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NBA, Gordon Hayward spiega perché ha lasciato i Celtics per Charlotte

Il movimento di mercato più curioso di questa offseason è certamente quello che riguarda Gordon Hayward: l’ala, infatti, ha prima declinato una player option del valore di 34.2 milioni di dollari con Boston, poi ha firmato un quadriennale da 120 milioni di dollari (30 di media a stagione) con Charlotte. Ma quando ha deciso il giocatore e perché ha scelto proprio gli Hornets?

Durante la sua conferenza stampa di oggi, Hayward ha ammesso di aver tenuto in grande considerazione una precedente offerta da parte di Charlotte nel 2014, quando il proprietario della squadra, Michael Jordan, aveva presentato una offer sheet da 63 milioni di dollari (sempre un quadriennale, ndr) ai tempi degli Utah Jazz. In quell’occasione la franchigia di Salt Lake City pareggiò l’offerta trattenendo il giocatore alla base.

Queste le parole di Hayward rilasciate al Boston Globe:

“Non ho mai dimenticato l’impegno di Michael e il potenziale che aveva visto in me in quegli anni. Questo ha significato molto per me, anche oggi.”

L’ormai ex Boston ha poi confessato di aver incontrato più team durante l’ultima free agency, prima di parlare un paio di volte con lo stesso Jordan e accettare il famoso quadriennale da 120 milioni:

“Anche se ci sono state conversazioni con molte squadre … ho detto al mio agente: ‘Facciamo questa cosa’. Penso di aver deciso solo dopo aver parlato con la famiglia, con il mio agente e con l’organizzazione Hornets. A Boston, rispetto alle attese, mi son ritrovato a coprire un ruolo diverso dopo il mio infortunio, ma ho cercato comunque di trarre il meglio da quell’esperienza. Credo fermamente di essere ancora nel prime della mia carriera. È stata una decisione difficile lasciare Boston, ma qui so di poter massimizzare il mio potenziale e cercare di aiutare questa squadra a vincere.”

Ci sarà certamente bisogno del miglior Hayward per ribaltare una squadra che nella scorsa stagione ha chiuso con un pessimo record di 23-42. Ce la farà? Il contratto lo obbliga a provarci.

 

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Simone Ipprio

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