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NBA, Shaq O’Neal: “Quella volta che mi lamentai con Stern per l’Hack-a-Shaq”

Shaquille O’Neal è stato uno dei giocatori più dominanti della storia NBA. Ma anche lui aveva un punto debole: il tiro libero.

In carriera, la leggenda dei Los Angeles Lakers e dei Miami Heat ha segnato solo il 52,7% di tiri dalla lunetta, stabilendo nel 2000 il record di 0/11 nella partita contro i Seattle Supersonics.

Nel 2008 Shaq ha battuto il record stabilito precedentemente da Wilt Chamberlain, riuscendo a totalizzare ben 5000 tiri sbagliati dalla lunetta in tutta la sua carriera.

Per cercare di arginare la strapotenza fisica di O’Neal e sfruttare a proprio vantaggio il suo punto debole, le squadre avversarie adottavano una tattica conosciuta con il nome di Hack-a-Shaq.

Questa strategia, inventata dal coach dei Dallas Mavericks Don Nelson negli anni’90, consiste nel far fallo intenzionale al giocatore con la percentuale di realizzazione più bassa nei tiri liberi.

Nel corso della sua carriera O’Neal è stato oggetto di questo stratagemma, tanto da fargli cambiare il nome. In un’intervista a ESPN, Shaq ha ricordato di quando parlò di questa situazione con David Stern, compianto ex commissioner NBA:

La cosa che adoravo di David Stern era la sincerità. Un giorno, andai nel suo ufficio perché ero arrivato al limite e dovevo dirglielo ‘Mr.Stern , la prossima volta che qualcuno mi fa un Hack-a-Shaq non ho problemi a prendermi [una sospensione di] 15/20 partite”.

La risposta di David Stern fu impeccabile e divertente:

“Se ti venissero fischiati tutti i falli le partite non finirebbero più. Shaq, sei venuto qui per lamentarti dei falli? Ho 28 squadre che si lamentano di te.”

L’utilizzo della Hack-a-Shaq è arrivato fino ai giorni nostri, con giocatori come DeAndre Jordan e Andre Drummond che sono stati i bersagli di questa tattica.

 

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Pubblicato da
Emanuele Carlo Bozzo

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