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NBA, Doc Rivers accusa: “Sterling non voleva JJ Redick perché bianco”

Una delle pagine più brutte della storia recente della NBA sono senza ombra di dubbio le accuse (fondate) di razzismo a Donald Sterling, ex proprietario dei Los Angeles Clippers. Queste accuse portarono poi all’allontanamento forzato da parte di Adam Silver, che promosse la vendita della franchigia a Steve Ballmer.

A raccontare un altro episodio accaduto durante la proprietà Sterling è stato coach Doc Rivers. Doc fu il primo passo dei Clippers verso un tentativo di costruire una squadra competitiva, che arrivò poi grazie al nucleo Paul-Griffin-Jordan, artefici della famosa Lob City. Membro importante di quella squadra era anche JJ Redick. E a proposito dell’attuale giocatore dei Pelicans, coach Rivers ha spiegato un brutto retroscena riguardo la sua firma con i Clippers:

“Stava per firmare con Minnesota. Convinsi JJ a non farlo. ‘Vieni a giocare per me, vieni ai Clippers con Chris Paul, DeAndre Jordan, Blake [Griffin]. Saresti un grande innesto’. L’accordo era cosa fatta, JJ era d’accordo e così tornai a casa. Una volta arrivato, ricevo una chiamata da Andy Roeser (ex dirigente dei Clippers, ndr) che mi dice ‘L’accordo è saltato’ ”

“In che senso è saltato?”

“A Donald non piacciono i giocatori bianchi”

Rivers prosegue:

“Eravamo già d’accordo. Ricevo chiamate da coach K, poi dall’agente di JJ, infuriato con me. Così decisi di chiamare Donald Sterling. Ero stato assunto da tre settimane, non sapevo se ero già nella posizione di poter avere una discussione con lui”

L’ex coach dei Celtics non si fece scoraggiare e fece valere le sue ragioni:

“Beh, me ne vado”

“No, non lo farai”

“Sì, me ne andrò. Non ti lascerò rovinare la mia reputazione. Non succederà mai. E lui rispose ‘Oh, credimi, anche io ho una grande reputazione nella lega’ […]
Non allenerò un altro singolo giorno se questo accordo non andrà in porto”

“Ho riattaccato e ricordo di aver detto a Chris Paul ‘Non credo di avere più un lavoro’ “

E alla fine:

“Tre ore dopo ricevo una chiamata da Andy Roeser che mi dice che l’accordo è stato confermato, che a Donald andava bene. Non so perché, ha cambiato idea. Da lì ho capito che eravamo nei guai”

Nei mesi successivi di quella stagione furono poi rese pubbliche le parole razziste di Sterling: il resto è storia.

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Pubblicato da
Simone Trunfio

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