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NBA, Derrick Rose spara sui Knicks: “Eravamo una squadra di me**a”

Un ‘bene, ma non benissimo’ grande come una casa per descrivere l’avventura di Derrick Rose ai New York Knicks nel 2016. Il giocatore, attualmente ai Detroit Pistons, ha svelato alcuni aneddoti interessanti riguardanti la sua esperienza nella Grande Mela con Phil Jackson e Carmelo Anthony. Rose, in procinto di pubblicare il suo nuovo libro “I’ll Show You”, ha etichettato quella squadra in questa maniera:

“Parlando di sola pallacanestro, il modo con cui Phil mi aveva parlato per convincermi a firmare per i Knicks e la presenza in squadra di Joakim Noah con Melo, mi aveva fatto pensare avremmo potuto davvero essere forti. Il tempo però di giocare insieme e ho capito subito che eravamo una merda in campo”

Poi sul sistema di gioco applicato, ossia il famoso ‘Triangolo’ di Phil Jackson, l’ex MVP ha detto:

“Dal mio punto di vista, mi piaceva Phil. Ma amico, insisti ancora con l’attacco Triangolo? Stava forzando ancora la squadra ad usarla. Io sono un penetratore, una point guard che taglia nel traffico. Il Triangolo va bene, ma non per le persone che avevamo in squadra. ‘Melo non poteva giocare in quel modo, non voleva. Ad inizio stagione, Phil non forzò nulla. Ma man mano che passava il tempo, si incentrò tutto su quello e giocammo con la Triangolo praticamente tutta la stagione. Per la squadra che avevamo, penso che in fondo in fondo coach Hornacek avrebbe voluto giocare con uno stile più veloce. Ma nella sua posizione, un nuovo coach che doveva ascoltare il front office, era difficile dire qualcosa.”

L’ultimo aneddoto invece riguarda il suo post-New York in cui Rose ha confessato di aver pensato seriamente al ritiro dalla NBA:

 “Quando lasciai i Knicks in quel giorno del Gennaio 2017 avevo bisogno di tornare a casa. Tornai da mia madre e tutta la mia famiglia venne a parlare con me. Quella fu la prima volta che tutti noi ci riunimmo come una vera famiglia e affrontammo una discussione seria come quella. Avevo deciso di smettere di giocare. La stessa cosa che era successa a Chicago stava accadendo a New York, potevo già vedere che la stagione non sarebbe andata come tutti si aspettavano. Non sapevo nemmeno se volevo giocare ancora a basket, specialmente quando tutto mi sembrava solamente un business. Ovviamente, sapevo che era un business, ma sapevo che si trattava anche di giocare a basket: a quel punto, però, la parte di gioia derivata dal giocare non c’era più. Per quello volevo smettere e ritirarmi, non mi stavo divertendo“.

E invece siamo ancora tutti qui, con D-Rose che ha appena firmato un biennale con i Pistons, pronto per la sua nuova avventura.

 

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Pubblicato da
Simone Ipprio

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