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La NBA pubblica il nuovo protocollo contro il Coronavirus: ecco le disposizioni

La NBA è pronta a punire duramente le squadre che violeranno i nuovi protocolli legati all’emergenza COVID-19 durante la prossima stagione:

“Multe, sospensioni, provvedimenti e perdita delle scelte al draft e/o la perdita a tavolino delle partite.”

Queste sembrano essere le sanzioni previste dalla lega guidata da Adam Silver nei confronti delle franchigie che trasgrediranno le leggi, come riferisce il giornalista Tim Bontemps. Per verificare che i protocolli non vengano violati, verranno introdotte delle ispezioni specifiche durante tutto l’arco della regular season.

La NBA pare quindi essere al lavoro per ovviare alla maggiore esposizione dei giocatori ad un possibile contagio, non essendo più tutelata dalla cosiddetta “bolla”, creata su misura ad Orlando per tutti i Playoff.

I giocatori avranno numerose restrizioni circa la fruizione dei servizi offerti dagli esercizi pubblici, come riferisce Adrian Wojnarowski. Uno dei principali problemi da affrontare sarà poi il rientro di un giocatore guarito dalla positività al COVID-19. A tal proposito ci saranno due parametri fondamentali da valutare: il fattore tempo e test continui. L’idea è che la combinazione dei due fattori aumenti l’efficacia.

Inoltre, ai giocatori e al personale sarà vietato entrare in bar, lounge, club, spettacoli dal vivo e assistere a partite sportive. Gli sarà inoltre vietato di entrare in palestre pubbliche, centri benessere e aree piscina. I giocatori dovranno poi stare attenti ad evitare assembramenti di più di 15 persone al chiuso. Quando le franchigie saranno in viaggio in altre città, la lega consentirà a squadre e giocatori di cenare in ristoranti approvati preventivamente (la lista è ancora in fase di definizione, ndr).

L’ultimo protocollo della NBA, inoltre, riferisce che dal momento in cui il vaccino sarà approvato dalla FDA e ritenuto sicuro ed efficace, la lega e la NBPA discuteranno se sarà necessario distribuirlo per “individui di livello 1 e 2” (giocatori, allenatori e personale). Il protocollo dice anche che, se il vaccino non dovesse essere obbligatorio, le due parti potrebbero discutere se saranno necessarie ulteriori azioni di restrizione per tutelare la salute e la sicurezza per coloro che non decideranno di non farlo.

 

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Tommaso Serena

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