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Corner Three #10: Top e Flop della settimana NBA

Flop

Grayson Allen

Difficile staccarsi da un etichetta che ti viene assegnata. Soprattutto se tu per primo non ti aiuti e continui ad alimentare questa tua reputazione. Per delucidazioni chiedere alla guardia dei Milwaukee Bucks Grayson Allen, fin dai tempi del college conosciuto come fastidioso provocatore.

L’ultimo esempio nella lista delle sue giocate azzardate si è consumato nel match di venerdì scorso contro Chicago. Con i Bulls in città rientrava nelle rotazioni di coach Donovan anche Alex Caruso, lui che aveva perso circa un mese per una distorsione alla caviglia. Un ritorno amaro, vista la frattura al polso destro rimediata proprio dopo uno scontro con Allen al ferro.

Non sta a noi giudicare il giocatore, ci limiteremo quindi alla giocata: una pericolosissima chiusura su un attaccante in volo verso il canestro avversario, aggravata soprattutto dalla seconda mano di Allen che sembra quasi volersi assicurare che Caruso finisca a terra. Un intervento davvero delicato da commentare, se non fosse per il pessimo storico del giocatore ex Duke, di certo non nuovo ad giocate simili.

I Brooklyn Nets, con sei uomini in campo

Cambiamo registro e spostiamoci su qualcosa di decisamente più leggero. E insolito, quanto meno.

Vero è che con l’affare Kyrie Irving ancora de risolvere i Nets hanno di fatto a roster un atleta part-time. Altrettanto vero che l’ennesimo infortunio di Kevin Durant metterà in discussione le prossime partite della franchigia. Ma di giocatori in rosa Brooklyn ne ha eccome. Era davvero necessario buttare nella mischia anche David Vanterpool, assistant coach di Steve Nash?

Tutto bene, Devin?

Concludiamo con una gaffe da ridere. Nella partita vinta 113-103 sugli Indiana Pacers, Devin Booker stoppa in recupero Chris Duarte sulla linea da tre, scappa in contropiede e raccoglie il lancio del compagno Bridges per una windmill in grande stile. Tutto bene? Mica tanto, visto l’incredibile sdeng che rimedierà dal ferro avversario, per una schiacciata mancata da far rabbrividire l’intero Footprint Center di Phoenix.

Che la mascotte dei Suns l’abbia distratto proprio nell’attimo della conclusione a canestro? Non lo sapremo mai.

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Pubblicato da
Gabriele Gramantieri

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