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Westbrook si presenta a Washington: “Felice di essere qui. Beal? Un assassino silenzioso”

La settimana di Russell Westbrook è stata particolarmente tribolata. Dopo aver chiesto e ottenuto la cessione a Houston, per il play è tempo di guardare avanti con la nuova canotta dei Washington Wizards. L’ormai ex Rockets, scambiato per John Wall e una scelta Draft 2023 del primo giro, pochi minuti fa ha terminato la prima conferenza stampa da nuovo giocatore della franchigia capitolina. Chiaramente, i giornalisti gli hanno chiesto, per prima cosa, se avesse effettivamente chiesto la trade a Houston. Questa la risposta del giocatore, il quale ha sviato la questione così:

“Ora sono qui a Washington. Sono felice di dove mi trovo e so che questo è un nuovo viaggio per me, così come è importante concentrarmi su dove sono finito, concentrarmi sulla squadra, concentrarmi sulla franchigia, la comunità e tutte le persone che ci sono qui. Penso che molti non si rendono conto che, come giocatore di basket, giocherai solo per un breve periodo di tempo nella tua vita, ma le relazioni che hai, le persone che incontri lungo il percorso, le persone che impatti durante la tua carriera, quelle durano per tutta la vita. È qualcosa a cui ho pensato spesso ultimamente. Ho dovuto pensarci mentre crescevo… e so che ci sono tante persone fantastiche qui. Detto questo: lo so, non sono la persona più facile da capire in questo mondo.”

Westbrook ha poi chiarito che alcune cose faranno sempre parte del suo personaggio, come rimanere tifoso dei Dallas Cowboys anche se ora gioca a Washington, e che non abbandonerà la sua “politica” di non essere in alcun modo amichevole con gli avversari durante le partite. Inoltre ha sostenuto come la vittoria di un titolo NBA non completi necessariamente il ​​curriculum di un giocatore.

Poi, ci si è spostati sul tema della nuova coppia che si andrà a formare, Bradley Beal-Russell Westbrook sarà il nuovo mantra di Washington:

“Ho sempre osservato Brad, lo stimo, ho combattuto contro di lui per anni. Onestamente devo dire che sono sempre stato affascinato da come si muove in campo. È come un assassino silenzioso: non è uno che parla molto, ma una volta che la partita inizia, lui c’è e colpisce. È qualcosa che mi piace. Poi, sta migliorando stagione dopo stagione. Sono solo entusiasta di giocare al suo fianco e aiutarlo in ogni modo possibile”.

Infine, Russ ha chiarito che non indosserà il classico numero 0 che lo accompagna sin dai tempi del college, ma andrà sul parquet con la maglia numero 4. Curiosamente, questo è davvero il suo numero preferito:

“Il 4 è il mio numero preferito.  Mi ricorda tutto. Mi dà un senso delle mie radici e da dove sono partito. Mi ricorda la mia famiglia, mia moglie, i miei figli, mia madre, mio ​​padre, mio ​​fratello. Questo è tutto quello a cui mi lega. È qualcosa che mi permette di tornare al motivo per cui amo il gioco, perché mi sono innamorato del gioco, perché ci gioco, per chi lo gioco. Sono semplicemente felice di riavere quel numero.”

E allora perché ha indossato lo zero per oltre 11 anni di carriera? Ad UCLA, Aaron Afflalo aveva già ‘rubato’ il suo numero. In OKC era di Nick Collison, mentre a Houston c’era Danuel House a mettergli “il bastone tra le ruote”.

 

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Pubblicato da
Simone Ipprio

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