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Shaun Livingston: “Il primo titolo con gli Warriors ha cambiato le nostre vite”

Il dottor Tony Daly, all’epoca medico dei Los Angeles Clippers, disse che quello di Shaun Livingston fosse probabilmente il peggior infortunio che un ginocchio potesse subire. Il tornare a camminare fu considerato quasi un miracolo, tornare su un parquet NBA praticamente impensabile. E invece, dopo 16 lunghi mesi di riabilitazione la quarta scelta al Draft 2004 tornò sorprendentemente in pista, ma i losangelini decisero di abbandonarlo, di non puntare più su di lui. Troppo grave quell’infortunio per consentire a Shaun di tornare come prima, pensarono.

I dolori non lo lasceranno mai, ma tra alti e bassi la sua carriera si concluderà nel miglior modo possibile. L’apogeo della sua avventura nella lega combacia con i cinque anni ai Golden State Warriors, durante i quali sarà incoronato per tre volte campione NBA. Shaun Livingston firmò con gli Warriors nel 2014, stesso anno in cui uno Steve Kerr senza alcuna esperienza antecedente prese il posto di Mark Jackson. L’ex guardia veniva dalla stagione migliore della sua carriera: 76 partite con i Brooklyn Nets, che gli valsero il career high e, 8.3 punti di media, il picco più alto dalla stagione 2006/2007. L’ex numero 34 scelse gli Warriors per vincere e non poté prendere decisione migliore.

Ai microfoni di The Morning Roast, Shaun Livingston ha spiegato come quella decisione abbia totalmente cambiato la sua carriera:

“Credo che nessuno si sarebbe mai aspettato cosa sarebbe successo in futuro, specialmente il primo anno. Vincere il titolo alla nostra prima esperienza là fuori, al mio primo anno, infilare quel successo ha cambiato le nostre vite, le nostre carriere, le nostre traiettorie. Ogni volta che corri per una stagione, per una corsa Playoff, ogni volta che passi molti anni insieme crei delle relazioni che sono praticamente una fratellanza.” 

La franchigia californiana ha stravolto la carriera di Shaun Livingston, che molti avevano dato per finita in seguito a quel tragico infortunio. E il 3 volte campione NBA ha lasciato un bellissimo ricordo, premiato con il ruolo di director of players affairs.

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Pubblicato da
Matteo Gentili

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