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NBA, retroscena sul passaggio di Chris Bosh ai Miami Heat

Dopo aver riportato il suo timore di firmare per i Bulls a causa della pesante eredità lasciata da Michael Jordan, sono emersi nuovi retroscena sulla finestra di free agency del 2010, una delle più calde e movimentate di sempre. Sembra infatti che lo stesso Chris Bosh si fosse in realtà già accordato con la squadra di Chicago per il suo passaggio in Illinois, salvo fare dietrofront e raggiungere LeBron James e Dwyane Wade a Miami, formando nello stesso anno, il trio che avrebbe fatto la fortuna degli Heat.

Il reporter di ESPN Nick Friedell ne ha parlato nel corso del podcast Brian Windhorst and the Hoop Collective.

Chris Bosh, secondo diverse persone nell’organizzazione della squadra, aveva confermato che avrebbe giocato per i Bulls. Ha detto che lo avrebbe fatto, sarebbe andato a Chivago.”

Friedell ha poi aggiunto:

“Per quanto i Bulls fossero dubbiosi, pensavano di aver raggiunto un pre-accordo col giocatore.”

La strategia della franchigia di Chicago era infatti quella di prendere Bosh, e di tentare il colpo portando in città anche uno tra Wade e  James per formare un duo di superstar.

I Bulls avrebbero poi affiancato a uno, o più dei già citati free-agent, un nucleo giovane ma piuttosto solido formato da Derrick Rose e Joakim Noah, rendendo la squadra una sicura contendente al titolo. Ricordiamo infatti come Rose abbia poi vinto il titolo di MVP nella stagione 2010/2011 guidando la squadra alle Eastern Conference Finals.

La storia sarebbe stata sicuramente diversa con quelle acquisizioni, ma più di un addetto ai lavori ha sollevato un problema piuttosto significativo riguardo la questione; Derrick Rose non era stato coinvolto nel tentativo di reclutamento degli All-Star, a differenza di Noah, che ha potuto giocare una parte nella trattativa, nonostante non avesse un buon rapporto con James.

In quel momento c’è stata la mossa del presidente degli Heat, Pat Riley, che per convincere Bosh a firmare, gli ha regalato uno dei suoi anelli, vinti da allenatore, sicuro che il trio ne avrebbe portati di nuovi a Miami.

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Gabriele Russo

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