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Metta World Peace: “A volte vorrei poter riavvolgere la mia carriera”

Metta World Peace, all’origine Metta Sandiford-Artest, ha giocato 17 stagioni in NBA, tra cui una piccola parentesi nella nostra Italia, vestendo sei maglie diverse. Ha vinto un anello, nella stagione 2009/2010 con i Los Angeles Lakers, ed è stato anche NBA Defensive Player of the Year nel lontano 2004. In questo stesso anno ottenne anche la sua prima ed unica convocazione all’All Star Game, ma tutto ciò fu messo in secondo piano a causa di una tra le pagine più brutte mai scritte nella storia del campionato.

L’ex ala piccola, infatti, rimase coinvolta in una rissa scoppiata e degenerata negli ultimi secondi di un match tesissimo tra gli Indiana Pacers e i Detroit Pistons nel novembre del 2004. Metta World Peace fece scoccare la scintilla a causa di un pericoloso fallo ai danni del centro Ben Wallace, il quale rispose immediatamente con una forte spinta. Benché l’ex numero 91 si fosse ritirato in silenzio, a far esplodere l’ira più funesta del giocatore fu un tifoso Pistons che dagli spalti gli lanciò un drink colpendolo in pieno. L’ex campione NBA, però, si scagliò contro un fan innocente, del tutto estraneo all’episodio, causando così una vera e propria insurrezione di tutto il palazzetto, il quale non si dimenticò certamente di lanciare qualsiasi oggetto sotto tiro al giocatore e al resto degli Indiana Pacers.

Metta World Peace pagò le conseguenze maggiori tra i 9 giocatori sanzionati: fu sospeso per il resto della stagione, perdendo di conseguenza circa 5 milioni di dollari di salario, e fu costretto a fronteggiare conseguenze legali che sfociarono in servizi alla comunità e in una terapia di gestione della rabbia. A distanza di moltissimi anni, l’ex cestita recrimina quell’episodio e su Twitter ha recentemente postato un messaggio a tal proposito:

“Ammiro molto questi ballers. A volte vorrei poter riavvolgere la mia carriera fino a quei 5 secondi prima di saltare tra la folla, rallentare il tempo di cinque volte, salire sul bus e volare a Indiana. È molto più gratificante disputare una carriera completamente devota allo sport che una incompleta.”

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Pubblicato da
Matteo Gentili

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