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NBA: le franchigie vogliono una soglia per la luxury tax più alta

Sono settimane di fermento per la NBA. Archiviata l’annata 2019-2020, è già tempo di organizzare quella successiva. Un’impresa non facile, visto tutto ciò che la lega dovrà affrontare. Tante sono le incertezze per il futuro, altrettanti gli strascichi che lo scorso campionato ha lasciato in eredità. Tutto ciò influenzerà inevitabilmente il nuovo mercato NBA, tra salary cap, luxury tax e il Draft.

Una delle questioni più spinose è la fissazione del nuovo tetto del salary cap, e con esso quello della luxury tax. Le proiezioni pre-pandemia vedevano un innalzamento di una manciata di milioni. Adesso, dopo il Covid-19, si rischia addirittura che questa soglia si abbassi rispetto ai 109$ milioni del 2020.

Se le proiezioni danno il tetto del salary cap pressoché immutato, con buona pace delle squadre, queste ultime sembrano invece non voler fare sconti sulla soglia della luxury tax. Senza pandemia, il nuovo tetto avrebbe toccato quota 139$ milioni, dai 132.6$ dell’ultima stagione. Le franchigie vogliono che la nuova quota sia fedele a quella data dalle proiezioni pre-pandemia. Pena un teorico “congelamento” del mercato degli scambi:

Sulla questione stipendi, e sulla prossima stagione in generale, vige ancora tantissima incertezza. Le proiezioni ufficiali dovrebbero comunque essere rese note entro il 18 novembre prossimo, data del prossimo Draft NBA. Uno snodo cruciale per tantissime franchigie, che hanno bisogno di sapere con quale margine di manovra potranno muoversi in fase di mercato e ricostruzione.

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Pubblicato da
Simone Trunfio

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