Golden State Warriors

NBA, Steph Curry: “Felice di aver ricordato a tutti di cosa sono capace”

Dopo alcune critiche di troppo prima della scorsa stagione, Steph Curry ha sicuramente zittito i propri detrattori guidando Golden State al torneo play-in, fallendo per un soffio la qualificazione Playoff. La media da 36.9 punti, 5.7 rimbalzi e 5 assist parla chiaro: Chef Curry è ancora uno dei migliori (se non il migliore) playmaker della lega.

Oltre ad aver dimostrato il proprio strapotere sul campo, il leader degli Warriors ha voluto mettere in chiaro il suo punto di vista anche attraverso un’intervista concessa a SiriusXM NBA Radio, trasmissione condotta da Frank Isola e Brian Scalabrine. Queste le parole del giocatore, che ha voluto togliersi qualche sassolino dalla scarpa:

C’è stato un momento all’inizio della scorsa stagione, prima dei 62 punti contro Portland, in cui ho sentito molte cose riguardo a cosa non fossi e che avremmo scoperto la verità su di me, che non sarei stato all’altezza e altre cose simili. E ho voluto zittire tutto ciò, sì. Mi ha fatto anche capire che quando competi per un titolo ogni anno potresti essere più soggetto a queste critiche, perché non sei nel posto in cui dovresti essere.

Ma non avrai mai il riconoscimento che ti meriti fino alla fine della tua carriera, quindi non mi importa. Non mi importa cosa la gente dice di me. Sono sicuramente felice di aver giocato molto bene e di aver ricordato a tutti di cosa sono capace. E inizierò quest’anno con la stessa sicurezza. È il modo in cui affronto le cose in generale. La battaglia è prima di tutto interna.

Curry si è poi detto felice di aver riscoperto una certa dose di divertemento, che probabilmente era andata perduta nel corso delle ultime annate:

Ho riscoperto il divertimento di giocare al livello più alto. A volte succede [divertirsi di meno] quando ti metti troppa pressione addosso dicendoti che devi dimostrare qualcosa. È il motivo per cui all’ultimo All-Star ho detto di non aver nulla da dimostrare ma ancora molto da raggiungere. Ne sono convinto.

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Alessandro Vezzulli

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