A tutto LeBron, tra NCAA e Philadelphia

LeBron James è il centro dell’universo NBA e non esiste tematica che sia tangenziale alla sua opinione. Negli ultimi giorni oltreoceano sta dilagando la querelle riguardante l’NCAA e l’indagine aperta dalla FBI secondo cui diversi college avrebbero remunerato i migliori prospetti, del presente e del passato, nonostante questo sia proibito.

The Chosen One è stato corteggiato dalle migliori università degli Stati Uniti nel 2003 ma ha poi scelto di passare subito nel mondo dei professionisti, da St. Vincent-St. Mary High School dritto ai Cleveland Cavaliers che lo scelsero con la prima scelta assoluta al Draft 2003.

Tuttavia LeBron, pur ammettendo di non conoscere in maniera approfondita per esperienza il sistema della NCAA, è stato interpellato dai giornalisti al seguito dei Cavs ed ecco la sua opinione sull’argomento.

“L’NCAA è corrotta, questo lo sappiamo. Mi spiace dirlo, so che questa mia dichiarazione verrà riportata e sarà una delle notizie principali delle varie testate ma è così, è corrotta. Non so se ci sia qualcuno che manovra l’NCAA dall’esterno, di certo non è una novità visto che certe cose succedono da diversi anni. Non so come si possa manovrare un’organizzazione del genere, è difficile dirlo da fuori. Come sapete non ne ho mai fatto parte però si sa che gli atleti di grande talento portano lustro nei vari campus dove vanno e i rispettivi college hanno interesse ad averli. Per quanto mi riguarda, ho avuto diverse offerte da college tra i più importanti all’epoca ma sono sincero: io e mia madre eravamo davvero poveri, per quale motivo sarei dovuto andare al college e non subito in NBA? Di lì a poco non saremmo più stati così povero ecco.”

Inoltre LeBron non poteva esimersi dalla questione Philadelphia, coi cartelloni esposti in autostrada da un’azienda di Philly quasi a mettere in piedi una sorta di reclutamento nei confronti del Re in vista della free agency estiva.

“Sono davvero lusingato, sul serio: non è per niente una distrazione, affatto. Sono lusingato perché sono qua a 33 anni e dopo 15 stagioni in NBA ci sono ancora squadre o ragazzi – o meglio, non voglio dire squadre per non mettere nessuno in difficoltà – diciamo ci sono persone che mi vogliono a giocare nelle rispettive città. Tutto questo è incredibile, davvero è pazzesco.”

 

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Pubblicato da
Simone Domenichetti

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