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Sette giocatori NBA pronti a esplodere nella stagione 2022-23

Preseason significa anche giocatori NBA pronti a esplodere per la stagione 2022-23. Dopo aver ben figurato nel corso della Summer League, il momentum per questi giocatori è proseguito anche nella preseason appena conclusa: per loro è stata l’occasione giusta per mettersi in mostra e diventare gli astri nascenti dell’intera lega.

Con la nuova stagione che sta per partire, questi giocatori devono dunque confermarsi sui livelli che hanno mostrato di avere nel corso dell’estate appena trascorsa: per loro si prospetta un anno da rivelazione e, perché no, da futuri All-Star.

Chi sono dunque quei giocatori NBA pronti a esplodere? Riusciranno a mantenere tale rendimento per tutta la regular season? Non ci resta che scoprirlo nei prossimi paragrafi.

 

 

Jalen Green

Jalen Green ha chiuso la stagione 2021-22 con una serie di partite molto positive, con una media di 28.1 punti, 4.2 rimbalzi e 2.4 assist in 36.8 minuti di gioco nelle ultime nove. Anche se è improbabile che riesca a eguagliare questo risultato, la sua media di 22.1 punti, 3.8 rimbalzi e 4.2 assist a gara dopo l’All-Star break sembra un obiettivo raggiungibile.

Il giocatore degli Houston Rockets al secondo anno dovrebbe infatti avere tutte le opportunità di crescere in una squadra di giovani Rockets in fase di ricostruzione, e ha dato dimostrazione di ciò in preseason, dove in quattro partite ha segnato 22 punti di media con il 43.3% da dietro l’arco dei tre punti, il tutto giocando solamente 26 minuti di media, dove spicca una prestazione da oltre 30 punti contro i Pacers.

Serve dire altro sul perché questo potrebbe essere il suo anno?

 

 

PJ Washington

I vari problemi degli Hornets stanno influenzando l’inizio di stagione della squadra di New Orleans, e PJ Washington potrebbe approfittarne. Con le problematiche relative al processo di Miles Bridges, l’ala avrà quasi sicuramente un ruolo da titolare fin dall’inizio di stagione.

Tira con oltre il 37% da dietro l’arco in carriera, e quando ha avuto spazio per almeno 30 minuti di gioco a sera ha avuto una media di 14.4 punti, 6.7 rimbalzi, 2.6 assist. Al terzo anno nella lega ha migliorato il tiro dal campo (il 47% dello scorso anno è il suo miglior dato) e ha dimostrato di poter battere il diretto marcatore dal palleggio, nonostante la sua stazza.

Con molti punti interrogativi nel frontcourt degli Hornets, Washington ha un grande occasione da sfruttare per mettersi in luce.

 

Alperen Sengun

È il secondo giocatore degli Houston Rockets nella lista, ma dopotutto la squadra texana è piena di talenti pronti a esplodere e che hanno bisogno di crescere. E senza più Christian Wood a guidare il front court, la squadra avrà bisogno di un nuovo centro titolare, che potrà essere proprio Alperen Sengun.

Scelta numero sedici nel 2021, il lungo turco ha un gioco ipnotico: il suo playmaking in post alto e basso ricorda molto quello di Jokić, anche se è ancora grezzo quando si tratta di segnare e difendere. Il fatto di avere accanto compagni come Jabari Smith Jr., Tari Eason e Usman Garuba lo aiuterà  sicuramente sia in difesa che in attacco, e i Rockets possono permettersi di aspettarlo: in 21 minuti a partita lo scorso anno ha avuto una media di 9.6 punti, 5.5 rimbalzi e 2.6 assist, e con un minutaggio più alto questi numeri non possono fare altro che migliorare nella stagione 2022-2023.

 

Nah’Shon Bones Hyland

Chiuso da Jamal Murray nel ruolo di playmaker e da Kentavious Caldwell-Pope in quello di guardia, Bones Hyland ha sapientemente sfruttato le occasioni concesse da coach Malone quando a metà della passata stagione i Nuggets hanno dovuto ripiegare sulla panchina per via di diversi infortuni.

Ha mezzi offensivi di tutto rispetto e può giocare entrambi i ruoli di guardia ricoperti dai compagni menzionati, vista la sua grande versatilità. Proprio per questo, nonostante sia stato scelto con la numero 26 al Draft 2021, è stato inserito nella NBA All-Rookie Second Team al termine della regular season.

Se metterà qualche muscolo in più e attaccherà con maggior frequenza il canestro, il suo gioco salirà a un nuovo livello e potrebbe fare di lui un sesto uomo di spessore, o perché no, la guardia titolare. Con Jamal Murray e Michael Porter Jr. che dovrebbero tornare sani insieme a Nikola Jokić, il salto di Hyland sarà fondamentale per le possibilità di postseason di Denver. Una motivazione ulteriore da tenere a mente per tutta la regular season.

 

De’Andre Hunter

De’Andre Hunter ha impressionato per tutta la sua giovane carriera NBA, ma ha faticato a rimanere in campo a causa di innumerevoli infortuni. Per questo motivo, in molti si sono dimenticati di lui e del fatto che è stato la quarta scelta assoluta al Draft 2019, appena tre anni fa. Con 76 partite giocate nelle ultime due stagioni, Hunter deve dimostrare di valere l’opzione sottoscritta dagli Hawks per la stagione 2022-2023, e questo potrebbe essere l’elemento motivazionale capace di fare la differenza.

Ora Hunter è tornato in piena forma e, con l’arrivo di Dejounte Murray, potrà contare sul miglior cast di supporto della sua carriera. È molto efficiente in attacco (il 38% da tre su 3.7 tentativi è il suo record in carriera) e può essere un valido difensore che può marcare più posizioni e cambiare agilmente sui blocchi. In preseason ha giocato 21 minuti di media in quattro partite e ha segnato 14.5 punti a serata, con quasi il 60% dal campo.

La maggior parte dei suoi concorrenti ha preso strade diverse: Cam Reddish è a New York, Kevin Huerter è a Sacramento e Bogdan Bogdanovic sta ancora recuperando un infortunio al ginocchio e probabilmente non sarà pronto per l’inizio della stagione. Sarà questo l’anno giusto per De’Andre Hunter?

 

Cade Cunningham

Cade Cunningham è uno dei prospetti più interessanti per la stagione NBA 2022-2023 e un serio candidato al premio di Most Improved Player: è il classico giocatore che al secondo anno può esplodere definitivamente.

La prima scelta al Draft 2021 ha infatti faticato molto a inizio della scorsa regular season, anche per via di diversi infortuni di varia natura. Ha però preso confidenza lentamente a partire da gennaio, e dopo la pausa per l’All-Star Game ha tenuto medie di 21.1 punti, 5.7 rimbalzi e 6.5 assist. A migliorare è stata anche la sua percentuale dal campo (oltre il 45% dopo la pausa di febbraio), che nella prima parte dell’anno era stata semplicemente disastrosa (appena il 38%).

Nel corso della offseason ha lavorato tantissimo proprio su questo aspetto, e si è presentato ai nastri di partenza della nuova stagione con cinque chili di muscoli in più, per preparare il fisico a  reggere meglio i contatti. In una Detroit pressoché deserta, ci aspettiamo che Cunningham diventi la principale arma offensiva dei Pistons.

 

Tyrese Haliburton

Non c’è molto da dire su Haliburton e sul perché è il principale candidato al premio di Most Improved Player.

Dopo una stagione e mezzo passata in quel di Sacramento, i Kings hanno fatto piazza pulita a febbraio, spedendolo a Indiana in cambio di Domantas Sabonis, per provare un ritorno ai Playoff che manca dal 2006. Indiana, dal canto suo, ha dato l’inequivocabile segnale di voler iniziare l’ennesima fase di rebuilding, come abbiamo ampiamente descritto nella nostra preview stagionale dei Pacers.

Per questo Haliburton è diventato rapidamente il fulcro di Indiana non appena arrivato in città. In 26 presenze, Haliburton ha registrato una media di 17.5 punti, 9.6 assist e 4.3 rimbalzi. In vista del 2022-2023, il giocatore rimarrà al centro del progetto, e il principale regista del gioco offensivo della squadra. Aspettiamoci tantissime doppie doppie da oltre 20 punti e 10 assist a serata, in una squadra davvero bisognosa di una guida in attacco.

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Pubblicato da
Andrea Capiluppi

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