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NBA, Kyle Kuzma: “Anche noi potremmo avere una ‘Death Lineup’ “

Prima di ottenere una super prestazione da 41 punti (in 29 minuti) nella vittoria per 113-100 sui Detroit Pistons, Kyle Kuzma ha spiegato ai reporters come anche i suoi Los Angeles Lakers abbiano una possibile “death lineup”.

Al 23enne non manca sicuramente fiducia nel potenziale proprio e della squadra. Come riporta Tania Ganguli del Los Angeles Times, infatti, Kuz ha spiegato come anche coach Luke Walton portebbe (e dovrebbe, secondo lui) creare un quintetto “piccolo” con i suoi migliori giocatori.

“Penso che un nostro quintetto small ball sarebbe davvero forte. Penso che potremmo avere una death lineup con (Rajon) Rondo e con Lonzo (Ball) sul campo allo stesso stempo, insieme a me, (Brandon) Ingram e LeBron (James) o altri ragazzi a sostituirci. Penso che migliorando sul piano difensivo e trovando maggiore continuità, questo quintetto piccolo sarà molto importante per noi, specialmente ai Playoff, quando tutti tendono ad abbassare (i quintetti).”

In realtà, Kuzma non si è mai direttamente riferito ai Golden State Warriors, ma la definizione “death lineup” fa subito pensare a Curry, Durant, Green, Iguodala e Thompson.

Il prodotto dell’Università dello Utah ha, inoltre, spiegato come la sua squadra non sia ancora riuscita a mettere in pratica tale lineup a causa dei numerosi infortuni. In questa prima metà di stagione, infatti, i Lakers hanno dovuto fare a meno per qualche partita di Rajon Rondo (prima per una sospensione, ora per un’operazione al dito) e LeBron James (che si sta riprendendo da un problema all’inguine).

Proprio quest’ultimo, nelle teorie di Kuzma, dovrebbe coprire il ruolo di centro in questo ideale quintetto:

“Voglio dire, io spero che sia (LeBron) il 5. Lui è un po’ più grosso, un po’ più muscoloso. In attacco in realtà non conta molto. Avrà la palla in mano comunque. Abbiamo un’ottima chimica nel pick and pop. Si tratta solo della difesa e di come marchiamo i nostri uomini.”

Come ha sottolineato Joseph Zucker di BleacherReport, però, tale formazione avrebbe qualche problema.

Prima di tutto, infatti, Brandon Ingram ha faticato molto nei minuti in cui ha dovuto condividere il parquet con James. In secondo luogo, poi, il quintetto piccolo degli Warriors si è dimostrato tanto efficace grazie a un fluido movimento di palla e un equilibrio tra le varie stelle della squadra. LeBron, al contrario, predilige un gioco “positionless”, in cui è lui a dominare il gioco e a dettare il ritmo.

 

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Elena Zoppè

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