com, i Nuggets vantano l’attacco più efficiente in assoluto (113.2 punti su 100 possessi).

2020-2021 TOT. POSSESSI (Murray, Porter Jr., Jokic) Offensive Rating/Defensive Rating /Net Rating
1596 126.6 / 111.0 / +15.6

Nel corso dell’offseason la rinnovata dirigenza guidata da Calvin Booth, confermato peraltro al timone fino al 2024-2025, ha cercato di muoversi con oculatezza e metodo, seguendo una scala delle priorità ben definita. La trade di inzio mercato sull’asse Denver-Washington ha coinvolto quattro giocatori: Monte Morris e Will Barton sono finiti nella capitale federale in cambio di Kentavious Caldwell-Pope e soprattutto Ish Smith, alla 13ª squadra diversa della sua carriera NBA. I Nuggets, destinati a superare quest’anno la soglia della tassa di lusso,  come non accadeva dal 2009 2010, hanno cercato con questa e altre operazioni “minori” di abbassare il conto totale guadagandone in flessibilità. Obiettivo centrato, almeno in parte, dato che entrambi i contratti citati sono in scadenza l’estate prossima. Nikola Jokic ha firmato un’estensione al massimo salariale tanto oneroso quanto necessario per la pianificazione a lungo termine; tra i nuovi innesti passati decisamente sottotraccia merita una menzione Bruce Brown Jr., trasferitosi in Colorado per l’equivalente della midlevel exception. Con due scelte nella seconda metà del primo giro per le mani, la franchigia ha pumtato su 3&D ex Kentucky Braun –già in luce nelle fasi salienti del Torneo NCAA, Final Four comprese – e Peyton Watson,  30ª pick ereditata dalla trade che ha coinvolto JaMychal Green. Nella batteria di lunghi alle spalle di Jokic DeMarcus Cousins ha lasciato posto a DeAndre Jordan. Tuttavia, finché Malone siederà sulla panchina di Denver non ci sentiamo di escludere  un ritorno di fiamma.

La percentuale di successi raccolta sotto la gestione del coach ex Kings, soprattutto contro squadre al di sotto del 50% di vittorie, chiarisce come il roster sia anzitutto fatto e finito per il contesto della stagione regolare. Senza contare l’eliminazione difficilmente evitabile contro gli Warriors futuri campioni NBA al primo turno della postseason 2022, il passo in avanti ai Playoff  è necessario per non rendere episodica la comparsata alle Western Conference Finals di qualche stagione fa.

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Pubblicato da
Nicolò Basso

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