Curiosità

Le teorie del complotto più fantasiose della NBA

La sospensione segreta di Michael Jordan

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Siamo giunti al mito più famoso della NBA. Anzi, anche in questo caso più che di mito si tratta di una vera e propria teoria del complotto. Stando a tale teoria, dietro al primo ritiro di Michael Jordan (avvenuto nell’ottobre 1993) si nasconderebbe una sospensione di 18 mesi dalla Lega, attuata in gran segreto dall’allora commissioner David Stern.

A destare i primi sospetti fu il fatto che Jordan, in quel periodo, avesse il vizio delle scommesse – soprattutto sulle partite a golf, sport che spesso praticava nel suo tempo libero. Bisogna inoltre tenere presente il fatto che il suo ritiro, a soli 30 anni, sorprese moltissime persone. Quasi le confuse: sembrava incomprensibile che un giocatore così talentuoso e competitivo potesse ritirarsi all’improvviso. Ad alimentare tali sospetti furono un paio di frasi pronunciate alla conferenza stampa del suo addio al basket giocato. La prima:

“Penso che tutti siano al corrente delle esatte circostanze che mi hanno portato alla decisione di non giocare a pallacanestro nella NBA. Ciò non significa che non giocherò a basket da qualche altra parte”.

La seconda, rispondendo a un giornalista che gli chiese se mai sarebbe tornato:

non lo escluderei, se i Bulls lo vorranno e se David Stern mi lascerà tornare nella lega”.

Perchè Jordan avrebbe dichiarato che sarebbe potuto andare a giocare altrove? E cosa significa “Se David Stern mi lascerà tornare nella lega”? Queste erano le domande che tormentarono le notti dei tifosi Bulls. Alcuni di loro, probabilmente gli ideatori di questa teoria, dovettero pensare alle terribili conseguenze derivanti dalla scoperta di enormi debiti di gioco per mano del giocatore più iconico della NBA. Peggio ancora: Jordan potrebbe aver illegalmente scommesso su partite NBA. Qualcosa che avrebbe scioccato l’intero mondo NBA. Così, per non vedere la propria Lega crollare, David Stern, una volta accortosi dei problemi di gioco di His Airness, avrebbe deciso di sospenderlo per evitare il peggio. Negli anni successivi, l’ex commissioner ha sempre smentito tali voci. In realtà, a parte le dichiarazioni di quella conferenza stampa, non ci sono prove evidenti che confermino la teoria. La verità è che tale complotto è semplicemente frutto dell’immaginazione delle persone.

In quel periodo Jordan stava infatti attraversando un brutto momento, in seguito all’assassinio di suo padre. Michael era legatissimo a Jordan Senior e la notizia della sua morte dovette averlo distrutto. Ognuno di noi reagisce in modo diverso di fronte a un lutto di tale portata: nel caso dell’ex Bulls,  la voglia di giocare scomparve, probabilmente per nostalgia di suo padre. Proprio tale attaccamento alla figura paterna lo indusse poi a tentare una carriera nel baseball, sport che da bambino intraprese spinto dal padre. Così, le “esatte circostanze” della conferenza stampa erano soltanto un riferimento al difficile periodo che stava attraversando. La frase “Ciò non significa che non giocherò a basket da qualche altra parte” quasi sicuramente significava invece che avrebbe potuto riprendere a giocare in qualsiasi momento e ovunque volesse. Dunque, nessuna sospensione segreta: Jordan si sentiva semplicemente privo di motivazione per continuare a giocare a basket.

MJ sarebbe tornato nella NBA 18 mesi dopo, vincendo altri 3 titoli prima del secondo ritiro, facendo passare in secondo piano tali voci. Nonostante tutto questo, senza ulteriori evidenti prove, la teoria del complotto sul primo ritiro di Michael Jordan continua tutt’ora a sopravvivere.

 

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Pubblicato da
Andrea Capiluppi

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