Boston Celtics

I problemi dell’attacco in casa Boston Celtics

Per mantenere il miglior record in NBA, seppur nella più debole Eastern Conference, bisogna saper affrontare e superare dei momenti di difficoltà, e i Boston Celtics ne stanno avendo la prova in questo periodo. La squadra di Brad Stevens arriva da tre sconfitte consecutive contro squadre con un record negativo, ma i problemi per Irving e compagni sono presenti ed evidenti già da diverse settimane, soprattutto nella metà campo offensiva.

Se la difesa rimane nell’elite della lega, seppur con qualche disattenzione in più rispetto alla perfezione di inizio stagione, lo stesso non si può dire dell’attacco, in cui i Celtics dal 15 dicembre si posizionano esattamente all’ultimo posto per efficienza offensiva.

Brad Stevens, la cui filosofia di gioco dovrebbe favorire tutt’altri numeri, non è per niente soddisfatto delle prestazioni della propria squadra, al di là dei risultati, e dopo la sconfitta contro i Philadelphia 76ers ha voluto mandare qualche messaggio ai propri giocatori, soprattutto a quelli della panchina, con in testa Terry Rozier, che dopo un ottimo fine dicembre chiuso a 15punti di media, nelle ultime due settimane viaggia a 4 punti di media con il 24% al tiro, e Marcus Smart, meno valutabile con le statistiche, ma che non sta facendo girare la second-unit nella maniera migliore:

“Sono parecchio contrariato per come stiamo giocando in attacco, non possiamo permetterci di giocare così. Siamo superficiali e palleggiamo troppo, i palleggi non ci portano da nessuna parte, non ci fanno muovere la palla e non ci permettono di avere buone spaziature. Inoltre quando Kyrie è in panchina dobbiamo concentrarci ancora di più su queste cose. Ogni tanto i tiri possono anche non entrare, però muovendo la palla non possiamo che migliorare le nostre percentuali e avere più possibilità di vittoria.”

Le parole del coach non hanno avuto molto effetto nella partita successiva, dove i Celtics hanno giocato una partita pessima contro gli Orlando Magic tirando con il 32% e in cui la panchina ha prodotto 8 punti con un misero 4 su 19 dal campo.

Nonostante ciò, come riportato anche da Kyrie, non c’è nessun tipo di allarmismo in casa Celtics, ma semplicemente del lavoro da fare e degli accorgimenti da trovare per risolvere la carenza offensiva dell’ultimo periodo, perché è vero che molto spesso è con la difesa che si vincono i campionati, ma con un attacco così sterile come quello fatto vedere in queste ultime settimane dai bianco-verdi (101.6 punti per 100 possessi) nessuna squadra sarebbe in grado di arrivare a giocarsi il titolo NBA.

 

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  • Forse sarebbe il caso di ritornare ad un quintetto iniziale con Baynes, al posto di Morris, rimandando lo small ball ad un periodo di miglior condizione delle guardie.
    Infatti, con Morris titolare, dalla panchina i due maggiori produttori offensivi sono Rozier e Smart, mentre nè Nadir, nè Theiss, nè Ojeleye, nè Yabusele e lo stesso Baynes, possono fare la differenza in attacco, nemmeno partendo dalla panchina.
    Se Rozier non la mette, tutto resta nelle mani di Smart e viceversa, facendo ristagnare l'attacco e peggiorando ulteriormente le cose.
    Quando Morris partiva dalla panchina metteva a referto comunque i suoi 10-15 punti, creando difficoltà alle second units avversarie, considerando il fatto che in ogni caso Boston cede sempre qualcosa all'avversario sotto i tabelloni, per la mancanza di un lungo che sia una valida alternativa o complemento ad Horford.
    Altrimenti, l'unica alternativa all'abbandono temporaneaneo dello small ball, è quella usare la disabled player exception da 8.4 milioni e prendere un giocatore prima della deadline.

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Pubblicato da
Francesco Grisanti

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