Primo Piano

NBA Rookie Ladder 2023 – Episodio 3

21. Caleb Houstan (↓ 3)

Ha saltato sette partite filate nella parte centrale del mese di dicembre e questo vuoto non può che costargli indirettamente qualche passo indietro in graduatoria. Al rientro coach Mosley aveva ipotizzato un passaggio in G League, ma ogni ragionamento in merito appare rimandato, almeno per ora, vista anche la variabile infortuni e i nove soli giocatori disponibili per la recente sfida contro i Thunder . Proprio il giocatore canadese ha approfittato della situazione emergenziale andando in doppia cifra per la seconda volta in stagione: 11 punti, cinque rimbazi, un assist e una palla rubata in 28′ sul parquet.

 

22. Jaylin Williams (NE)

Deve certamente sgomitare più del quasi omonimo Jalen, che abbiamo già citato in apertura, ma del resto c’è abituato fin dalla notte del Draft. Entra in classifica complice la stat-line al contrario (0 punti e 10 rimbalzi) messa a referto in 24′ contro Charlotte a fine dicembre e soprattutto grazie agli 11 punti in 18′ sfoderati nella trasferta vincente a Philadelphia. Non poteva passare inosservata, infine la sua serie senza errori  da tre in allenamento. Scherzi a parte, il percorso parallelo dei due Williams desta particolare curiosità.

 

23. Dyson Daniels (↓ 9)

Che tonfo per Dyson Daniels. Non è del tutto colpa sua: continua ad avere intangibles incredibili in difesa, essendo capace di fare cose così oppure difendere stretto così, ma diversi giocatori questo mese gli sono passati davanti.

Eppure, al terzo mese di NBA serve dare qualcosina di più in attacco del 29,7% dal campo e 3 punti a serata registrati nelle ultime quattro settimane. Certo è che dandogli tempo (è classe 2003) potrebbe diventare un prospetto 3&D davvero, davvero interessante: i Pelicans lo sanno, altrimenti non ci avrebbero speso l’ottava chiamata assoluta.

 

24. Jaden Hardy (NE)

Il taglio di Kemba Walkera prescindere dalla sua prossima destinazione – ha aperto al rookie dei Mavs uno spiraglio sempre più concreto nelle rotazioni. Già tre partite da 15 punti e una serie di complimenti di rilievo, da Luka Doncic a Jason Kidd. JaVale McGee vede in lui il profilo di un candidato perenne alla partita delle Stelle.

Se tre indizi fanno una prova, ci sarà da divertirsi.

 

25. Max Christie (NE)

A distanza di tre settimane, sempre contro i Denver Nuggets, Max Christie ha confezionato le due performance che gli consentono di piazzarsi nel ranking. Il 16 dicembre scorso furono due sue triple in rapida successione  a dare la spinta decisiva per la vittoria gialloviola.

Nella recente trasferta a Mile High City, invece, non solo è partito in quintetto, ma ha pure fatto segnare il proprio career- high (14 punti, 6-8 al tiro). Venuto a conoscenza del debutto nello starting five a soli 40′ dalla palla a due, ha avuto la reazione più istintiva di tutte, scrivendo entusiasta alla mamma. Ineccepibile, nulla da dire.

 

26. Ochai Agbaji (NE)

Siamo stati severi con lui ma d’altronde il metro di giudizio non può ignorare il suo status di Lottery pick. Rientra in punta di piedi con la speranza di consolidare la sua posizione nel roster. I 19 punti contro Chicago, non esattamente la prima difesa NBA, potrebbero essere stati il classico fuoco di paglia. Starà a lui smentirci.

 

27. A.J. Green (NE)

A roster per i Milwaukee Bucks con la formula del two-way contract, il rookie ex Iowa non avrà molte chance per mettersi in mostra. Per ora ci sta riuscendo discretamente. Il 5-10 da tre punti in 19’ contro Miami rende evidente il potenziale. Scommettiamo su di lui regalandogli una menzione in coda alla nostra classifica, con l’augurio che Milwaukee possa confermarlo.

 

28. Jake LaRavia (↑ 7)

Jake LaRavia nella prima Rookie Ladder di NbaReligion:

  • 18,9 minuti a partita, 50% dal campo, 54,2% da tre punti, 6,5 punti e 4,1 rimbalzi.

Jake LaRavia dalla seconda Rookie Ladder di NbaReligion in poi:

  • 12,2 minuti a partita, 33,3% dal campo, 22,2% da tre punti, 2,2 punti, 1,4 rimbalzi.

Serve altro? Passiamo oltre.

 

29. Simone Fontecchio (↓ 9)

Non sono tempi facili per il ragazzo di Pescara, che ha saltato sette partite a cavallo del nuovo anno. Prendiamo la tripla a referto contro Phila come buon auspicio per tornare a salire.

 

30. TyTy Washington (NE)

Tra la miriade di matricole uscite dalla lista dei primi 30 e spedite a farsi le ossa in G League, l’unico a minimamente far vedere qualcosa di buono è stato il giocatore dei Rockets, con 10 punti e 5 rimbalzi contro Boston lo scorso 27 dicembre.

Poi, anche per lui il nulla più assoluto: 2/13 complessivo dal campo nelle successive 4 partite hanno convinto il front office dei Rockets a rimandarlo da dove era venuto: Rio Grande Valley, direzione G League.

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Pubblicato da
Redazione NbaReligion

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