Primo Piano

Eterno Vince Carter

3. Schiacciata dal tabellone all’All-Star Game (2005)

Altra schiacciata preferita dai fan di Vince Carter è quella dell’All-Star Game del 2005 tenutosi a Denver, tanto che VC l’ha inserita nella sua personale classifica riguardante le schiacciate in NBA dell’ex Toronto Raptors. Si tratta di un’azione piuttosto semplice e veloce, quasi intuitiva.

Carter raccoglie infatti il rimbalzo dell’avversario, portando palla in contropiede. Giunto all’altezza dell’arco dei tre punti il giocatore nota che i suoi compagni di squadra non si sono aperti a sufficienza, rimanendo nei pressi dell’area: il risultato è una difesa piuttosto statica e passiva da parte degli avversari. Perciò Carter, lasciato solo, lancia la palla verso il tabellone, staccando da terra poco dopo, per mettere a segno una schiacciata con una sorta di auto-assist.

 

2. Alley-oop al contrario contro gli Orlando Magic (2005)

Il semplice atletismo o la sola esplosività nelle gambe non sono però sufficienti a spiegare il perché le schiacciate di Vince Carter fossero così spettacolari ed uniche. Nei suoi movimenti VC includeva pulizia, ordine ed estetismo: un insieme di cose, dunque, che si sintetizzavano nella capacità di stare in aria di Vinsanity. Non solo per quanto riguarda il tempo effettivamente speso con le piante dei piedi ben lontane dal suolo, ma anche per la sua capacità di cambiare i movimenti del proprio corpo. Ne sono una dimostrazione valida le schiacciate del suo anno da matricola o quelle allo Slam Dunk Contest che abbiamo visto in precedenza, e lo è anche l’alley-oop servito da Jason Kidd ai danni degli Orlando Magic nel 2006.

In questa occasione Vince sfrutta la distrazione del suo diretto marcatore, penetrando verso canestro. Jason Kidd legge l’azione, intuendo le intenzioni del compagno di squadra. Carter, infatti, probabilmente salta in leggero anticipo e per capire dove sarebbe finita la traiettoria della palla è costretto a tenere le spalle rivolte al canestro. Vinsanity afferra così il pallone all’altezza della vita: a quel punto l’unica soluzione è eseguire una reverse dunk, rendendo così l’alley-oop una delle giocate più spettacolari della carriera di Vince Carter.

 

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Pubblicato da
Andrea Capiluppi

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