Primo Piano

Eterno Vince Carter

7. Lo Slam Dunk Contest (2000)

Il 2000 verrà invece ricordato come l’anno di Vince Carter, grazie a uno one-man show allo Slam Dunk Contest del 2000. Per capire il perché vi basterà guardare il video qui sotto per comprendere l’unicità dello stile di Carter nello schiacciare a canestro.

Una schiacciata a mulinello a 360°, una partendo da dietro il tabellone; poi facendo passare la palla fra le gambe, proseguendo infilando l’intero avambraccio nel canestro e terminando l’esibizione con una schiacciata a due mani staccando da poco oltre la linea del tiro libero. Tutte schiacciate piene di creatività e di esuberanza che diversi giocatori, professionisti e non, hanno imitato almeno una volta in carrieraqui Paul Goerge esegue una 360° in una partita di qualche anno fa, mentre qui Blake Griffin emula la honey dip dunk allo Slam Dunk Contest del 2011, ovvero la schiacciata infilando l’avambraccio nel canestro –  ma che all’epoca nessuno aveva mai eseguito con tanta raffinatezza ed esplosività, o probabilmente nemmeno mai tentato. Forse, il modo migliore per spiegare l’impatto dello show di Carter nella cultura NBA è quello di osservare le reazioni di pubblico, giocatori e giudici ad ogni schiacciata:

– Kenny Smith, uno dei due telecronisti dell’evento, poco dopo la 360° di Carter esclama: “Let’s go home! Let’s go home ladies and gentlemen! Let’s go home!”;

– Nel frattempo Shaquille O’Neal, seduto a bordo campo con un’anacronistica videocamera per filmare la gesta di Carter, coglie perfettamente la sorpresa degli spettatori con un’espressione incredula, mentre Kevin Garnett si alza in piedi con l’espressione di chi si è preso un coccolone al cuore;

– Alla schiacciata partendo da dietro il tabellone lo stesso Garnett scuote la testa mentre osserva il replay sulla propria videocamera, mentre Isiah Thomas, giudice della serata, sorride compiaciuto;

– Alla terza schiacciata la gara “It’s over! It’s over!”, come ripete Kenny Smith, mentre allo stesso tempo Vince Carter ripete le identiche parole con un gesto delle mani diventato piuttosto celebre, mentre i giudici si alzano in piedi;

– La “honey dip dunk” lascia il palazzetto in silenzio per una manciata di secondi: nessuno aveva mai tentato di infilare un braccio nel canestro, e forse molti presenti non capirono nemmeno cosa fosse successo. Servì il replay perché tutti si rendessero conto della dinamica della schiacciata;

– Anche Shaq e Jason Kidd si guardano intorno increduli, come a dire: “Ma l’ha fatto davvero?”

 

 

6. Alley-oop contro i Clippers (2000)

A marzo 2000, nemmeno un mese dopo lo Slam Dunk Contest, Carter diede l’ennesima dimostrazione della sua abilità di schiacciatore contro i Los Angeles Clippers. In questo caso si trattò di un alley-oop ricevuto dalle mani di un compagno, dopo una palla recuperata nella propria metà campo.

Il giocatore dei Raptors è lasciato solo in prossimità del canestro, e non appena il suo compagno lancia la palla nella sua direzione Carter salta verso il ferro, afferrando la palla con una sola mano, aumentando il tasso di difficoltà della schiacciata più del necessario, e scagliandola nel canestro con una forza tale da farla schizzare in direzione della panchina non appena tocca il suolo.

 

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Pubblicato da
Andrea Capiluppi

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