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NBA, bocciata la proposta finanziaria sul contratto di Dinwiddie

La NBA nega la possibilità a Spencer Dinwiddie di quotare parte del suo contratto. Tale operazione consiste nel prendere una piccola parte del suo stipendio e venderlo direttamente agli investitori che, in questo modo, scommettono sulla sua resa in campo.

Secondo la lega, questa tipologia di accordo è vietata dal CBA, la quale prevede che gli atleti non possano trasferire in alcun modo a una terza parte il diritto di ricevere dei compensi dalla propria squadra. Il giocatore dei Nets ha detto di aver già chiesto un incontro con alcuni rappresentati della Lega per provare a cambiare la loro opinione.

“Ho cercato di spiegare alla NBA la situazione: mi hanno invitato a presentarmi e dettagliare il tipo di offerta che ho in mente. Questo è quello che farò il prima possibile”.

Andiamo ad analizzare in cosa consiste la manovra finanziaria di Dinwiddie: $SD8 è il nome del Security Token scelto da Dinwiddie: esso permetterà al giocatore di accedere direttamente (senza alcun tipo di intermediario o broker) a una parte di quello che guadagnerà. L’investimento minimo parte dai 150.000 dollari: per i primi due anni, il ritorno garantito è del 3%.

Il terzo anno, quello che prevede una player option da 12.3 milioni di dollari, diventa una vera e propria scommessa. In poche parole se le cose sul in campo vanno male, il terzo anno l’asset non genera interesse, ma non porta perdite. Se invece Dinwiddie dovesse uscire dal suo contratto per firmarne uno più remunerativo, il maggiore guadagno andrebbe a finire anche nelle tasche degli investitori.

“Non esiste modo migliore da parte di un tifoso per dimostrare di credere in un giocatore. Se gioco bene nel mio ultimo anno di contratto, i ricavi nella prima stagione del nuovo accordo vengono raccolti anche da chi ha scommesso su di me. Stiamo parlando di un guadagno del 15%. Qualcosa che in NBA non si era mai visto e che scommetto è difficile trovare nel mercato azionario attuale”.

Il piano del 26enne sembra costruito nei minimi dettagli e ha tutta l’aria di essere un sistema efficiente che vada dalla parte dei giocatori e degli investitori.

Nulla è ancora deciso e la Lega potrebbe anche pensare di fare marcia indietro e rivalutare la proposta. Se tutto ciò accadesse, Dinwiddie potrebbe aver dato inizio ad una nuova logica all’interno del mercato cestistico, in grado di spostare grandi somme di denaro tra giocatori e investitori.

 

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Pubblicato da
Pietro Carfì

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